EX DC voglia di tornare grandi di Fabio Martini

EX DC voglia di tornare grandi 01 E LA RESURREZIONE AUE AMMINISTRAT|VE. .L «CONG —" Di FONDAZIONE DÉtL'UDC» EX DC voglia di tornare grandi analisi Fabio Martini ROMA A prenderli in parola, hanno più iscritti loro di Forza Italia. Puoi chiamarli come vuoi. Post-dc. Ex-dc. Neo-dc. Ma i democristiani coltivano una passione quasi erotica per le tessere. Con un accordo a tavolino, le tre anime dell'Udo si sono messe d'accordo di portare in dote nel nuovo partito un vagone di tessere (per ora) congelate: quasi mezzo milione. Sorride Gianfranco Rotondi, un avellinese che sfiderà Marco Follini per la segreteria: «E' vero, tra di noi è restata questa ossessione. C'è gente che riunisce altra gente per dire: "Contiamoci e facciamogliela vedere". Ma a chi? E perché? Nessuno lo sa ma si continua così...». E sorride anche Bruno Tabacci, uno degli artefici della linea indipendentista dell'Udo: «Sì, ricordiamo la De nelle miserie e nella nobiltà. Ma questo è un momento alto e al congresso prevarrà la nobiltà, non certo le percentuali». E infatti, con regia sapiente, Pier Ferdinando Casini, Marco Pollini e Rocco Buttigliene sono riusciti a trasformare in un evento politico di prima grandezza il congresso costituente dell'Udo. Venerdì 6 dicembre, giorno di San Nicola, in un asettico e lucente padiglione della Fiera di Roma il Ccd di Marco Follini, il Cdu di Rocco Buttigliene e Democrazia Europeadi Sergio D'Antoni si fonderanno in un unico partito: l'Unione dei democratici cristianf^DdìJó là' triplice batosta del 13 maggio del 2001 - Ccd-Cdu al 3,20z6, De al 2,40Zo - i tre partitini rimasti al di sotto della soglia dell'identità avevano iniziato una snervante trattativa, consumata tra freddi litigi e continui rinvìi. Fino a quando, una sera dello scorso luglio, Follini, Buttigliene e D'Antoni - secondo il racconto dell'onorevole Francesco Saverio Romano - irruppero nel salone dei deputati «come tre sposine eccitate e commosse», annunciando ai pochi presenti: «L'accordo è fatto». E l'accordo a tavolino di sei mesi fa sarà perfezionato domenica 8, alla chiusura del congresso: Marco Pollini sarà eletto segretario, Sergio D'Antoni vicesegretario, mentre Rocco Buttiglione diventerà presidente del partito grazie ad un bizantinismo di vecchia scuola. Lo statuto dell'Udo infatti sancirà solennemente l'incompatibilità tra incarichi di partito e di governo, prevedendo però un'eccezione. Per il periodo iniziale. E così. Rocco Buttiglione resterà ministro e diventerà Presidente. Dell'Udo. E Pier Ferdinando Casini? Il presidente della Camera che oggi compie 47 anni e festeggerà con le figlie andando al cinema a vedere "Harry Potter" - fa sapere che «ci sarà». Ma se parlerà a margine del congresso o dal palco - come fece alle assise di An - questo non è ancora deciso e la studiata incertezza è uno degli ingredienti destinati a rendere più appetitoso lo spettacolo. Ma sugli oratori del congresso - proprio in queste ore - si sta giocando dietro le quinte una partita vera: Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, ovviamente, sono stati invitati, quasi certamente non potranno parlare. Proprio ieri è stato deciso che i leader degli altri partiti, salvo contrordini dell'ultima ora, non parleranno. «Il congresso è il nostro e dunque è difficile che sia oscurato da altri...», dice sottovoce imo dei personaggi di punta dell'Udo. Forse il partito di Casini sospetta la possibile mossa di Berlusconi: parlare di riforme e di dialogo con l'opposizione. Spiazzando i post-dc in casa loro. Ma il saluto di Berlusconi non è l'unica incognita del congresso. Che si