D'Ambrosio: «Avevamo ragione la questione non era fondata» di R. M.

D'Ambrosio: «Avevamo ragione la questione non era fondata» D'Ambrosio: «Avevamo ragione la questione non era fondata» il magistrato MILANO E# un passo avanti». Gerardo D'Ambrosio, procuratore capo di Milano, non nasconde una certa soddisfazione nell'apprendere che la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito sul legittimo sospetto. «Cos'avevamo detto fin dall'inizio? che la questione non era fondata», ricorda. Sottolineando identità di vedute con i giudici della Consulta. Una soddisfazione che arriva alla vigilia del suo pensionamento (la data è il 29 novembre) e ribalta la delusione che aveva espresso proprio all'indomani dell'approvazione della legge Cirami: «Lascio una professione di magistrato con l'amarezza di veder cose che non avrei mai supposto. La cosa che mi ha più deluso, in tutta la mia carriera, è un legislatore che fa leggi su misura. Un'amarezza che rende più facile il passo da magistrato a pensionato». Sul giudizio riguardo alla Cirami D'Ambrosio, del resto, non ha mai nascosto la sua opinione: «Una mostmosità giuridica, piena di prò-. fili di incostituzionalità». Adesso quel «passo avanti» della Consulta: una strada aperta a un'eventuale dichiarazione di incostituzionalità della legge appena varata? Il procuratore questo non lo dice. Ma fa capire chiaramente che, a suo parere, è un pensiero che aveva sfiorato anche chi la legge Cirami l'ha fortissimamente voluta. Dice infatti D'Ambrosio: «Se non avessero avuto il sospetto che la questione non fosse fondata, probabilmente anche gli esponenti di Forza Italia, che pure sono esperti di diritto, non avrebbero avuto tanta fretta di approvare la legge Cirami. Ritengo invece che, come abbiamo sempre detto noi, fossero ben coscienti dell'infondatezza del quesito di costituzionalità. Adesso è evidente per quale motivo non è stata accolta la proposta avanzata nei mesi scorsi da Giovanni Conso». A settembre il presidente emerito della Corte Costituzionale aveva presentato un'ipotesi: congelare tutto, sia l'iter parlamentare della legge Cirami che i processi in corso a Milano dove la questione del «legittimo sospetto» era slata posta (cioè Imi-Sir e Sme) in attesa che la Corte Costituzionale si pronunciasse sul quesito posto dalla Cassazione. Una proposta subito accolta con favore da D'Ambrosio: «Si potrebbe fare - aveva detto il procuratore - se davvero l'iter della legge Cirami dovesse essere interrotto, potremmo prendere in considerazione l'ipotesi della sospensione dei processi». A decidere doveva essere ovviamente il tribunale ma è evidente che un eventuale parere favorevole della procura poteva avere il suo peso. Invece, come si sa, non se ne fece nulla: la maggioranza parlamentare di centrodestra decise di arrivare ugualmente all'approvazione della legge. ((Adesso si spiega perché non hanno voluto aspettare con serenità il giudizio della Corte costituzionale», chiosa D'Ambrosio. Ricordando sue parole quasi profetiche: «La fretta è immotivata; evidentemente si vuole anticipare la Consulta nel timore di un parere negativo». [r. m.]

Luoghi citati: Milano