Salta la regolarizzazione delle prostitute di Giacomo Galeazzi

Salta la regolarizzazione delle prostitute RINVIATO IL DISEGNO DI LEGGE CHE LEGALIZZEREBBE LE CASE CHIUSE. GIOVANARDI: NESSUNA ROTTURA Salta la regolarizzazione delle prostitute Polo diviso, centristi contro ia Lega: no a Bossi e agii eros center Giacomo Galeazzi ROMA «No agli eros-center statali annunciati da Bossi in campagna elettorale». L'Udc pone il veto e al Consiglio dei ministri salta la (parziale) legalizzazione della prostituzione. Nella riunione di ieri a Palazzo Chigi, è stato rinviato il disegno di legge che riapre le case chiuse e inasprisce le pene per le «lucciole», i clienti e gli sfruttatori. Come già accaduto sull'immigrazione, ancora una volta il braccio di ferro nella maggioranza contrappone leghisti e centristi, fermamente contrari alla regolarizzazione della prostituzione dentro le abitazioni private. Il Biancofiore sbarra la strada ad ogni provvedimento mirato a ripristinare una sorta di ghettizzazione delle prostitute e che in pratica punti a reintrodurre i vecchi bordelli. Attorno all'esercizio della prostituzione in casa (ma non la sua organizzazione professionale) è scoppiata la bufera. Per il Carroccio il disegno di legge rinviato al prossimo Consiglio dei ministri comporta l'abbandono delle strade (sulle quali non sarà più possibile prostituirsi, pena multe salatissime anche per i clienti) senza autorizzare per questo la nascita di vere e proprio strutture private che gestiscono commercialmente la prostituzione. L'Udc canta vittoria e conferma la propria assoluta contrarietà alla filosofia che ispira la proposta governativa. Accanto al Carroccio, però, scende in campo Alleanza Nazionale. Maria Ida Germontani, responsabile del partito per le pari opportu- nità, difende ad oltranza la linea tracciata dall'esecutivo. «Il disegno di legge - precisa - costituisce finalmente una svolta verso la soluzione di un problema per tanti anni denunciato e mai risolto: il mercato delle "lucciole", il bombardamento di messaggi erotici nelle strade e nei luoghi pubblici». Per An il provvedimento colpisce luoghi e forme in cui viene esercitata la prostituzione (anche con costrizio¬ ne e riduzione in schiavitù) e punta a dare «una soluzione organica allo spettacolo che è sotto gli occhi di tutti i cittadini, creando gravi conflitti». Secondo Riccardo De Corate, vicesindaco milanese di An, non sarà più tollerato lo sfruttamento e la schiavitù sulle strade italiane, «come hanno fatto, invece, i governi di centrosinistra» che fingendo di non vedere, hanno lasciato i comuni da soli nel contrastare il fenomeno. «Adesso - assicura De Cerato - occorre regolamentare la prostituzione, vietandola nei luoghi e nei locali pubblici e perseguendo fermamente lo sfruttamento». L'opposizione, però, bolla come un «vergognoso baratto» il rinvio deciso ieri a Palazzo Chigi. Giuseppe Fioroni, della Margherita, mette in correlazione questa decisione con il comportamento dell'Udc sulla Finanziaria e gli emendamenti pre- sentati da An. «Nella coalizione di governo - accusa Fioroni - i centristi devono sempre elemosinare limature, correzioni, aggiustamenti in difesa di qualche valore e promettere in cambio qualcos'altro. E, infatti, l'Udc ha dovuto accettare l'emendamento di An alla finanziaria». Per la Margherita la legge sfrutta la schiavitù delle donne per arricchire lo Stato, le toglie dai marciapiedi e le rinchiude da altre parti per non offendere lo sguardo e non per liberarle da un'odiosa prigionia. «Nel Polo quando sono in gioco i valori ma contemporaneamente alza la voce la Lega - afferma Fioroni - prevale sempre il celodurismo di Bossi». La diessina Marida Bolognesi, poi, consiglia «una lunga pausa di riflessione» sulla prostituzione e si dice convinta che in Parlamento ci siano proposte e idee migliori di quelle bloccate a Palazzo Chigi. Per l'Ulivo la maggioranza pensava «di risolvere il problema delle prostitute in strada «spazzandole via, come polvere sotto il tappeto», mentre è necessario ripartire dall'indagine svolta nella scorsa legislatura dalla commissione affari sociali. Nella relazione finale, votata all'unanimità da tutte le forze politiche, erano state poste come priorità per i governi gli interventi contro il racket delle nuove schiave, le azioni di aiuto alle donne, il sostegno alla denuncia degli sfruttatori ma pure le iniziative di prevenzione e cura (ma non le schedature e le visite coatte) delle malattie a trasmissione sessuale. Secondo Luana Zanella, dei Verdi, depenalizzare il favoreggiamento senza contrastare la tratta «significa disegnare un confine troppo sottile fra nuove case chiuse e nuova schiavitù». Getta acqua sul fuoco Carlo Giovanardi, secondo cui è solo questione di tempo, non c'è nessuna rottura e il progetto che è stato presentato ha sostanzialmente ottenuto il consenso di tutti. Il ministro per i rapporti con il Parlamento smentisce, dunque, eventuali dissapori all'interno della maggioranza. Il testo, comunque, «va approfondito perché la materia è delicata e licenziarla così non va bene, ha degli aspetti da sistemare». Il disegno di legge che porta la firma di Fini, Bossi e Prestigiacomo non è l'unica "riforma" prevista in materia. Sul tema ci sono otto proposte di legge ed è stato preparato un testo unificato sul quale pendono numerosi emendamenti. Un lavoro che potrà essere arricchito dal governo e dalla sua proposta. L'Ulivo bolla l'intera operazione: «Vogliono risolvere il problema delle lucciole spazzandole via, come polvere sotto il tappeto» II Polo diviso sulle prostitute: rinviato il disegno di regolarizzazione «parziale»

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