giocherà tutto su un enigma; quanto tireranno la corda i post-dc rispetto al governo? Da questo punto di vista il pre-congresso è vivacissimo. Ogni giorno gli udc si pizzicano tra di loro con battute velenose. Aveva cominciato il presidente dei deputati Luca Volente, sostenendo che «non si può escludere l'ipotesi di arrivare a un appoggio estemo». Una sortita in for- ma dubitativa che ha fatto inalberare il ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi: «L'ipotesi non esiste». E Volente di rimbalzo: «Sono costernato dalla semplificazione operata da Giovanardi». E ieri sera il ministro Buttiglione ha prodotto la sua ambigua chiosa: «L'appoggio estemo non è sinonimo di ribaltone: uscire dal governo e poi votare il governo dovrebbe essere visto come voglia di far passare le proprie idee». E se il congresso ruoterà attorno all'identità - De bonsai? Partito indipendente? Udc pron- ta a fondersi in una sezione italiana del Ppe? - dalla sera dell'8 dicembre i tre partiti fondatori sono destinati a scomporsi e ricomporsi in nuove correnti. Con la nascita di una nuova classe dirigente. In cima alla piramide Marco Follini, l'amico di Casini che ha saputo costruire la sua leadership grazie a sortite calibrate, ad un autunno caldo sopportato senza sbandate e la cui primazia «indica che viene accettato il primato di Casini nel partito», dice il presidente dei senatori udc Francesco D'Onofrio, che assieme al suo amico Pier nel 1994 lasciò la De per fondare il Ccd. Ma dietro Follini, Buttiglione e D'Antoni, premono gli emergenti. Alcuni conosciuti come Bruno Tabacci, presidente della Commissione Attività produttive della Camera e precursore della linea indipendentista dell'Udo. 0 come Totò Cuffaro, potente presidente della Regione Sicilia che nel dopo-congresso potrebbe allestire una corrente siciliana, visto che i grandi successi elettorali post-Dc in Sicilia rendono questa regione la più forte congressualmente con il 200Zo dei delegati. Meno conosciuto è il vero "padrone delle tessere" dell'Udc, il romano Mario Baccini. Sottosegretario agli Esteri, Baccini viene dalla scuola della De romana di Vittorio Sbardella e di Antonio Gerace, pittoresco assessore al Comune di Roma detto anche "luparetta". E Baccini ha già fatto sapere: «Dopo il congresso mi farò sentire». Ma in congresso si faranno vedere e parleranno anche personaggi come Calogero Mannino, Paolo Cirino Pomicino, Carlo Bernini, Gianni Prandini, tutti più o meno vicini a Sergio D'Antoni. Anche se il futuro dell'Udo ancor più che al congresso si giocherà alle amministrative di primavera: «Subito dopo il risultato negativo delle politiche spiega D'Onofrio - è stato il successo delle amministrative che ha consentito al progetto Udc di decollare. E nella prossima primavera l'Udo può puntare a un risultato ancora più rotondo». Cinque, sei per cento? «Possiamo avvicinarci all'S...». Per la guida del partito i giochi sono già fatti: Follini sarà segretario, D'Antoni vice e Buttigliene presidente Per lui un'eccezione alla regola che prevede incompatibilità con gli incarichi di governo Pre-congresso all'insegna del dibattito sui rapporti col governo. Il ministro delle Politiche comunitarie: «L'appoggio esterno non è sinonimo di ribaltone» Berlusconi e Fini sono stati invitati, ma a loro e a tutti i leader degli altri partiti (salvo contrordini) non sarà concesso di parlare Il ministro Rocco Buttiglione e il leader di Democrazia Europea Sergio D'Antoni I due leader «storici» del Ccd: Pier Ferdinando Casini e Marco Follini Paolo Cirino Pomicino: un «de dee» Tote Cuffaro, presidente della Sicilia

Luoghi citati: Comune Di Roma, Roma, Sicilia