Ventuno paesi colpiti, in cinquemila senza una casa di Vincenzo Tessandori

Ventuno paesi colpiti, in cinquemila senza una casa SAN GIULIANO: LA MESSA SARA' CELEBRATA SOTTO UN TENDONE PER PAURA DI ALTRI CROLLI Ventuno paesi colpiti, in cinquemila senza una casa Oggi funerali di Stato. Ciampi: «Bisogna puntare sulla prevenzione» Vincenzo Tessandori inviato a TERMOLI Una macchia che si allarga e quando si fanno i conti ci si accorge che non c'è più l'orizzonte. Il terremoto si è fatto sentire in un'area vasta, anche in mare, a 40 miglia dalla costa palermitana fra Alicudi e Ustica. Ma è nel basso Molise e in una fetta di Puglia che ha colpito pesantemente: a San Giuliano, dove si è lasciato dietro quel segno tremendo, 29 morti, e un paese senza vita, eppoi Larino, eppoi Colletorto. Santa Croce di Magliano, Bonafro, Morrone. La lista si allunga, sono ventidue i comuni che chiedono aiuto. E c'è la gente, che ha bisogno di tutto: ci sono anche 144 feriti e gli sfollati son saliti a 5.500. Anche questo, come tutti i bilanci, non è definitivo, purtroppo, e Michele Iorio, presidente della Regione, ammette: ((Aspettiamo notizie dalle contrade e dalle frazioni più isolate per poter fare un bilancio più preciso. Non abbiamo, per fortuna, segnalazione di danni a persóne e questo ci tranquillizza, ma abbiamo, purtroppo, qualche segnale di allarme per Campobasso, dove si sono riscontrate lesioni sia nelle scuole che negli edifici pubblici». Il futuro prossimo è incerto, ma Iorio dice: «Il nostro intento è quello di ospitare tutta questa gente in strutture che assomiglino il più possibile ad abitazioni. Questo al fine di ridare tranquillità ai nuclei familiari. Devo però dire che c'è un problema che riguarda le scuole: ci sono molti comuni in cui sarà difficile riprendere l'anno scolastico. Su questo problema ho sentito il ministro Moratti e abbiamo in animo di intervenire con programmi didattici supportati da attività psicologiche che diano ai bambini, e non solo a quelli di San Giuliano, la necessaria serenità per ricominciare a studiare». Quanti nodi urgenti. Il freddo e la pioggia sono a un passo, avverte Guido Bertolaso, responsabile della protezione civile, che fa il punto a metà pomeriggio, davanti ai resti della scuola «Francesco Jovine»: «Siamo aggiornati ogni sei ore sulla situazione meteorologica». Poi snocciola un elenco di cifre: 500 tende per 2.800 posti letto, 190 roulottes, 100 wc chimici, 2.850 coperte, 8 cucine da campo, 3.715 uomini e donne impegnati nelle operazioni di soccorso. Dovrebbero incoraggiare, ma la gente sembra solo rassegnata. Oggi, il funerale delle vittime, tutte di San Giuliano, quasi tutti bambini. Ci sarà anche il presidente Carlo Azeglio Ciampi e la moglie Franca Pilla. Funerali, sottolinea Bertolaso, che «non saranno a carico dei parenti». Pagherà la Regione. Teletrasmessi in diretta Rai dalle 9,45. Parteciperanno il presiendete della Camera Casini e i ministri Pisanu e Moratti. Non è escluso che, al termine della cerimonia, il Capo dello Stato raggiunga la tendopoli di San Giuliano. Ieri da Livorno, dove si trovava in visita privata per rendere omaggio alle tombe dei suoi familiari, ha detto: «Sarò a San Giuliano per portare la mia solidarietà e un sentimento di grande pietà per i familiari». Poi ha parlato del colloquio telefonico con Antonio Borrelli, il sindaco di San Giuliano che ha perso la figlia: «È stato un momento molto toccante, perché è un uomo che ha visto colpita la sua città e la sua famiglia. Credo che abbia dovuto sopportare qualcosa di sovrumano». Infine, rispondendo a chi gli chiedeva che cosa si sarebbe potuto fare per evitare questo disastro, Ciampi ha detto: «Prevenzione, prevenzione, prevenzione. Ma la prevenzione, purtroppo, non ci garantisce e non ci potrà mai garantire da questi disastri». Ora è il futuro prossimo a preoccupare la gente e Bertolaso