In Parlamento ora si prepara un nuovo assalto alla diligenza di Augusto Minzolini

In Parlamento ora si prepara un nuovo assalto alla diligenza RAFFICA DI EMENDAMENTI E DEPUTATI MOBILITATI IN VISTA DELLA STRETTA FINALE In Parlamento ora si prepara un nuovo assalto alla diligenza Giovanardi: al Senato passaggio decisivo perché dopo la legge sarà blindata Maggioranza chiamata alla prova mentre Tremonti difende il testo originale retroscena Augusto Minzolini ROMA Lf EMENDAMENTO sta li, sul tavolo del relatore della finanziaria Angelino Alfano, porta la firma di Daniela Santanchè, abolisce la tassa sulle affissioni e sui cartelloni pubblicitari, fa felice la Gonfcommercio e i grandi gruppi come McDonald's o i grandi marchi di moda, quelli cioè che possono permettersi insegne superiori ai cinque metri quadrati. Di contro toglie entrate - a seconda delle stime - dai 500 ai 700 milioni che i Comuni saranno costretti a reperire in altro modo, liberalizzando il settore, restringe la base occupazionale delle concessionarie e elimina ogni inibizione, con il rischio di trasformare le città italiane in tante Las Vegas. Di emendamenti del genere che possono mettere in croce la Finanziaria ne girano tanti nei corridoi di Montecitorio. Qualcuno è già andato a segno in Commissione Bilancio come quello presentato dal deputato di An, Maurizio Leo, che ampia gli sgravi fiscali dei redditi più bassi: costo 400 milioni di euro. Un altro deputato della Bilancio di Forza Italia, Gaspare Giudice, invece, ha intavolato con il governo una trattativa su un suo emendamento sui precari della Giustizia. «Io sono pronto a ritirarlo - spiega l'interessato - ma allora il blocco delle assunzioni deve valere anche per i precari dei Beni Culturali». Insomma, la finanziaria rischia di essere tirata come una coperta di qua e di là, mentre il ministro Tremonti, ultimo difensore del bilancio pubblico, è candidato a sperimentare 0 martirio di San Sebastiano, con gli emendamenti al posto delle frecce che trafiggono la sua legge. La situazione non è drammatica, ma è sicuramente seria. E siamo solo agli inizi. «Il vero assalto alla diligenza - prevede il ministro per i rapporti con il Parlamento, l'ex-dc Carlo Giovanardi, dall'alto della sua esperienza ventennale nelle aule parlamentari - comincerà al Senato. Perché da lì la Finanziaria tornerà alla Camera blindata e gli emendamenti che passeranno in aula saranno accettati dal governo». Naturalmente l'annuale «assalto alla diligenza» ha motivi diversi: alcuni sono strutturali; altri. invece, hanno ragioni politiche legate al momento. Intanto c'è un «lobbismo» dilagante. «Con il maggioritario - osserva il presidente della Commissione Finanze, Giorgio La Malfa - il costume è precipitato. Succedono cose mai viste. Se con la proporzionale, infatti, i parlamentari avevano l'ombrello dei partiti per ripararsi dai gruppi di pressione, ora invece sono alla loro mercé». Poi ci sono le lobby territoriali. «Noi lombardi - confida il senatore di Forza Italia, Tomassini - siamo incapaci: i più bravi dai tempi di Cesare Cicerone sono gli irpini. Poi i pugliesi e i siculi». Quindi c'è la gara tra i partiti ad accreditarsi presso i vari gruppi di interessi per ricevere maggiore attenzione. «Quest'anno - racconta Emerenzio Barbieri, segretario amministrativo dei Ccd - mi sembra più calma. Certo quelli di Alleanza Nazionale sono scatenati: hanno appetito dato che hanno digiunato per cinquant'anni». Ma il vero veleno che può rovinare l'atmosfera in cui si svolge l'esame della Finanziaria sono i tanti motivi di malessere che albergano nella maggioranza. Racconta U forzista siciliano Giudice, osservatore privilegiato nella commissione Bilancio: «Rischiamo di farci male. Il governo si è comportato come se la camera di compensazione, cioè la commissione bilancio, non esistesse. L'emendamento presentato da Leo, quello che costa 400 milioni di euro, era un tentati¬ vo di richiamare la sua attenzione, di spingerlo a una minore rigidità. Invece, non è servito a niente. E nella riunione che c'è stata una settimana fa a Palazzo Chigi Berlusconi, in partenza per Bruxelles, si è limitato a dire a Fini e Buttigliene: "Parlatene con Angelino". Angelino, cioè Alfano, è un bravo figlio, ma è giovane, non ha esperienza. ieneazFcBn in più l'appoggio di Berlusconi lo esalta fin troppo. Rischiamo di non andare da nessuna parte: ad esempio il decreto fiscale sulle aziende, quello che ha fatto impazzire la Confindustria, è entrato in Finanziaria svuotato. E' bastato che Tronchetti Provera dicesse a Berlusconi che in quelle condizioni la Telecom saltava ed è stato profondamente modificato. Tremonti ci è rimasto male». Proprio il ministro dell'Economia è il paladino del testo originale della Finanziaria. «So che giovedì conferma la Malfa - c'è stato uno duro scontro tra Berlusconi e Tremonti. In quell'occasione il ministro dell'Economia gli ha chiesto maggiore solidarietà. Io l'ho visto il giorno dopo e Giulio mi ha confidato che l'aveva avuta: sulle modifiche al decreto fiscale è riuscito a dire la sua. La verità è che il capo del governo dovrebbe stargli più appresso». Eh sì, perché la situazione rischia di ingarbugliarsi davvero. Non si arriverà a ribaltoni, ma la maggioranza ballerà. Questa è l'aria che si respira in Parlamento. «Vi posso assicurare al 100oZo prevede Ricciotti, ex-dc nelle file di Forza Italia, che conosce bene gli ex-dc che sono fuori - che ci sarà un indurimento dell'Udc sulla Finanziaria: lo farà avendo dietro il sindacato, il Vaticano, gli imprenditori. E la mia esperienza mi dice che quando si voteranno le tabelle dei ministeri, l'aula punirà i ministri impopolari, i vari Lunardi e 1 Sirchia. La verità è che non tutto può rimanere fermo. Dalla nomina di Frattini agli esteri, a quella di Scajola al partito, al ritomo di DeU'Utri, al rimpasto. Il presidente deve capirlo». Conferma uno degli ex-dc «più arrabbiati», Mario Tassone: «Il voto sulle tabelle darà l'esatta geografia del rimpasto che vorremmo. La verità è che questo governo non ce la fa. Ma io non posso votare un ministro che permette alle Ferrovie dello Stato di non partecipare a gare intemazionali dove invece corre la sua ex-società, la Roksoil». Queste sono le premesse per un novembre infuocato. Dal Ccd accuse ad An «Sono i più scatenati» Forza Italia sospetta dell'Udc: «Al momento di votare ci sarà un loro indurimento» A rischio i fondi dei ministri più impopolari e i li ministro dell'Economia, Giulio Tremonti

Luoghi citati: Bruxelles, Buttigliene, Fini, Las Vegas, Roma