Auto, segnali di ripresa per il Lingotto

Auto, segnali di ripresa per il Lingotto OGGI I DATI SULLE VENDITE IN ITALIA: IL MERCATO FRENA MENTRE LA QUOTA DELLA CASA TORINESE TORNA A SAURE Auto, segnali di ripresa per il Lingotto Fresco: ffledigna amara ma funzionerà. Barberis: misure a tempo Vanni Cornerò A*y v - ,.. —f Ottobre è stato un altro mese difficile )er U mercato dell'auto in Italia, ma à Fiat si è mossa in controtendenza recuperando terreno: «La nostra quota - ha detto Giorgio Gorelli, vicepresidente per le vendite della Business Unit Fiat/Lancia, durante la presentazione della nuova Stilo Multi Wagon è stata del 29-29, l0Zo a fronte del 28,60Zo di settembre». Rispetto allo stesso mese dello scorso anno, ha aggiunto Gorrelli, i volumi di vendite di Fiat Auto sono calati del 1007o: «Un fatto legato alla nostra nuova poUtica commerciale, totalmente all'opposto di quelle delle altre case automobUistiche, che vede la riduzione di vendite dei veicoli a "chilometri zero", poco remunerativi». Insomma, i risultati dimostrano, come ha sottolineato il manager del Lingotto, che Fiat Auto «sta mettendo in pratica la politica dei piccoli passi, ma costanti». Ad ottobre le vendite dèi nuovi modelli di Fiat e Lancia hanno dato indubbie soddisfazioni: «Abbiamo venduto 2000 monovolumi Ulysse e 1300-1400 Phedra - ha spiegato ancóra Gorrelli -. Si tratta di un successo oltre le aspettative. Altri ottimi risultati, seppur su numeri ovviamente diversi, i stiamo ottenen- do con Thesis». Anche le vendite della Stilo, dopo qualche difficoltà iniziale, ora hanno preso la direzione giusta. «La Sfilo rappresenta, per la Fiat un cambiamento di rotta, un salto generazionale che - ha tenuto a sottolineare il vicepresidente vendite - sta cominciando ad attrarre u.. vasto pubblico ed a suscitarne l'interesse». Anche la Stilo Multi Wagon non è semplicemente una "familiare", ma un "multi purpose vehicle" che sa trasformarsi di volta in volta nell'auto giusta per una determinata situazione. Intanto sul rilancio della Fiat il presidente Paolo Fresco ha scritto una lettera pubblicata ieri dal Corriere della Sera e, sempre ieri, il direttore generale responsabile dell'attività industriale Alessandro Barberis ha affrontato l'argomento nel corso della trasmissione-inchiesta «Ballare», su Rai Tre. «Noi abbiamo scelto la Stilo perché è un po' il simbolo, è l'auto in questo momento di punta, e in questo momento ci si trova davanti ad una crisi forte», ha detto Barberis, annuncùùido contemporaneamente il lancio di nuovi modelli: la «piccola» del segmento A, la Punto Restyling, la monovolume della Punto e la «Y», che dal 2003 sostituirà quella attualmente in produzione. Poi, sulle 8100 richieste di cassa integrazione Barberis ha precisato: «Il nostro piano prevede un utilizzo della cassa integrazione straordinaria per un periodo temporaneo negli stabilimenti di Cassino, Mirafiori, Arese e, marginalmente, Pomigliano». Alla domanda se tutti e cinque gli stabilimenti riapriranno il manager ha risposto; «Sì. Un anno è il tempo che abbiamo previsto per riuscire nei nostri obiettivi, con prodotti nuovi e con gli investimenti che stiamo facendo: 2,5 miliardi di euro all'anno per 2003,2004 e 2005». Capitoli, quelli degli investimenti e del ricorso alla cassa integrazione affrontati anche da Paolo Fresco nella sua lettera aperta. «Le risorse messe in campo, con disponibilità finanziarie per 7,5 miliardi - scrive il presidente della Fiat - sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi di rientro del debito sui quali l'azienda si è impegnata con banche e agenzie di rating. Il piano messo a punto per Fiat Auto è una cura energica in cui credono anche le banche. Ora dobbiamo portarlo avanti per tornare ai livel i di competitività necessari per jStìrendere un cammino di sviluppo.^E per quggtp^bjamp ài^yii ijmjiettere ne là società nuove risórse fìlianziarie con un aumento di capitale». Fra gli interventi previsti dal piano Fresco evidenzia che «quelli riguardanti le persone sono certamente i più dolorosi, ma si è scelta la soluzione meno penalizzante perchè il ricorso alla cassa integrazione straordinaria non comporta una perdita permanente del posto di lavoro. È una medicina amara, ma non prenderla significherebbe mettere a rischio il futuro stesso dell'azienda». Quel che è del tutto fuori luogo, afferma con forza il presidente «è l'idea di una Fiat che si sarebbe improvvisamente convertita all'assistenzialismo. Il gruppo ha contribuito al fondo che alimenta la cassa integrazione con 310 milioni di euro tra il 1997 e il 2001, ufilizzandone meno di un terzo. Credo che in questo Paese abbiamo ricevuto, in base a leggi di cui tutti potevano e possono beneficiare, contributi statali in passato anche significativi, che comunque rappresentano una minima parte degli investimenti che il Gruppo ha fatto in Italia e, in particolare, nel Mezzogiorno. Vale la pena di ricordare che, con quasi 40 mila posti di lavoro, il gruppo Fiat è di gran lunga la più importante impresa privata del Meridione». II presidente della Fiat, Paolo Fresco

Persone citate: Alessandro Barberis, Barberis, Della Casa, Giorgio Gorelli, Paolo Fresco, Vanni Cornerò

Luoghi citati: Cassino, Italia