dice lui pure di voler «evitare tende e container. Non mi chiedete se saranno bungalow, alberghi o case prefabbricate. Di sicuro garantiremo un' abitazione degna di questo nome». Un'utopia? Il passato, quello recen¬ te e quello remoto, lo farebbero temere, ma Bertolaso non pare aver dubbi: «Se sbaglia, pago. Io mi prendo le mie responsabilità». Ma che cosa ha in mente? «Ho organizzato il vertice Nato a Pratica di Mare dei venti capi di governo della Nato. Con le opportune diffe¬ renze, garantiremo agli sfollati un' accoglienza degna di cittadini di un grande Paese qual è l'Italia. La protezione civile farà tutto il possibile per evitare il disagio». Nell'attesa, ci sono le tende, che rimangono una garanzia, magari piccola. A San Giuliano la tendopoli è sul poggio. A Larino c'è stata tensione, una donna, in tono esasperato, ha detto: «Non possiamo rientrare nelle nostre case, ma sono ore che io aspetto di sapere dove devo dormire, questa sera». Sul crollo, sul nodo delle mappe non aggiornate, su quello che è ormai al di qua della linea dell'orizzonte, Bertolaso mantiene un rigoroso silenzio: «Sul crollo né io né il prefetto Masone possiamo dire alcunché. Prima di parlare dobbiamo incontrarci anche con il magistrato, alle domande non si deve rispondere, neppure alle più banali». An¬ che Sante Ambrosini, ispettore regionale dei Vigili del Fuoco, considera proibito l'argomento mappe: «Non è che non mi senta di rispondere, è che altri sono deputati a farlo. Noi usiamo le mappe che ci passano». Poi si dilunga sulle difficoltà burocratiche per gli interventi, perché, dice. San Giuliano ha un cuore antico e soltanto la Sovrintendenza, «dopo gli opportuni accertamenti, potrà stabilire dove fare un intervento d'urgenza per poi passare a quello conservativo». Il fatto è che il sasso sotto cui erano rimaste celate quelle mappe è stato sollevato, e si è visto che questo argomento è pericoloso come un nido di vipere. C'è da aspettarsi nuove scosse, è sempre stato così, dunque il rischio rimane, ha osservato Bertolaso. «Vero, si registreranrio scosse ancora per qualche settunana, ma l'intensità dovrebbe diminuire progressivamente - dice Enzo Boschi, presidente dell'Istituto,, Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che ha partecipato a Larino alla riunione della commissione grandi.ijkpfti -• E' un fatto positivo. Più ce ne saranno e meglio sarà. Vuol dire che la terra si libera a poco a poco dell'energia che aveva accumulato, e non con grandi scosse». Quanto alle mappe del rischio sismico, «si è innescata una polemica ridicola». E spiega: «Il crollo della scuola si sarebbe verificato lo stesso. La legge sulle costruzioni antisismiche non riguarda le ristrutturazioni ma solo le nuove costruzioni». Quanto alle scosse sottovalutate, la Commisisone Grandi Rischi ha escluso che potessero essere una premonizione: «Il terremoto della sera prima non può essere associato alla tragedia».La gente di San Giuseppe spera in aiuti rapidi, anche se Giuseppe Di Salvio, 54 anni, operaio specializzato alla Fiat di Termoli, dice: «Se arriva qualcosa in fretta, forse si resta, sennò ce ne andremo. Qui è finito tutto, non c'è più niente. I bambini facevano stare qui la gente». E non parla dei suoi figli che hanno 29 e 26 anni. Parla del contesto, di questo suo paese così ferito, del lavoro divenuto incerto, di una speranza che è duro tenere in vita. Di questa macchia che si allarga. Il presidente della Repubblica «Voglio portare la mia solidarietà e un sentimento di grande pietà pertuttii familiari» Le esequie saranno trasmesse in diretta Rai dalle 9,45 Parteciperanno Casini, Pisanu e Moratti Attese nuovej-scosse il la Protezione Civile «Il rischio c'è Continueranno per qualche settimana però l'intensità dovrebbe diminuire» La Commissione Grandi Rischi: «Il terremoto della sera prima non può essere associato alla tragedia»