Bce: indispensabile ii Patto di stabilità «Se ci sono problemi è colpa degli Stati» di Stefano Lepri

Bce: indispensabile ii Patto di stabilità «Se ci sono problemi è colpa degli Stati» EICHEL CONVINCE SOLBES: NIENTE MULTA ALLA GERMANIA PER LO SFORAMENTO DEL TRE PER CENTO Bce: indispensabile ii Patto di stabilità «Se ci sono problemi è colpa degli Stati» Stefano Lepri ROMA Il patto di stabilità è «indispensabile» per l'euro; i guai attuali non vengono dalla sua rigidità ma dal fatto che «alcuni Paesi» (Germania, Francia, Italia e Portogallo) hanno consapevolmente violato i loro obblighi. Con una presa di posizione senza precedenti, la Banca centrale europea interviene per dire chiaro che i bilanci pubbhci vanno risanati in fretta. Non è solo il presidente Wim Duisenberg, sono tutti i 18 membri del consigho, compreso il nostro governatore Antonio Fazio, a firmare un comunicato molto duro; un comunicato implicitamente polemico con l'intervista in cui Romano Prodi definiva «rigido e stupido» il patto che obbliga a ridurre i deficit. «La discussione è durata fin troppo» aggiunge a voce Duisenberg, assentendo a chi gli chiede se si riferisca proprio a quella aperta da Prodi. Oltre al presidente della commissione europea, aveva criticato le regole in vigore, definendole «medioevali», il commissario francese Pascal Lamy. A difesa è invece intervenuto il primo ministro spagnolo José Maria Aznar. Ai commentatori che hanno definito il patto ormai morto, Duisenberg ribatte che «la Bce è decisissima a tenerlo in vita». Nel frattempo, il governo tedesco ha fatto a Bruxelles una specie di atto di contrizione. Promettendo solennemente di non peccare più l'anno prossimo, il ministro delle Finanze Hans Eichel ha ottenuto ieri dal commissario europeo agli affari monetari Fedro Solbes che la Germania non venga multata - come il patto prevederebbe per l'ormai certo sforamento del 30Zo di deficit quest'anno. L'economia tedesca, più in difficoltà delle altre dell'area euro, ha più delle altre bisogno di un basso costo del denaro; perciò il governo di Berlino ha deciso di rassicurare subito la Bce, nel timore che una perdita di credibilità del patto la spinga a ima politica monetaria più severa. La Banca centrale, conferma il comunicato emesso ieri a Francoforte, è d'accordo con le nuove proposte di interpretazione del patto di stabilità proposte dalla commissione europea: pareggio di bilancio rinviato dal 2004 al 2006, ma con «un percorso di aggiustamento credibile», fondato su «previsioni economiche realistiche», attuato con «misure ben dettagliate» e «regole contabili rigorose», in modo da ottenere una riduzione del deficit strutturale di almeno mezzo punto all'anno. In sostanza, la Bce appoggia ciò che Prodi e Solbes hanno fatto (le nuove disposizioni, accettate da tutti tranne dalla Francia) ma non è per nulla d'accordo con quanto Prodi ha poi detto nella controversa intervista a ((LeMonde». Se fosse passata l'impressione che il patto può essere disatteso, spiegano a Francoforte, l'euro avrebbe potuto soffrirne. Perciò «era ora che la Bce facesse sapere come la pensa» dice ancora Duisenberg. Il comunicato sostiene che per condurre una pohtica moneta- ria unica in un'area dove 12 diversi governi sono responsabili delle politiche di bilancio occorrono delle regole precise, regole che devono essere «semphci e stringenti». Sono troppo severe? No, come dimostra l'esperienza degh 8 tra i 12 Paesi che hanno già portato i loro bilanci in equilibrio: ((hanno rafforzato, non frenato, la crescita dei posti di lavoro e del prodotto». Ed ecco i passi più scopertamente polemici: «1 problemi non si sono creati perché le regole sono troppo rigide, sono l'effetto del rifiuto di alcuni Paesi a onorare l'impegno che avevano preso a rispettarle». Ancora, «i risultati della pohtica di bilancio in diversi Paesi sono molto deludenti» (niente nomi, ma si tratta evidentemente dei 4 di cui sopra). Il rispetto pieno del patto «facilita il raggiungimento della stabihtà dei prezzi» (l'obiettivo della Banca centrale, raggiunto il quale il costo del denaro può calare). Meno facile sarà attuare la nuova interpretazione delle regole; e non solo perché la Francia per ora le rifiuta. Il nuovo parametro-guida, la riduzione del deficit strutturale di almeno lo 0,507o del prodotto ogni anno, richiede una piena intesa su che cosa sia il deficit «strutturale». A tutt'oggi, il Sistema europeo di banche centrali ha concordato un metodo di calcolo, la Commissione Europea ne ha uno differente, però m revisione. Duisenberg: gli impegni hanno rafforzato la crescita del prodotto e dell'occupazione Critiche indirette a Parigi Berlino e Roma: c'è chi non ha voluto rispettare le intese di bilancio Il presidente della Bce, Wim Duisenberg