No global, scarcerati i diciotto «disobbedienti»

No global, scarcerati i diciotto «disobbedienti» PISAPIA: «SI VA VERSO LO SCARDINAMENTO DELL'ACCUSA». IL SINDACO DI COSENZA: LI FARÒ AFFACCIARE DAL MUNICIPIO No global, scarcerati i diciotto «disobbedienti» Il tribunale del riesame libera i «sovversivi», tra sette giorni le motivazioni COSENZA I «sovversivi» sono di nuovo liberi. Travolti da un'inchiesta che diciotto giorni fa li aveva portati in prigione o agli arresti domiciliari, accusati di reati che evocano gli anni di piombo come la cospirazione politica e l'attentato contro gli organi costituzionali, i diciotto no global finiti nel mirino della magistratura cosentina sono stati scarcerati dal tribunale del riesame che ha preso la sua decisione dopo poche ore di camera di consiglio. Altri due avevano già lasciato il carcere otto giorni fa. L'ordinanza del Riesame è stata depositata ieri mattina. Poche righe uguali per tutti gli indagati: «Il tribunale distrettuale delle impugnazioni... revoca la misura cautelare ordinando al direttore della casa circondariale presso la quale gli arrestati sono ristretti l'immediata liberazione se non detenuti per altra causa». E' impossibile, perora, sapere le motivazioni del provvedimento, che saranno rese note solo fra una decina di giorni. Due le ipotesi possibili: i giudici potrebbero aver ritenuto non validi gli indizi di colpevolezza a carico degli indagati, o più semplicemente giudicato inesistenti i presupposti per le esigenze cautelari come il pericolo di fuga, la reiterazione del reato e l'inquinamento delle prove. Nel primo caso, l'inchiesta della procura cosentina subirebbe un colpo durissimo, perché verrebbe messo in discussione l'intero castello delle accuse contro i no global. Nel secondo, l'indagine troverebbe una sia pure parziale conferma della sua validità. Di certo, per ora, c'è solo un commento piuttosto esplicito del presidente del tribunale del riesame, Maurizio Salustro: «C'è slata una valutazione diversa da parte nostra rispetto a quella del gip degli elementi di prova contenuti nel fascicolo processuale». Comunque andrà a finire, un dato è sicuro: la scarcerazione di Francesco Caruso e degli altri «disobbedienti» rinchiusi nelle supercarceri di Trani e Viterbo o agli arresti domiciliari stanno provocando lo stesso effetto di una bomba. Negli uffici della procura di Cosenza, che pare un fortino sotto assedio, le boc¬ che sono cucite e l'umore è nero. Domenico Fiordalisi, il pm che conduce l'inchiesta e che venerdì davanti ai giudici del Riesame ha paragonato le azioni dei no global a quelle dei terroristi delle Br, dice che non parlerà «né ora né nel prosieguo delle indagini», e attende di leggere le motivazioni dell'ordinanza per decidere se e come fare ricorso. Tutto qui. E' invece più loquace il presidente del Riesame, Salustro. «Sono sereno - dice -, non è il caso di alimentare alcuna polemica. Abbiamo fatto una valutazione diversa da quella del gip che ha emesso i provvedimenti di arresto, e questa è una situazione assolutamente fisiologica in una normale dialettica processuale». Esultano gli avvocati degli indagati, che quattro giorni fa hanno parlato per ore davanti ai giudici per smontare una dopo l'altra le accuse ai no global. Giuliano Pisapia, che difende Francesco Caruso, non ha dubbi: «Questa ordinanza conferma ancora una volta uno dei principi cardine del nostro ordinamento, e cioè che non è possibile arrestare una persona sulla base di teoremi privi di riscontro. Le scarcerazioni sono il primo passo verso lo scardinamento di accuse fondate su una concezione del diritto e su ipotesi che non dovrebbero avere spazio in un ordinamento democratico». Aggiunge Pisapia che i reati contestati come l'associazione sovversiva «risalgono all'epoca del fascismo, ma vanno interpretati secondo la Costituzione repubblicana». Un altro avvocato e deputato dei Ds, Vincenzo Siniscalchi, si augura che «non si ripetano più nei confronti di una grande e importante organizzazione dei provvedimenti di arresto su ipotesi di violenza programmata inesistenti e sulla mancanza di addebiti specifici». La partita fra i no global e la procura di Cosenza, però, non è affatto chiusa. Le indagini continuano, anche se con gli indagati in libertà. E anche se c'è chi è pronto a giurare sulla loro innocenza, come il sindaco di Cosenza Eva Catizone che annuncia: «Riceverò i ragazzi nel mio ufficio per farli affacciare da un balcone del Municipio». [f. mil.] " "PO dei no global napoletani Prancesco Caruso (al centro) mentre esce dal carcere Mammagialla di Viterbo

Persone citate: Domenico Fiordalisi, Eva Catizone, Francesco Caruso, Giuliano Pisapia, Maurizio Salustro, Pisapia, Salustro, Vincenzo Siniscalchi

Luoghi citati: Cosenza, Viterbo