Gm: se cambia la proprietà salta l'intesa per Fiat Auto

Gm: se cambia la proprietà salta l'intesa per Fiat Auto IN ROSSO DI 804 MILIONI DI DOLLARI ILTRIMESTRE DEL GRUPPO USA Gm: se cambia la proprietà salta l'intesa per Fiat Auto Il colosso di Detroit abbatte il valore di bilancio della casa italiana Il Lingotto: «Fortemente sottostimate le possibilità dell'azienda Non si è tenuto conto delle nostre prospettive di lungo termine» Flavia Podestà MILANO Come da copione. General Motors ridimensiona la sua partecipazione in Fiat Auto: era atteso con la presentazione dei conti trimestrali che, proprio per le partite straordinarie, chiudono in perdita per 804 milioni di dollari. Lo fa, però, con mano particolarmente pesante - il valore del 200Zo acquisito nel marzo 2000 viene abbattuto del 91,60Zo e costringe, così, i vertici del Lingotto a reagire, facendo sapere al mercato che la valutazione di Detroit «sottostima il reale valore economico» di Fiat Auto, arescinde dai benefici attesi dala cura appena annunciata ai sindacati (con il relativo risparmio di 800 milioni di euro di costi all'anno); e, in ogni caso, né influisce sul consolidato del gruppo torinese né sul prezzo di esercizio del put sul restante 800Zo della società guidata da Giancarlo Boschetti «che verrà fissato», in concomitanza con l'esercizio della put option che Fiat può imporre agh americani a partire dal 2004, «da banche intemazionali indipendenti». Sono questi i termini della questione che, per due terzi della giornata, è rimbalzata tra le due sponde deD'Atlantico. Complice la presentazione dei conti trimestrah del primo gruppo automobilistico mondiale che sarebbe riuscito ad accompagnare la crescita dei ricavi con un buon aumento dei profitti -615 milioni di dollari, pari a 1,20 dollari per azione (contro i 99 cent stimati dagli analisti e gli 86 cent di dodici mesi prima) - se non fosse stato per le svalutazioni che hanno mandato in rosso il rendiconto trimestrale. Gm ha svalutato la sua quota in Fiat Auto - acquisita a 2,4 miliardi di dollari - di 2,2 miliardi di dollari, praticamente azzerandola: 200 mihoni il valore residuale. Benché la rettifica di valore fosse attesa a Torino, tanto che il presidente della Fiat Paolo Fresco - come riportato la scorsa settimana dal Wall Street Journal e dal Financial Times - ne aveva parlato con la stampa estera, inquadrandola come «un normale processo amministrativo di asset impairment» richiesto, per di più, dalle regole contabili, di fronte alla portata della svalutazione decisa da Richard Wagoner, il vertice del Lingotto si è sentito in dovere di riportare la questione entro binari più precisi. Così la Fiat, se da un lato ha ascritto al normale gioco deUe parti - tra due soggetti che hanno siglato un accordo in fieri, il cui prezzo finirà per essere influenzato dalle singole posizioni negoziali - la pesante tosatura del valore di Fiat Auto operato dagli americani, dall'altro ha anche mandato a dire loro che hanno fatto i conti senza l'oste. Spiegando, infatti, che Fiat Auto - a dispetto di valutazioni opportunistiche, in quanto non tengono conto «delle prospettive di lungo termine dell'azienda, della sua posizione di mercato, e del valore dei suoi marchi», la cui importanza è ben nota prima di tutto alla stessa Gm, - tornerà a crescere e a correre ima volta realizzato «il piano di ripresa annunciato recentemente» dall'azienda guidata da Boschetti, che non solo «include misure significative di riduzione dei costi e importanti investimenti in nuovi prodotti», ma è anche finalizzato «a ristabilire le per¬ formance finanziarie e industriali» di Fiat Auto, così da «supportarne una giusta valutazione nel lungo termine». Come dire, insomma, agli americani che non si illudano: la Fiat, preso atto della situazione in cui è finita la sua corazzata automobilistica, è salita in plancia di comando per invertire la rotta ed evitare accuratamente che l'esercizio (parziale o totale) della put option si traduca in un regalo agli americani. Dopo l'annuncio della ri- classificazione del valore della quota Fiat da parte di Gm, il titolo della casa torinese è salito in Borsa interpretando quella di Detroit come ima mossa negoziale. Il duetto tra Torino e Detroit comphce il bombardamento di domande rivolte dagli analisti al direttore finanziario di Gm John Devine - si è arricchito poi di un altro capitolo, destinato a delimitare nettamente il campo per chiunque vogha cimentarsi con il caso Fiat: azionisti in testa, ma non solo. Rispondendo a una domanda. Devine ha sostenuto che «l'opzione put è automaticamente eliminata se, prima dell'esercizio, dovesse intercorrere un cambiamento del controllo della Fiat spa». Vincolo che, pare di capire, gh americani riterrebbero esteso anche a Fiat Auto. Dai paletti posti dalla rigida interpretazione del contratto stipulato nel 2000, fornita dagli uomini di Detroit - che proprio in questi mesi in Europa sono già alle prese con i problemi della Opel - discendono alcune conseguenze che restringono i margini di manovra sia del vertice del Lingotto, sia del governo che pare impegnato nel dare un contributo alla soluzione della crisi dell'auto italiana. La salvaguardia degh attuah assetti del controllo - in Fiat come nella Fiat Auto - sta a significare che, sul lato del Lingotto e dei suoi azionisti, la partita si deve giocare per intero sul recupero di efficienza e redditività intema al gruppo, da ciò discende che l'obiettivo di portare a casa gh 800 mihoni di euro l'anno di risparmio di costi è irrinunciabile e l'unica via chiaramente delineata per raggiungere la meta è il piano presentato da Boschetti: immodificabile nelle quantità. E questo dovrebbe tranquilhzzare anche le banche che domani andranno al ministero dell'Economia. Ma l'imperativo categorico di non stravolgere il controllo finisce per circoscrivere anche l'eventuale intervento del governo, laddove si opti per l'ipotesi della newco, cui conferire Fiat Auto. Devine: «L'opzione put è automaticamente eliminata se prima del suo esercizio dovesse cambiare il controllo della Fiat» La rettifica del valore era attesa a Torino: «Un processo normale» Richard Wagoner numero uno di Gm

Persone citate: Boschetti, Flavia Podestà, Giancarlo Boschetti, John Devine, Paolo Fresco, Richard Wagoner

Luoghi citati: Detroit, Europa, Gm, Milano, Torino