lmi-Sir, ignorata la Cirami

lmi-Sir, ignorata la Cirami IL TRIBUNALE DI MILANO: CE' GIÀ LA RICHIESTA DEI LEGALI ALLA CASSAZIONE lmi-Sir, ignorata la Cirami Non si ferma il processo a Previti Silvano Rubino MILANO Doveva essere il giorno dello stop, per il processo Imi-Sir/Lodo Mondadori: con la legge Cirami approvata definitivamente, sembrava infatti che il suo destino fosse quello di una sospensione, in attesa della decisione della Corte di Cassazione sulla richiesta di spostamento di sede, già inoltrata dalle difese. Invece il processo che vede tra gli imputati il deputato di Forza Italia Cesare Previti e l'ex capo dei gip romani Renato Squillante, andrà avanti. E dal 22 la parola passerà alle difese, per le arringhe finali. Appena approvata, quindi, la nuova disposizione e le sue diverse possibili interpretazioni diventano immediato terreno di scontro e accendono il dibattito tra le parti del processo. Si comincia con il primo dubbio: quello sull'approvazione della legge. In apertura di udienza, il presidente Carfì invita le difese a presentare il calendario dei loro interventi, come previsto. Ma i difensori di Previti, Alessandro Sammarco e Giorgio Perroni, chiedono subito la sospensione del processo, ai sensi della nuova legge «che è entrata in vigore questa mattina». «No, veramente entrerà in vigore domani», replica Carfì. Ma i legali esibiscono il testo della legge scaricato dal sito della «Gazzetta Ufficiale» - che riporta la data del 7 novembre. La corte ne prende atto, acquisisce il testo e precisa che prenderà in considerazione solo una richiesta di «sospensione discrezionale», prevista dall'articolo 2 della Girami, che recita che «in seguito alla presentazione della richiesta di remissione il giudice può disporre la sospensione». Può, appunto, e non deve. L'obbligo scatta solo quando dalla Cassazione arriva la comunicazione ufficiale che la richiesta è stata dichiarata ammissibile. Ifògàtivo il parere delle parti civili, negative» quello dell'accusa. Ilda Boccèssih'ì spiega che nel caso del processo Imi-Sir «vi è già radicata presso la Corte di Cassazione una richiesta di re- missione», che «non ci sono i presupposti per una sospensione» e che, quindi, «la legge Girami non si applica ai processi in corso». Insomma, per l'accusa la richiesta fatta dai difensori ha già intrapreso un iter sulla quale la nuova legge non dovrebbe incidere. Cinquanta minuti di camera di consiglio e il tribunale, con un'ordinanza, decide di non sospendere. I giudici ricordano che, lo scorso 31 maggio, la Corte di Cassazione, inviando gli atti alla Consulta per sottoporle la questione della mancanza del legittimo sospetto nel vecchio ordinamento, «respingeva la richiesta di sospensione del presente dibattimento avanzata dalle difese, non ravvisandone i presupposti». Per il Tribunale, quindi, «non si appalesano ragioni che possano indurre a discostarsi da quel pronunciamento, anche tenuto conto che nessun nuovo motivo è stato addotto dalle difese a sostegno della loro richiesta di sospensione». In assenza - per ora - di quella comunicazione formale da parte della Suprema Corte che obbliga allo stop, il processo può quindi proseguire. I difensori di Previti prendono la parola e ribadiscono di voler attendere il responso della Cassazione, prima di pronunciare le loro arringhe: «Ricordo che è stato lo stesso tribunale a dichiarare di non voler fare corse», dice Sammarco. Replica piccata di Carfì: «Parlare di corse a questo collegio, oggi, mi pare indelicato». Alla fine, è il presidente a stabihre il primo intervento delle difese: il 22 novembre toccherà ai legali di Giovanni Acampora trarre le loro conclusioni in aula. La decisione, ovviamente, non piace ai difensori di Previti. «Come può andare avanti un giudice gravato da sospetto?», si domanda Sammarco, che aggiunge: «Non ha senso andare avanti in una situazione in cui il processo verrà sospeso». «Presto le condizioni per ima sospensione obbligatoria arriveranno aggiunge Perroni -. Sarà inevitabile perché così vuole la legge subito dopo la comunicazione da parte della Cassazione». Che - i legali ne sono convinti arriverà molto presto. li pubblico ministero Ilda Boccassini

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