Marta, la friulana che ingolosì i Kennedy

Marta, la friulana che ingolosì i Kennedy Marta, la friulana che ingolosì i Kennedy Folco Portinari CHIESI a Caroline e a John quab erano i loro piatti preferiti. Caroline rispose pollo alla panna con riso e piselli e John disse che preferiva i bocconcini di manzo con pane tostato a pranzo. Per entrambi preparavo una besciamella nella quale mettevo b pobo e la carne. Amavano anche i pollo alla Kiev con kasha, b roast beef con lo Yorkshbe pudding e il manzo Stroganoff [...], poi entrambi volevano le scaloppine di vitello ripiene di salsiccia e cotte con carote, infine servite con fettuccme». Horresco referens..., ma sbaglio, perché è chiaro che mi trovo di fronte a un'altra civiltà. Caroline e John, infatti, sono i figb di J.F, e Jacqueline Kennedy, come li descrive la più autorevole, e autorizzata, testimone dbetta. Che è un'italiana, una friulana, Marta Sgubin, finita molto casualmente presso i signori Onassis Kennedy e molto casualmente diventata la loro cuoca. La quale Marta Sgubin ba pure scritto, sollecitata dagb ex bambini, un libro (Campanotto, pp. 222, C 22,50), corredato da molte fotografie prese di rapina, intime e familiari, con un ricco corredo di ricette (ciò che più interessava ai fratelli). Intanto cerchiamo di sapere chi è Marta Sgubin. E', era, una giovane friulana con la vocazione di fare l'attrice, vocazione che le sarà fatale. Dal suo minuscolo paese, terminate le scuole, si trasferisce da una soreba a Venezia. Diciottenne, per sostenersi trova lavoro presso la famiglia di un diplomatico francese, monsieur Gaussen, con moglie e cinque figli. Le affidano l'incarico di badare all'ultima nata. Da questo momento non si staccherà più dai Gaussen, che la porteranno con sé in gbo per il mondo in sempre nuove sedi consolari, ma senza mai abbandonare la passione teatrale. Anzi, a Washington frequenta una scuola di recitazione, tra il '60 e il '63, dove conosce una signora con la medesima vocazione. E' la signora Auchincloss, la madre di JacqueUne Bouvier. Ti gruppo, franco-americano, si chiamava La Marette. L'incontro risulterà decisivo. Marta, è vero, non voleva assolutamente lasciare i Gaussen, ma la suocera di J.F.K. non mollò la presa. Finché non intervenne Aristotele Onassis in persona, il quale non si arrese se non quando la Sgubin si trasferi presso la già vedova Kennedy, ora in Onassis. Una biografia che un romanziere del '700 avrebbe appetito per scriverci una storia ab'insegna debe «stravaganze del caso». Fino a questo momento, però, non v'è cucina per Marta, che svol- gè un'attività tra maggiordomo (preparare e curare i ricevimenti) e governante (accudbe i due ragazzini), ma inserita proprio dentro la famiglia. Quel che si dice: una di casa. La passione gastronomica arriva in un secondo tempo, quando incomincia a navigare per tutti i mari sul Christma. «Non ci sono molte cose da fare su una nave, così andavo in cucina e guardavo cucinare [...]. Il signor Clement, b capocuoco, lavorava da Onassis da quarant'anni e conosceva bene i suoi gusti». In questo modo, «per caso» o per vincere la noia, nasce la cuoca, che scriverà poi b suo libro, anche di ricette, come un po' tutti i cuochi: Cucinando per Madam. Già, «madam»... C'è un piccolo episodio buffo dietro quel «madam». Nei tanti anni passati dai Gaussen, francesi. Marta si rivolgeva alla padrona chiamandola correttamente «madame». Passando quindi nella nuova casa si rivolse alla padrona chiamandola «madam». cambiando accento e, inconsapevolmente,'significato. Bise Jacqueline e le spiegò che «madam» è b termine con cui si indica in inglese la tenutaria di un bordebo. Ma la cosa la divertì e abora pretese di essere sempre chiamata, non solo in privato, con queb'ambigua parola. Che cuoca era la Sgubin? E' qui giunto b momento deba mia confessione, persino un po' necrofila, d'amore per Madam. A prescindere dabe rendite e dab'awenenza l'avrei sposata. Il libro deba Sgubin c'entra, galeotto: se si escludono i dolci, in tutte le ricette o quasi si trova l'agbo, non intero, tanto per insaporire, dopo si toglie, ma taglia- to fine fine, che di sé impregni i companatici (se io fossi colto farei l'assessore alla Cultura e se fossi l'assessore aba Cultura di Alba inviterei Marta per una superba bagna caoda, seguita da una zuppa di tartufo, ecco perché Alba, che tanto piaceva ad Aristotile - e forse anche a Platone). Paura dei vampiri? Non so se Cucinando per Madam sia un libro pettegolo perché ci consente di entrare in una delle case più «in» nel mondo del secolo scorso, passando daba cucina, guardando dal buco della serratura alcuni dei personaggi più celebri. Tutt'altro, mi pare. E' invece b modo più affettuoso che ci è dato di pensare: il sentimento dominante è proprio l'affetto, di chi appartiene ormai aba famiglia, un amore che parte dai due bambini, spesso in complicità gastronomica. I gusti di Jacquebne sono assai semplici: molta verdura, per esempio, e sempre cotta, tranne gli onnipresenti pomodori. Molti dolci. E' per altro ovvio che ci siano piatti possibib solo perché siamo in casa Onassis. Non solo le zuppe di tartufi, ma b tortino di patate e tartufi, uno strato di patate a fette e imo i tartufi, per tre strati. O l'insalata di aragosta debo zio Teddy, che prevede un crostaceo a cranio, assieme a mais pomodori avocado aneto pepe maionese. E poi ci sono i pranzi sul vassoio, i più intimi, in biblioteca, dove ricevere un'amica a colazione (magari Hblary C): insalata di pollo o di granchio (mai gamberetti) o insalata di cozze, con tanta frutta. Abe feste. infine, cattobcamente l'agnebo. Natale o Pasqua che sia, senza deroghe, tutti assieme, come pretendeva Madam, anche diciassette a un tavolo per dieci. Qualcosa di itabano? Sì, qualche risotto (con gb spinaci o primavera), una sola ricetta di spaghetti al pomodoro, basbico e mozzareba, un merluzzo in umido, la zucca con cipolle, persino un bastardissimo viteltonné. Un'Italia un po' americanizzata. Trovo abbastanza naturale che Marta sia venuta incontro al gusto, cioè alla cultura, di Madam, americana. IN «CUCINANDO PER MADAM», LE RICETTE DELLA CUOCA DI JACQUELINE: TRA FORNELLI FUMANTI E GARBATO PETTEGOLEZZO IL «GUSTOSO» SQUARCIO DI UN'EPOCA I Kennedy: Marta Sgubin era molto legata al piccoli Caroline e John

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