Putin: guerra senza pietà contro il terrore

Putin: guerra senza pietà contro il terrore PER IL PRESIDENTE GLI INDIPENDENTISTI CAUCASICI SONO ORMAI UNA PEDINA NEL GIOCO DI AL QAEDA Putin: guerra senza pietà contro il terrore Con un discorso durissimo il capo del Cremlino lancia la sua crociata per spezzare le trame delibasse fondamentalista internazionale». Pesante offensiva militare russa in Cecenia Anna Zafesova MOSCA Nessun compromesso, nessuna pietà: il giorno del lutto per i 117 morti del teatro «Nord Ost» Vladimir Putin lancia la sua nuova crociata contro il terrorismo ceceno e il terrorismo internazionale, che per il presidente russo sono ormai definitivamente uniti. Dopo aver cominciato la seduta del governo con un minuto di silenzio in memoria delle vittime, il padrone del Cremlino con voce gelida ha promesso che reagirà duramente contro qualsiasi minaccia, da qualunque parte arrivasse. L'esercito russo ha già cominciato una pesante offensiva in Cecenia, ma il capo di Stato ha fatto capire che la minaccia può giungere anche dall'estero. Dopo un momento di apparente tentennamento il presidente russo ha riacquistato l'intransigenza dei suoi primi giorni al potere, quando tre anni fa ha lanciato la nuova guerra contro la Cecenia. Nessun ripensamento, semmai il contrario: «Abbiamo pagato un prezzo pesante per la debolezza dello Stato e l'incoerenza delle nostre azioni», ha detto ieri Putin ai suoi ministri promettendo che questo non si ripeterà: «Voglio ribadire che' la Russia non accetterà un patto con i terroristi e non soccomberà a nessun ricatto». Anzi, «risponderà con misure adeguate, in tutti i luoghi dóve si trovano i terroristi, i loro finanziatori, i loro ispiratori». Già nelle.prime ore del dramma Vladimir Putin aveva messo in collegamento la presa degli ostaggi a Mosca e le bombe in Indonesia e sulle Filippine, queir «asse di terrore fondamentalista» di cui aveva teorizzato l'esistenza anco- ra prima dell' 11 settembre. E ieri il padrone del Cremlino ha definitivamente abbandonato ogni riferimento al terrorismo ceceno -e quindi a un problema intemo della Russia - per parlare solo di quello intemazionale, «sempre più arrogante e crudele», al punto da minacciare l'uso di armi «comparabili» a quelle di sterminio di massa. In questo caso il Cremlino reagirà «adeguatamente» e lo Stato Maggiore delle forze armate ha ricevuto indicazioni per cambiare i propri piani strategici. Alsinonimo «ceceno uguale terrorista» il leader russo agZ giunge ora «militante di Al ' Qaeda». Il ministero degli Esteri russo ha diramato ieri una dichiarazione rende ufficiale questa svolta: protestando contro l'organizzazione a Copenaghen di un «Congresso mondiale di ceceni», afferma che si tratta di un'assemblea «organizzata e finanziata dai terrori¬ sti ceceni, dai loro complici e protettori di Al Qaeda che, come è ora assolutamente evidente, stanno dietro al mostruoso atto terroristico di Mosca». I terroristi che hanno assaltato la capitale russa vengono equiparati a quelli che «hanno fatto esplodere New York». Un testo di una violenza senza precedenti, che porta la Russia sull'orlo della rottura dei rapporti diplomatici con Danimarca: per protesta il Cremlino ha cancellato la visita di Putin a Copenaghen, che doveva cominciare tra due settimane, e ha messo in dubbio la fedeltà del Paese scandinavo alla coalizione antiterrorista intemazionale. Mosca definisce «sacrilega» l'organizzazione di un congresso di «terroristi» nei giorni di lutto e respinge le giustificazioni delle autorità danesi che hanno invocato la libertà di stampa e di raduno: «Non ci può essere nessuna libertà per i terroristi». Inutili sono stati i tentativi del leader indipendentista Aslan Maskhadov di dissociarsi dai guerriglieri di Mosca: le sue dichiarazioni di inhocenza sono state definite dal Cremlino «una sfacciata bugia». E la proposta di un «negoziato senza condizioni», lanciata ieri a Copenhagen dall'emissario degli indipendentisti Akhmed Zakaev, è stata respinta: per Mosca Maskhadov può trattare solo cori i magistrati e solo la propria resa. La Russia 'non si piegherà mai in ginocchio, promette Putin, e nei confronti dei ceceni non ci può essere più nessuna pietà. Nel giorno del lutto nazionale le tv, cambiando i programmi, hanno alternato film patriottici con speciali sulle atrocità dei guerriglieri separatisti del Caucaso. In un gesto di ultimo disprezzo Mosca si è rifiutata di restituire ai familiari i cadaveri dei terroristi uccisi nel blitz: verranno sepolti in luogo segreto, come i condannati a morte, secondo una tradizione risalente alle repressioni staliniane. In Cecenia due ore dopo il blitz di Mosca è cominciata un'offensiva su larga scala: l'aviazione russa ha compiuto 30 incursioni, rastrellamenti sono in corso in tutta la repubblica, una trentina di guerriglieri sono stati uccisi. A Mosca invece continuano le ricerche dei possibili complici dei terroristi di Baraev, tra i quali pare ci fossero anche un poliziotto russo, e guerriglieri arabi e afghani. Ieri nella capitale sono stati arrestati tre ceceni con esplosivo e piantine di una delle stazioni della città. E a quanto pare, anche l'esplosione di un'autobomba davanti a un McDonald's della capitale, tre giorni prima della presa di ostaggi, ora viene attribuita ai ceceni. Tutte accuse a cui Mosca, spaventata, è disposta a credere: perfino gli ex ostaggi che ritornano, a casa dopo aver smaltito l'avvelenamento da gas, appoggiano l'operato di Putin e ringraziano il presidente. Nelle cliniche rimane ancora un centinaio di sopravvissuti al dramma, di cui 45 continuano a essere in condizioni gravi. E, nonostante le prima dichiarazioni ottimiste, si scopre la terribile verità: tra le vittime del gas ci sono anche nove bambini. Ore difficili per Vladimir Putin Nella giornata di lutto nazionale alcune ragazze di Mosca depongono fiori per ricordare i morti del teatro Dubrovka