Niente Almodóvar su Raidue per rispettare i bambini

Niente Almodóvar su Raidue per rispettare i bambini CANCELLATO IL FILM «TUTTO SU MIA MADRE»: IERI ERA LA GIORNATA SUI DIRITTI DELL'INFANZIA Niente Almodóvar su Raidue per rispettare i bambini La decisione all'ultimo momento di Marano scatena le reazioni: scelta bigotta e ipocrita polemica Fulvia Captata ROMA . A POCHE ore dalla messa in onda, dopo aver orchestrato una corposa (e costosa) campagna pubblicitaria per lanciare l'avvenimento, il direttore di Raidue Antonio Marano scopre che «Tutto su mia madre», il film di Fedro Aimodóvar vincitore dell'Oscar nel 2000, amato e osannato dal pubblico e dalla critica dì tutto il mondo, non è adatto ai telespettatori della seconda rete tanto da deciderne su due piedi la cancellazione. In particolare, non è giusto che lo vedano gli adolescenti e i bambini di cui, proprio ieri, ricorreva la Giornata nazionale dei loro diritti. Così, al posto del capolavoro del regista spagnolo, è stato programmato in fretta e furia l'ignoto tv-movie «Gioco spietato», opera sui cui meriti e demeriti in effetti si sapeva ben poco. «E' un modo per rispettare la Giornata sulla Convenzione dell'Onu - spiega Marano -: il film di Aimodóvar ha un contenuto forte e non ci è sembrato opportuno mandarlo in onda proprio oggi». Fin qui le motivazioni nobili, anche se decisamente tardive. Ma un attimo dopo il rigore morale si appanna ed ecco emergere meno elevate questioni di palinsesto: «Oltretutto - riflette Marano - su Raiuno c'è anche la partita della Nazionale e bruciare una prima visione di un Oscar in questo modo ci è parso sbagliato». «Tutto su mia madre», aggiunge il direttore, andrà in onda eccome, solo «più avanti, l'S o il 10 gennaio, sempre in prima serata». E allora? Dove saranno andate a finire, per quella data, le attenzioni rivolte agli spettatori più giovani? La presidentessa del Moige Maria Rita Munizzi, che ieri si rallegrava per «la sensibilità nuova» dimostrata dal direttore di Raidue, ha gioito troppo presto. A gennaio le toccherà partire in quarta di nuovo contro la programmazione del film. Intanto, però, Marano ritiene, come si mormora tra i suoi collaboratori, di aver forse peccato di eccesso di zelo, ma anche di aver evitato, in un momento particolarmente difficile per l'azienda, una nuova crocifissione: «Visto che "Tutto su mia madre" è stato annunciato per giorni con una martellante campagna di spot - osserva Gianni Vemetti della Margherita - c'è da domandarsi anche quanto sia costato alla Rai questo improvviso, imprevisto, e inopinato ripensamento. Non vorrei che il brusco dietrofront su un'opera di grande valore cinematografico abbia più a che vedere con i guaì dì queste ore in casa Rai che con la invocata sensibilità dei minori». Secondo il deputato Verde della Commissione cultura Mauro Bulgarelli, la decisione dei vertici di Raidue «è ipocrita, frutto di una morale bigotta, davvero incomprensibile, alla luce della programmazione spesso oscena che vediamo sulla tv di Stato». Insomma; conclude Bulgarelli «dopo Biagi e Santoro, la Rai del centrodestra fa fuori .anche Aimodóvar». Interpretato da un cast di attrici meravighose (Cecilia Roth, Marisa Paredes, Penelope Cruz, Antonia San Juan, Candela Pena), denso di riferimenti teatrali e e cinematografici, «Tutto su mia madre», vincitore al Festival di Cannes '99 del premio per la migliore regia, descrive, in un perfetto equilibrio di tragedia e ironia, lacrime e rìsate, l'epopea di una madre che, dopo aver assistito alla morte dell'unico figlio in un incidente stradale, si mette alla ricerca del padre, ovvero l'ex-marito che nel frattempo ha cambiato sesso. Dall'intreccio di storie e di passioni viene fuori alla fine, più forte di tutto e di tutti, un prorompente inno alla vita e alle infinite possibilità d'amore che essa offre. Per vederlo in tv, a questo punto, bisognerà aspettare l'anno nuovo. Una scena del film di Aimodóvar «Tutto su mia madre», premio Oscar nel 2000

Luoghi citati: Cannes, Marano, Roma