Martini: con le sue parole il premier riacutizza il caso di Renato Rizzo

Martini: con le sue parole il premier riacutizza il caso IL «GOVERNATORE» TOSCANO DEVE GESTIRE UNA SITUAZIONE VIA VIA PIÙ COMPLICATA Martini: con le sue parole il premier riacutizza il caso «Il titolare del Viminale parla della cooperazione tra noi e il governo: è un'idea che condivido» intervista Renato Rizzo CLAUDIO Martini, presidente della Regione Toscana, ha il tono di chi, dopo essersi sforzato di considerare a tutti i costi il bicchiere mezzo pieno, teme non solo di vederlo mezzo vuoto, ma che, addirittura, glielo portino via. Analizza il discorso del ministro Pisanu e cerca, come si dice, più ciò che unisce che ciò che divide. Poi sull'asse dell'equilibrio cade il masso delle affennazioni di Berlusconi. Il premier sostiene che «a Firenze ci saranno sicuramente devastazioni» e chiede al responsabile dell'interno una relazione «approfondita e dettagliata sui pericoli che corre il capoluogo toscano». E' cosi, Martini? Queste parole fanno «saltare le certezze» che aveva tratto ascoltando Pisanu? i «Diciamo che, sentendolo, io avevo colto tutt'altro significato. Un presidente del Consiglio non può comportarsi così: le sue parole riacutizzano il "caso". Smentisca e restituisca la pienezza del mandato al proprio ministro che ha detto cose diverse». Quali sono, ora, le sue valutazioni sul caso Firenze? «Pisanu ha accennato alla possibilità d'una cooperazione tra istituzioni locali e governo per garantire la sicurezza dei cittadini. E' un'idea che apprezzo e condivido. Noi, negli ultimi tempi, abbiamo compiuto un lavoro cospicuo: s'è operato per realizzare la miglior accojlienza e le migliori strutture possijili; si sono stabiliti rigidi controlli diurni e notturni. E, per la prima volta, dopo Genova, abbiamo attivato un dialogo tra forze dell'ordine e movimento». E Roma, intanto, dormiva? «Diciamo che si limitava a discutere. Dopo che noi avevamo offerto al Forum la disponibilità di Firenze nessuno s'è mosso. Anzi, no: l'allora ministro Scajola si disse pronto a collaborare. Poi, tutti zitti sino all'esplosione di questo clima teso». Una tensione mica piccola: sì teme un'altra Genova. «Non sono possibili né paragoni né parallelismi. Qui non c'è il G8 da contestare. Questa dovrà essere la Porto Alegre europea». Ma è anche ima delle città d'arte più ricche e fragili del mondo. «Certo, un gioiello che dovrà essere preservato. A proposito: mi fa piacere che un governo così pronto ad alienare tesori del nostro patrimonio non dimentichi quanto sia importante quest'angolo di paese. A parte tutto, dobbiamo concordare con il presidente Ciampi quando afferma che non c'è italiano cui la città non stia a cuore e confida nel sentimento di affetto e rispetto per l'arte da parte di tutti. Compresi, dunque, coloro che manifesteranno». Qualcuno dice che esecutivo e istituzioni locali, centro-destra e centro-sinistra, abbiano inscenato il gioco del cerino acceso. A chi è rimasto in mano? «A nessuno. Questo è uno svago al quale non partecipo. Dall'impasse si può uscire non annullando il Forum, con un cedimento a ipotetiche ombre e conseguente drammatizzazione degli scenari, ma solo saldando il lavoro fatto da noi con quello che il governo ha dichiarato di voler compiere». Solidarietà, quindi. E cosa risponde a chi sostiene che lei e il sindaco Domenici volete dare una spallata all'esecuti- vo? «Che l'esecutivo è davvero tanto debole se teme le nostre spallate». Pisanu asserisce che se Comune e Regione confermano «in coscienza» l'ospitalità a chi giungerà a Firenze, ministero e forze dell'ordine garantiranno il massimo impegno. E' d'accordo? «Ovviamente siamo pienamente disponibili. Nessuno vuol fare politiche di parte e un approdo pacifico della vicenda è nell'interesse di tutti, governo compreso. E poi, se l'esecutivo intendeva stoppare il meeting, di tempo ne ha avuto in abbondanza. L'imperativo è non lavorare contro, ma insieme». Anche se dai banchi della maggioranza qualcuno la definisce «un irresponsabile»? «Se fossi davvero irresponsabile non credo che il ministro degli Interni verrebbe a Firenze, come farà nelle prossime ore, a firmare un protocollo per contrastare la microcriminalità nelle aree urbane. Per me questa visita è il segnale confortante che non si vuole andare allo scontro». Zeffirelli battezza lei e Domenici come due ragazzini prepotenti, pronti solo a pretendere che il «papà» che sta al governo incolli i loro cocci. «Il regista è uno dei personaggi che più hanno lavorato per alzare la tensione. Io desidero abbassarla e non gli rispondo. Se vuole una replica la ricavi da quanto, in questi giomi, hanno sostenuto intellettuali del calibro di Luzi e di Cardini». àkilSk 'rresPonsa':)ile? ^" Se lo fossi non credo che il ministro verrebbe qui, come farà, a firmare un protocollo contro la microcriminalità Con la tragedia ligure nessun paragone: qui non c'è un G8 da contestare 9Q Claudio Martini, presidente della Toscana