«McDonald's, poste, scuole: agiremo lì»

«McDonald's, poste, scuole: agiremo lì» «McDonald's, poste, scuole: agiremo lì» I disobbedienti preparano la mappa di azioni durante il vertice Jacopo lacoboni Gli obiettivi sono cerchiati sulla piantina: «McDonald's, Rinascente, qualche sportello bancario, le poste centrali, due o tre scuole che non posso rivelare, l'università, il cantiere dell!Alta Velocità di Sesto Fiorentino...». Le forze vengono valutate senza autocompiacimento: «1 manifestanti disposti al tipo di azioni che abbiamo in mente saranno cinquemila. Forse qualcuno in meno. Non di più». Il terreno non è sufficientemente -dissodato: «Quelli che dovrebbero aiutarci a conoscerlo, il Social Forum fiorentino, sono schierati coi Cobas, capisci?, è gente moderatissima». Per questa ragione, i «capi» non hanno ancora licenziato la strategia. Si limitano a studiare l'arte della guerra. Ammettiamolo: non è che siano tutti amichevoli, i no global che stanno per staccare il biglietto per Firenze. Il disobbediente che racconta con cautela («puoi chiamarmi su un fisso?») definisce «piattaforma» il pacchetto di azioni che si va delineando, non si sa se con ambidestro riferimento al libro di HoueUebecq, lo scrittore processato in Francia per un'idea. Ha trent'anni, su per giù. Milita in una grande città italiana. Fa parte del «direttivo» dei disobbedienti. Sì, perché quelle che vengono sommariamente definite «ex tute bianche» possiedono un «direttivo». I nemici interni (il movimento è alquanto diviso) li accusano: non voghamo «capetti». Loro replicano: «Ok discutere, ma poi bisogna decidere». Ecco, una cinquina, o giù di lì, avrebbe deciso: forme di protesta radicali, «cose come picchettaggi e occupazioni», ci saranno. Una di queste, suggerita dal Movimento antagonista toscano, sarà il tentativo di «cingere» la base militare americana di Camp Darby. «Noi a Firenze non andiamo per fare un seminario di studi. Per chi ci avete preso? Mica siamo come quegli impettiti convegnisti della Rete Lilliput, che si infilano giacchetta cravatta cuffiette per la traduzione e sono tutti contenti di mettersi un pass sulla camicia. Certo, neUe trappole del governo non voghamo cadere, levano l'allarme per colpevolizzare in anticipo qualsiasi pratica di conflittualità. Però questo ricatto non può neanche paralizzarci». Se ha ragione lui, amen: non li paralizzeranno. Il disobbediente distoghe lo sguardo dalla piantina e si sofferma sulle forze: «Il blocco violento, il black bloc, praticamente non ci sarà. Anarchici francesi, boemi, spagnoli sono concentrati sul G8 in Francia, e sui vertici di Copenaghen e Tessalonica. Con noi disobbedienti, i dimostranti pronti a usare il proprio corpo saranno gli spagnoli di Mrg, il Movimento di resistenza globale, i londinesi di Reclaim The Street, più qualche greco». Quelli che lui chiama gli «sfigati anarchici» dei centri sociah più ingestibili «non credo che verranno a Firenze, e poi loro sono i più controllati, controllabili e infiltrabih dalla polizia. Ridicolo, invece, pensare che a questa resistenza attiva possano partecipare sigle come Attac Francia oppure Globalise Resistancer. sono socialdemocratici, loro. Naturalmente, prima di essere attuato questo conflitto dovrà persuadere un universo in cui. chiunque - anche r«arrabbiato» più estemporaneo - ha voce. Sono queste schegge che non gradiscono il «decisionismo» dei CasariniCaruso-Lutrario-Lussurgiu-Fratoianni. Queste che possono suggerire - o, paradossalmente, frenare - anche gesti più radicali. Guardate Internet, c'è chi propone: «Se arriveranno a uno spostamento la risposta del movimento deve essere durissima. Bisognerà far arrivare lo stesso i compagni dal- l'estero e a questo punto gh spazi ce li prendiamo da soli». Chi profetizza: «Non credo che il problema possa venire dalla polizia. A meno che non succeda qualcosa di molto grave "filmato no global". È possibile che l'idea sia questa». Ma-anche chi frena, coltivando propositi non violenti alla John Lennon. Volete un esempio? «Fantasia-al-potere» ha posta¬ to su un sito antagonista: «Sarebbe bello lasciarli tutti h, blindati e in assetto di guerra, e non presentarsi al corteo. I viali completamente deserti. Immensi spazi vuoti circondati da migliaia di figure perplesse in divisa a chiedersi dove siamo finiti». Poi la fantasia, come sempre, si scontrerà con la realtà. Qualcuno non vede l'ora del crash. «Picchettaggi e occupazioni anche in banche, Università cantieri Alta Velocità. Siamo menodiBmilaJblack bloc non dovrebbero venire» ■ PUNTI A RISCHIO ©McDonald's Stazione Centrale ©McDonald's Via Cavour ©Rinascente Piazza della Repubblica ©Poste Piazza della Repubblica k^fi ^ I t^0 ri ©Facoltà di Scienze Politiche Via Laura Sesto Fiorentino Piazza delle Cure GLI OBIETTIVI DEI DISOBBEDIENTI CAMPO PI MARTE ©Facoltà di Architettura Via Micheli, JCV Rettorato Piazza San Marco ©CANTIERE TAV Alta velocità di Sesto fiorentino I DUE PERCORSI DELLA MANIFESTAZIONE ■^ 2

Persone citate: Darby, Fratoianni, John Lennon, Lutrario

Luoghi citati: Copenaghen, Firenze, Francia, Sesto Fiorentino, Tessalonica