«Contro di noi un'Intifada dell'acqua»

«Contro di noi un'Intifada dell'acqua» UN ALTRO MOTIVO DI SCONTRO TRA STATO EBRAICO E ANP «Contro di noi un'Intifada dell'acqua» Un ministro di Gerusalemme: la rubano e inquinano i fiumi polemica Yariv Gonen GERUSALEMME LA distribuzione della risorse idriche è divenuta ieri un ulteriore motivo di contrasto fra israeliani e palestinesi: un ministro del governo di Ariel Sharon Efraim Eitam, Infrastrutture nazionali - ha accusato questi ultimi di aver scatenato contro il suo paese «una vera e propria Intifada dell'acqua». Questa polemica va ad aggiungersi a quella scatenata settimane fa dall'iniziativa del Libano di pompare milioni di metri cubi di acqua da un piccolo fiume del Sud, il Wazani, che affluisce nel Giordano e quindi contribuisce ad elevare il livello del lago di Tiberiade. «Un casus belli», aveva commentato minac¬ ciosamente Sharon. Energiche pressioni americane hanno poi convinto Israele a non reagire all'iniziativa di Beirut, che è stata interpretata come una grande vittoria politica dagli sciiti del Libano meridionale. Il «secondo fronte» della guerra dell'acqua è stato aperto in Cisgiordania, secondo il ministro Eitam, che guida il Partito nazionalreligioso e che è considerato uno degli esponenti più di destra della politica israeliana, molto vicino ai coloni. In una conferenza stampa convocata ieri con breve preavviso Eitam ha descritto i vari aspetti dell'«offensiva» palestinese lanciata contro le riserve idriche israeliane. In questa battaglia una delle armi dell'Anp è l'inquinamento. Il ministro ha. affermato che i liquami di Jenin si riversano nel fiume Kishon, che sfocia a Haifa. I veleni di Nablus e Tulkarem rag¬ giungono il fiume Alexander, nel centro di Israele. Le fogne di Kalkilya rendono putrescente lo Yarkon, cho sfocia a Tel Aviv. E una situazione analoga si verifica fra Hebron e Beer Sheba. Essendo la Cisgiordania topograficamente più elevata rispetto alla costa israeliana, i rifiuti liquidi palestinesi scorrono necessariamente verso Israele, «e malgrado gli impegni assunti - ha denunciato "quelli" non fanno niente per ovviare a questo stato di cose». Impianti di depurazione finanziati da paesi donatori non sono stati realizzati, ha sottolineato. Eitam ha inoltre denunciato la presenza di «decine, forse centinaia» di trivellazioni non autorizzate da parte degli agricoltori palestinesi, impegnati sistematicamente a «rubare acqua». Il ministro ha poi minacciato severe sanzioni: innanzitutto il congelamento immediato e totale delle licenze per future trivellazioni in Cisgiordania. Una misura, ha chiarito, che riguarda soltanto l'agricoltura palestinese e non l'acqua potabile per la popolazione. La sortita di Eitam non ha suscitato immediate reazioni formali da parte della Autorità palestinese, anche se le lamentele di quest'ultima nei confronti di Israele sono ben note e documentate da tempo. l'Anp sostiene che è appunto lo Stato ebraico che nei 35 anni di occupazione militare. ha utilizzato mdebitamente le riserve idriche della Cisgiordania, cioè dei palestinesi. Secondo un rapporto pubblicato la scorsa estate dal gruppo umanitario israeliano Betselem, Gerusalemme destina ai palestinesi il 200Zo delle riserve del «bacino della montagna» - una vasta zona che si estende nelle viscere delle terra sotto la linea di demarcazione fra Israele e la Cisgiordania - e non cede loro alcuna parte delle acque del Lago di Tiberiade, del vicino fiume Yarmukh e del Giordano. Betselem ha calcolato che di conseguenza un israeliano medio consuma acqua sei volte più di un palestinese. Peggiore ancora è la situazione di circa 200 mila palestinesi che si trovano in zone agricole remote della Cisgiordania, i quali ancora oggi non dispongono di acqua corrente. Costoro dipendono in gran parte dalle piogge invernali, raccolte in cisterne. D'estate sono talvolta ridotti alla sete. La quali¬ tà dell'acqua dei loro pozzi è talmente scadente che spesso, secondo Betselem, provoca malattie. Eitam ha concluso ieri la conferenza stampa con un appello a «non introdurre la questione dell' acqua nel conflitto israelo-palestinese... Non consentiremo di danneggiare le nostre riserve idriche. Ma se i palestinesi si mostreranno più inclini a collaborare le sanzioni amministrative saranno subito revocate». Previsto il divieto di nuove trivellazioni destinate all'agricoltura in Cisgiordania

Persone citate: Ariel Sharon, Beer Sheba, Efraim Eitam, Eitam, Kishon, Yariv Gonen