Yemen, petroliera in fiamme Per i francesi è un attentato

Yemen, petroliera in fiamme Per i francesi è un attentato GMUSAAVEmNO AVVERTITO DEL RrSCHIO DI AGGUATI LUNGO LA PRINCIPALE ROTTA MONDIALE DEL TRASPORTO ENERGETICO Yemen, petroliera in fiamme Per i francesi è un attentato XIn peschereccio si lancia sulla iwk ed e^plòcle nèlióastrettó di Aden Fra i marinai una vittima. Disastro ambientale per l'uscita di greggio dal corrispondente da PARIGI Al Quai d'Orsay, sede del ministero degli Esteri, non dicono nulla: «Aspettiamo le conclusioni dell'inchiesta». Ma dall'ambasciata francese in Yemen il colonnello Vial, attaché militare, risponde in diretta al telegiornale della sera e racconta un incidente che assomiglia tanto a un attentato. Insomma, se la dinamica dello scontro tra la petroliere francese e un battello da pesca non lascia dubbi, a Parigi il governo si prende ancora qualche ora prima di trasformare un incidente di mare in un inquietante e delicato attentato politico con la possibile, probabile firma di Al Qaeda, l'organizzazione terroristica di Bin Laden. Ma la Francia, protagonista nella diplomazia Onu-Iraq, è ufficialmente bersaglio degli islamisti. Esattamente due anni fa, in un incidente identico, fu colpito nel porto di Aden la nave da guerra americana Uss Cole. Morirono 17 militari. Nell'incidente di ieri c'è una sola vittima. Dalle 5,5 di domenica mattina ora di Parigi - la gigantesca nave petroliera Limburg, lunga 330 metri e capace di portare 500 mila tonnellate di petrolio, arde nel mare della Yemen, a tre chilometri dalla costa di Al Moukalla, dove stava accostandosi per caricare un milione e mezzo di barili di petrolio, al terminal di El Shir. Proveniva dall'Iran, dal terminal di Kharg, dove aveva gjà caricato 400 mila barili. Quelli che sono ora in fiamme. Sull'intera zona si è sparsa una nuvola di fumo spesso. Ieri mattina, secondo quanto ha raccontato il comandante della petroliera Huberto Ardillon al suo armatore, un battello da pesca è andato a sbattere volontariamente contro una fiancata della Limburg. Non sarebbe successo niente o poco se il battello non fosse stato carico di esplosivo. Jacques Moizan, direttore tecnico di Euronav, la società proprietaria, dice che la petroliera è praticamente nuova (è stata varata due anni fa), era in perfette efficienza, ed è stata costruita con i massimi criteri di sicurezza, con un doppio scafo fatto apposta per evitare - dopo innumerevoli disastri ecologici - che imo scontro in mare potesse provocare l'uscita del greggio. Euronav dice dunque che non ci sono dubbi: il finto peschereccio che ha urtato la Limburg doveva essere stracarico di esplosi- vo. E' dunque probabile che ci siano anche uno o più kamikaze, morti e inceneriti nell'attentato, come accadde nel porto di Aden due anni fa. Il disastro ecologico è sicuro, l'aliarne terrorismo nuovamente al massimo. Anche se finora tutti tentano di minimizzare. Il governo yemenita ha negato risolutamente l'attentato; e U governo francese, come abbiamo visto, aspetta. Ma da Sanaa anche il viceconsole Marcel Gancalves conferma: «Il battello che ha urtato la petroliera era carico di esplosivo». La marina militare americana, all'inizio di settembre, aveva lanciato un allarme generalizzato sul rischio attentati in quel corridoio di mare tra lo stretto di Qrmuz e quello di Man El Mandeb che è una specie di autostrada per le petroliere. Ricorrevano in questi giorni due anniversari: un anno dall'I 1 settembre e due dall'attentato alTUss Cole. I terroristi di ogni Paese e di ogni fede hanno la mistica delle ricorrenze e dunque aspettarsi qualcosa in quel pentolone di tensioni era quantomeno logico. Può darsi che gli americani avessero anche altre informazioni, i francesi tuttavia sembrano essere stati sorpresi. L'attentato esplosivo e suicida contro il «destroyer» americano di Aden fu rivendicato da Al Qaeda. Vedremo se anche questo attacco avrà una «benedizione» di Bin Laden, che nello Yemen è di casa perché la famiglia è originaria di quella zona che sta al confine con l'Arabia Saudita. Che il Quay d'Orsay esiti a riconoscere nell'incidente di mare un nuovo attacco contro la Francia è comprensibile. Non fa piacere essere bersagli e poi bisogna decifrare qual è il messaggio politico che c'è in un gesto del genere. La Francia è in prima linea nella trama diplomatica che si sta svolgendo tra Onu, Stati Uniti, Iraq. E non solo in questi giorni. Alla fine di luglio un'auto-bomba esplose a Karachi accanto a un autobus di tecnici francesi (e undici rimasero uccisi) che stavano lavorando in assistenza ai pakistani su un sommergibile costruito sulla Manica, nei cantieri francesi di Cherbourg. Un altro attentato che veniva da Al Qaeda. E' chiaro he gli uomini di Bin Laden tendono sotto tiro Parigi e il suo mtenso lavorio intorno al Golfo. Una squadra di inquirenti francesi partirà oggi per lo Yemen. Ieri sera il presidente Chirac ha parlato a lungo al telefono cqn il presidente yemenita Ali Abdallah Saleh il quale gli ha assicura[to che le indagini saranno fatte con «la massima diligenza». La Franciaba anche chiesto assistenza all'equipaggio, composto da venticirique persone: 8 francesi e 17 bulgari, uno dei quali scomparso, [c.m.] Ieri era il secondo anniversario dell'attacco suicida airincrociatore am^ifcàno Oss^GÓfé in'queste stess^cqijie per mano di Al Qaeda ARABIA SAUDITA SANAA OMAN Mukalla Oceano. Indiano mm La nuvola di fumo nero che si sprigiona dalla super-petroliera Limburg e minaccia il porto yemenita di Mina al-Dabah

Persone citate: Ali Abdallah, Bin Laden, Chirac, Jacques Moizan, Saleh, Vial