Un mistico inno alla vita contro la repressione sessuale e i suoi tabù di Claudio Gorlier

Un mistico inno alla vita contro la repressione sessuale e i suoi tabù Un mistico inno alla vita contro la repressione sessuale e i suoi tabù IL RITRATTO Claudio Gorlier "» davvero il caso di ■' rileggere i libri di Norman O. Brown, ■n. uno dei protagonisti della cultura della seconda metà del Novecento, scomparso la scorsa settimana. In Italia la sua influenza è ancora marginale, sopraffatta da quella di Marcuse, che giustamente gli viene avvicinato e, con lui diventò un'icona della controcultura americana e europea degli Anni Sessanta e Settanta. Mi azzardo a sostenere che Brown ha lasciato un segno più durevole, specie nella ricaduta sulla letteratura. Anche se Corpo d'amore (Il Saggiatore) è un'opera ricca di suggestioni, il testo chiave di Brown rimane La vita contro la morte. Una interpretazione psicoanalitica della storia, tuttora disponibile in italiano nei tascabili Adelphi. Qui, esplicitamente, Brown coniuga Marx e Freud senza alcuna sudditanza, e apre almeno due percorsi fondamentali. Vediamo il primo, quello per così dire storicizzato. Brown sostiene che la società affermatasi con la rivoluzione industriale alla fine del Settecento, caratterizzata dal possesso dei mezzi di produzione da parte di una determinata classe, impose una serie di divieti, di veri e propri tabù. Uno, e lo sapevamo da tempo, ci riconduce a Freud, e investe la repressione sessuale. La novità da parte di Brown consiste nell'identificare l'altro tabù, legato alla censura dell'eros nel segno di una autentica mortificazione del corpo: la condanna della scatologia, o, per dirla con termine corrente, dell'elemento escrementizio. tìS^liGrandi classi¬ ci come L'OrZando furioso di Ariosto o Gargantua e Pantagruel di Rabelais sono ricchi di elementi scatologici. Potremmo aggiungerci, dal canto nostro. La secchia rapita di Tassoni. Ma l'autore che, per Brown, compiutamente ricorre alla scatologia, costituendo una autentica linea di frontiera, è Jonathan Swift. Ecco gli alberi che gocciolano sterco nei Viaggi di Gulliver. Di più: nella memorabile poesia dedicata a Celia, la donna amata, il reverendo Swift snocciola un verso che ha lasciato interdette intere generazioni: «She shits, she shits, she shits», «lei caga, lei caga, lei caga». In una sua lettera, D.H. Lawrence, moderno profeta dell'eros, della liberata sessualità, giudica il verso di Swift abominevole e inaccettabile, dando così ragione in anticipo alle teorie di Brown. Il tabù scatologico, insomma, resiste più a lungo di quello sessuale, in letteratura ma anche nel linguaggio comune. Se un maresciallo francese come Cambronne poteva servirsi della parola divenuta poi tabù per respingere sdegnosamente l'ultimatum del nemico, appunto quella parola veniva poi rimossa e si trasformava in una perifrasi: la parola di Cambronne. Si noti che qui il discorso politico supera confini schematici. La repressione sessuale e, in particolare, scatologica, accomuna per Brown i paesi capitalistici e, molto a proposito, l'Unione Sovietica. Non si accetta la trasgressività, e va rammentato che II dottor Zivago ài Pasternak venne condannato nell'Unione Sovietica anche perché considerato una legittimazione dell'adulterio. Veniamo al secondo percorso, quello che ha decisamente inciso su ampi settori della letteratura post-moderna, ciò che viene chiamato «il subb¬ ia scomparalfiere, con americana ce sognò il ril suo pensiinfluenza anal postmod me post-moderno» espressione coniata da Jean Baudrillard. Secondo Brown gli scienziati, gli ingegneri, i dirigenti delle grandi corporazioni sono vittime e strumenti di una ideologia repressiva legata alla produzione e al possesso dei mezzi. Dobbiamo, allora, fissare una relazione e condannare la moderna tecnologia? La risposta di Brown è un vigoroso no, a patto che la tecnologia venga ripensata e rimodellata. Sta qui il riferimento cruciale del titolo del libro più importante di Brown: se l'ideologia repressiva equivale alla morte, il riscatto della scienza e della tecnologia equivalgono alla vita. Per stabilire un referente mitico, Brown ricorre alla figura di Apollo, non senza rifarsi al precedente di Nietzsche. Apollo è il dio del sole, e va considerato una proiezione del mondo interiore della fantasia. Nietzsche aveva compreso che la materia di cui è sostanziato il mondo apollineo si riconosce nel sogno. Così il confine stabilito dalla repressione viene superato grazie al sogno della realtà istituale. La tecnologia, con tutti i rischi che le sono propri, può creare un mondo del sogno, a patto di non separare chi se ne avvale dalla sua realtà istituale e sessuale. Eccoci allora alla ricaduta letteraria di cui parlavamo prima, e per la quale sono stati fatti tre nomi di scrittori americani di generazioni successive. Uno è Norman Mailer, ma sono gli altri due a rivelare un debito incontestabile nei confronti di Brown: Thomas Pynchon e, sulla sua scia. Don DeLillo. Da Arcobaleno della gravità di Pynchon a Underworld di DeLillo le formulazioni di Brown diventano il midollo ideologico del discorso narrativo, dello stesso linguaggio. Brown non accettava di Freud il principio di una sorta di permanenza della categoria della repressione, e teorizzava una vera e propria rivolta contro la differenziazione sessuale e l'organizzazione genitale. Lesile Fiedler, il più sottile critico militante americano, prendendo le distanze da Brown ha dovuto riconoscere il suo ascendente sul post-moderno, sul pubblico giovanile, notando che le sue teorie approdarono sollecitamente alla City Lights Bookshop, la libreria di San Francisco roccaforte dei beat. La formulazione post-freudiana di Brown sta alle radici di Corpo d'amore, ove si rielabora il principio di perversione polimorfa. Qui Brown, in questo remotissimo da Marcuse, giunge a una visione misticheggiante della sessualità, facendo più della letteratura che della speculazione teorica. La scuola di Francoforte non c'entra per nulla. Brown trova posto in un grande filone della cultura americana, quello iniziato nell'Ottocento con il Trascendentalismo emersoniano. Una posizione ovviamente discutibile, ma la cui urgenza sembra riprendere vigore a fronte dell'universo della globalizzazione. ia scomparsa di Norman Brown, alfiere, con Marcuse, della controcultura americana che coniugò Marx e Freud e sognò il riscatto di scienza e tecnica: il suo pensiero ha avuto una profonda influenza anche in letteratura, da Mailer al postmoderno di Pynchon e De Lillo tìS^liSS

Luoghi citati: Francoforte, Italia, San Francisco, Unione Sovietica