La politica in mutande

La politica in mutande UN INDUMENTO ALL'ORDINE DEL GIORNO La politica in mutande Dall'exploit di Morandi alla «confessione» di Pera racconto i NDUMENTO cruciale della vita pubblica italiana: le mutande. Continua dunque, in sintomatico miscuglio eh evocazione e realtà, la «mutandeide» apertasi sabato sera con lo spogliarello di Gianni Morandi su Raiuno, proseguita domenica con l'intervista deUe Iene in mutande allo stesso Morandi e culminata lunedì per merito del presidente del Senato Marcello Pera: «Quando sono solo - ha rivelato infatti al Tg2 la seconda carica deUo Stato - mi piace mangiare in mutande». E allora. «L'Italia? Un paese in mutande» gridava ieri nei titoli il Tg5 nell'edizione delle 20. Magia di prima mattina su La7 si poteva assistere a un talk-show con l'ex sottosegretario Vincenzo Vita dal titolo: «In mutande da te». Mentre nel pomeriggio l'onorevole Udc Pippo Gianni diffondeva una sconsolata dichiarazione: «Se per far salire l'audience di Raidue occorrono le mutande del presidente del Senato, a questo punto stiamo in braghe di tela». Gh rispondevano l'onorevole Jervolino, pure Udc, che invece ha gradito la rivelazione di Pera; così come il senatore di An Bonatesta l'ha trovata «una nota di colore umana e simpatica». «L'informazione é oggi in mutande» è sembrato ribattere il segretario della Fusi Serventi Longhi durante un forum dedicato ai rapporti tra la comunicazione, le aziende e i consumatori. Con una minima forzatura fattuale si potrebbe aggiungere, restando in tema, che sempre nella giomata di ieri, a Palermo, come riferivano le agenzie, un pastore tedesco anti-droga della Ps dal nome Rex «ha puntato deciso verso il pube» di uno spacciatore, scovandogli neUe mutande dieci ovuli contenenti 100 grammi di cocaina. L'animale avrà ottenuto un meritato premio, ma intanto gh italiani rischiano ormai l'ipnosi feticistica a sfondo mutandesco. Questo articoletto vorrebbe perfino tentare di smontarla, neUe sue pur sconce articolazioni. Ma non sarà facile. Perché le mutan- de trionfano davvero, nella loro indicibile ambiguità e potenza allegorica, sulla scena di oggi. Basti pensare che in altri tempi non le si poteva nemmeno nominare; erano «tes inexpresseblies», le inesprimibili. E ora invece segnano quasi un'epoca, la nostra: molto più di quanto la canotta sudata di Craxi e quella «popolana» di Bossi abbiano segnato gh Anni Novanta. Anche sul piano degh indumenti c'è un bel salto. E non solo perché le mutande - inutile far fìnta di niente - sono, o megho sarebbero l'estremo involucro della vergogna. E' quest'ultima che preme e attira gh sguardi. Il repertorio di quanto si é già visto appare imbarazzante, e non soltanto per ampiezza. In mutande si sono fatti fotografare il sindaco di Milano Albertini, su sfondo agreste, e poi come per iconico contagio il sindaco di Roma Rutelli, il sindaco di Bologna Vitah, il sindaco di Catania Bianco, in posa da sirenette. E poi quello di Brindisi, con fascia tricolore; quello di Benevento, abbracciato a una palma; quello di Ancona, con un vassoio di pesce crudo in mano. Sul serio. E' difficile dire perché l'abbiano fatto. Forse l'unica spiegazione è che la pohtica ha smarrito, insieme con le antiche ideologie e appartenenze, la sua concezione alta, il decoro, il pudore. Ma questa perdita comporta anche un prezzo simbolico, richiama evidentemente una qualche forma di visibile autolesionismo. Sarebbe bello poter dire, con il senatore Bonatesta, che le mu¬ tande umanizzano i pohtici. La folgorazione di Pera che mangia da solo in mutande appare semmai troppo umana, al di là di qualsiasi deriva voyeuristica. Né d'altra parte, sul piano diciamo della conquista della visibilità, si capisce a che cosa siano servite tante proteste improvvisate sull'onda del film «Full Monty». Secondo un sommario censimento, negh ultimi tempi si sono in effetti mostrati in mutande per l'Italia l'onorevole Cento, alcuni delegati deUe rappresentanze di base, degli esponenti di Azione giovani, diversi agricoltori, undici assessori del Turismo della riviera di Ponente, il consighere del Piemonte Di Benedetto. Va da sé: nessuno ricorda le motivazioni, ma le mutande si. Allo stesso modo nessuno ricorda bene perché Marina Ripa di Meana scalò l'ambasciata francese, ma che lo fece senza mutande sì. Le mutande provocano. Annusando queUe di Anna Falchi, Luttazzi suscitò l'ha dell'onorevole Landolfi e l'astuta difesa di Carlo Freccerò (era solo «un gioco di prestigio»). Ma le mutande dello spettacolo rincorrono ormai quelle della vita. Un maniaco, condannato di recente, ne regalava con una certa insistenza alla Rivetti quando era presidente deha Camera. Mentre sotto Natale il sottosegretario (alla Pubblica Istmzione) Guido Possa ha regalato le mutande firmate Girombelli al suo amico Berlusconi; e il premier, secondo l'Adn-Kronos, (dia accolto con umorismo e grande simpatia l'insolito dono definendolo "decisamente il più spiritoso"». Del resto Fede ha dichiarato una volta di invidiare il maggiordomo del Cavaliere, Parodi, perché lo può vedere tutti i giomi in mutande. E pure Cossiga, che a suo tempo si scambiò due paia di polemiche mutande con il senatore verde Athos De Luca, ha espresso il desiderio di poter vedere Berlusconi in mutande, «la notte - ha specificato nella sua autobiografia intitolata "La passione e la politica" - quando va al bagno convinto che non lo guarda nessuno». E magari nella stanza accanto c'è Pera che mangia. Da solo. Le dichiarazioni del presidente del Senato hanno provocato reazioni contrastanti anche nella maggioranza C'è chi la considera «una nota di colore umana e simpatica» E chi conclude: «Siamo in braghe di tela» Il capo d'abbigliamento rischia adesso di segnare la nostra epoca, come la canotta di Craxi e di Bossi caratterizzò gli Anni Novanta Eppure diversi politici si sono fatti fotografare in questo stato: Albertini, Rutelli e tutta una serie di sindaci (Quello di Brindisi, con fascia tricolore) Qui sopra la sequenza in cui Gianni Morandi si è tolto! pantaloni sabato scorso prima di «Uno di noi» A sinistra Anna Falchi si toglie le mutande in diretta durante «Satyricon» di Daniele Luttazzi A sinistra il presidente del Senato Marcello Pera A destra il sindaco di Milano Gabriele Albertini durante la «famosa» sfilata Francesco Cossiga