TOCCA A NOI SALVARE LE ORCHESTRE di Salvatore Accardo
TOCCA A NOI SALVARE LE ORCHESTRE APPELLO A TUnii MUSICISTI TOCCA A NOI SALVARE LE ORCHESTRE Salvatore Accardo NON voglio nemmeno immaginare che alla Orchestra Sinfonica della Rai di Torino tocchi lo stesso destino capitato alle sue tre sorelle di Napoli, Roma e Milano che la televisione di Stato, soltanto pochi anni fa, ha deciso di chiudere. La sola idea è intollerabile, se succedesse sarebbe un dramma. Per tutti i musicisti italiani la perdita di quelle orchestre è stata una ferita dolorosissima, pazzesca; per molti anni, lì si è fatta della vera musica, lì hanno lavorato dei magnifici colleghi: Gazzelloni, Asciolla, Brengola, Petracchi, Ceccarossi, Stefanato e senz'altro dimenticò qualcuno di eguale valore. Per Napoli, la fine dell'Orchestra Scarlatti è sta-ta un colpo talmente duro che ha ancora delle conseguenze sulla vita musicale della mia città e di tutto il Sud. Torino non ha bisogno di una analoga iattura: non deve accadere. Sono allarmato, ma purtroppo non stupito. Oggi in Italia, verso la musica che amiamo, non c'è neppure indifferenza: prevale il fastidio. La mediocrità vince e la Rai non fa eccezione. Bisogna tagliare, si dice, e il ministero dei Beni Culturali comincia a punire le realtà più deboli, quelle Società di Concèrti che nelle nostre città, nelle grandi come nelle piccole, rappresentano l'ossatura fondamentale della vita musicale, le palestre dove i giovani si formano e si fanno conoscereMolte di loro sono con l'acqua alla gola, non hanno alcuna certezza di finanziamento e dunque non sono in grado dprogrammare le stagioni future perché non sanno se glimpegni presi con gli artistpotranno essere mantenuti. L'insegnamento della musica nella scuola dell'obbligo è ancora un'utopia e non c'è nessun segnale concreto di cambiamento in questa direzione: i ragazzi italiani crescono senza sapere chi siano stati Mozart e BeethovenPerché il loro orizzonte culturale ed estetico deve essere privato di questa bellezza? Noi musicisti abbiamo una responsabilità grande: in passato ci siamo dati poco da fare, troppo preoccupati di noi stessi. Ora non è più il momento di restare inertiora, tutti assieme - tutti davvero i migliori artisti italiani - devono riuscire a farsi ascoltare, preparando senza divisioni un documento comuneun programma minimo di intervento da difendere con ogni convinzione, perché quello che temiamo non acca-
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