Genio senza sregolatezza di Sergio Trombetta

Genio senza sregolatezza Genio senza sregolatezza APOLLO o Dioniso? Misha o Rudy? Che cosa preferire: la perfezione incarnata da Baryshnikov o la furia animalesca di Nureyev? Gli strabilianti virtuosismi del primo eseguiti con apollinea magia o la dionisiaca febbre del secondo? La capacità di cambiare la qualità della propria presenza in scena col procedere degli anni o l'incapacità di rinunciare all'applauso che ti porta in palcoscenico anche quando ormai non sei che il mito di te stesso? Il mondo della danza si divide in due. Chi sta con Misha e chi con Rudy. E gli sfegatati dell'uno e dell'altro spesso scendono agli insulti. Mai a patti. Ma è chiaro che è una questione inutile. Perché i due incarnano le facce della stessa medaglia. Perché con la loro vita, in scena e fuori, hanno fatto più di ogni altro per rendere la danza un'arte popolare. Ma prima di andare ad ammirare Michail Baryshnikov con il suo White Oak Dance Project al Teatro Regio dal 25 ottobre al 5 novembre sarà bene ricordare alcune cose. LENINGRADO. Si chiamava così Pietroburgo quando il giovane Misha a 16 anni nel 1964 vi approda dalla natale Riga, in Lettonia, dove è nato da genitori russi. Aleksandr Pushkin, il maestro dei grandi, da Nureyev a Soloviov, lo accoglie nella propria classe alla Scuola Vaganova, l'ex Scuola Imperiale di Danza, e la fama del Wunderkind, il bambino prodigio, si diffonde oltre i confini dell'Urss. La sua apparizione nel passo a due del «Don Chisciotte» al saggio di fine corso è un'esperienza che resta nella memoria di chi l'ha visto. Nel 1967 entra al Teatro Kirov (che oggi è tornato a chiamarsi Mariinskij) come solista. E cominciano i guai. APOLLO IN CERCA Di RUOLO. Perché al Kirov le categorie sono ineludibili. Se non sei un danseur noble sei un ballerino di mezzo carattere o di carattere. E lui sfugge a ogni categoria, perché se non è cosi alto da entrare nella schiera del danseur noble, la sua tecnica strabiliante, squisita, la perfezione esecutiva, il carisma, l'eleganza ne fanno un fuori classe. Appunto. E il ruolo di Albrecht in «Giselle» resterà a lungo lontano. Ma guardatelo nelle lunghe scene riprese in «Dancers» di Herbert Ross con Alessandra Ferri per capire che è un ruolo suo. DUE ViTE E UNA SVOLTA. Non è soltanto il titolo di un film famoso di Herbert Ross di cui Michail Baryshnikov è stato protagonista. Ma anche lo slogan sotto il quale si potrebbe raccontare la sua vita spezzata in due dalla fuga, quando durante una tournée a Toronto in Canada, il 29 giugno del 1974, il giovane danzatore russo sfuggì al controllo dei sovietici e scelse di restare in America. Prima la grande tradizione ballettistica del Kirov poi la libertà americana: nuove esperienze, nuovi ruoli. L'AMERICA» BALLET THEATRE a New York è la sua nuova casa, da dove partirà per la conquista delle più vaste p'atee dell'Occidente, dimostrandosi da subito un superlativo interprete dei grandi ruoli classici e insieme un curioso scopritori di nuovi talenti, innamorato della danza americana. DA MR. B. L'incontro con Balanchine al New York City Ballet era inevitabile: arrivavano dalla stessa città e dalla stessa scuola. Balanchine però aveva creato un nuovo modo, americano, di ballare, lontano mille miglia dall'accademismo leningradese. Resta da Mr B. due anni, il suo ((Apollo» è da antologia. IL RITORNO A CASA. Dal 1980 al 1989 toma all'AB.T. come direttore. Chiama giovani coreografi, mette in evidenza nuove generazioni di danzatori. Allestisce sue versioni dei classici, non tutte di successo. Ma il «Don Chisciotte», di cui il video, è una meraviglia. LE DONNE E I FIGLI. Ballerine e attrici passano per il suo letto. Con Jessica Lange ha una figlia, Alexandra. Altri tre dalla sua recente e attuale compagna. Lisa Rinehart. HOLLYWOOD S BROADWAY. Canta e balla con Liza Minnelli. Fa programmi televisivi, è protagonista di «Due vite e una svolta», «Il sole a mezzanotte» e «Dancers», girato al Teatro PetruzzeUidiBari. WHITE OAK. Nel 1989 lascia la direzione dell'A.B.T e fonda questa compagnia nella quale vuole essere primus Inter pares e lavora in tre direzioni: la riscoperta dei grandi del passato della danza americana del 900, la collaborazione con gli amici di sempre, Mark Morris per primo, la scoperta di giovani talenti. IL RITIRO. Oggi ha 54 anni, potrebbe restare in scena ancora a lungo, ma ha annunciato che presto si ritirerà. Lo aveva già fatto in un'intervista alla «Stampa» nel 1986. Tre anni dopo lasciava l'A.B.T. Una nuova svolta in arrivo? Sergio Trombetta Michail Baryshnikov ha 54 anni: dice che si ritirerà

Luoghi citati: America, Canada, Hollywood, Leningrado, Lettonia, New York, Urss