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L'esoterismo «degenerato» del morandiano Bissier BOLOGNA L'esoterismo «degenerato» del morandiano Bissier Al Museo Morandi la prima antologica italiana del solitario artista tedesco Marco Rosei DRIMA antologica italiana di uria grande coetaneo tedesco di Morandi, Julius Bissier, certo vicino e paragonabile per altezza e purezza poetica, ma alternativo sul piano dei linguaggi pittorici del XX secolo: realtà romanza di Morandi, ancorata alla terra e portata all'estrema decantazione lirica dal parallelo pittorico dei poeti ermetici; vocazione mistica ed esoterica, radicata nella filosofia tedesca del XIX, di Bissier, spirito rivolto all' Oriente, simboleggiata lungo quarant'anni dalla preferenza per il segno e il gesto pittorico con l'inchiostro di china e ribadita dalle distillate amicizie, da Brancusi a Schlemmer ad Arp. Maestro solitario e «segreto» negli anni nazisti dell'«arte degenerata», fu scoperto nella stagione informale con la personale alla Biennale del 1960. Riemersero allora, stupefacenti archetipi della pittura di segno e di gesto, le sue chine a partire dal 1931 con i simboli zen di maschile-femminile, vita-morte, dell'uovo fecondato, basate sugli studi del sinologo Grosse e dell'antropologo e mitografo Bachhofen. Erano state precedute da ima fase,documentata in mostra, vicina alla Nuova Oggettività ma con personali venature metafisiche e surreali. Alle chine, il cui suono è più alto e puro anche a confronto con Hartung, con Kline, con Soulages, si alternano, nei tardi anni '30 e durante la guerra, minuscole magiche preziose tempere di natura morta, sfociando, nel ventennio fino alla morte nel 1965 un anno esatto dopo Morandi, nella poesia assoluta di acquerelli e tempere: sogni ed epigrammi cromatici di figurazione-astrazione in cui gli sono soli compagni Klee e Morandi. Julius Bissier Bologna, Museo Morandi Orario da martedì a domenica 10-18 Chiuso lunedi Fino al 31 gennaio «Colonne di Brancusi II», 1946 di Julius Bissier