Il bambino di Klobas, un giocoso e feroce guastatore per il mondo

Il bambino di Klobas, un giocoso e feroce guastatore per il mondo Il bambino di Klobas, un giocoso e feroce guastatore per il mondo LUOGHI comuni» è il titolo del nuovo libretto di Lucio Klobas; un libretto di ottanta pagine che in cinque capitoli (L'era iniziale. L'era glaciale, I secoli bui, Il Rinascimento, La modernità) racconta (ripercorre) la storia del mondo da quando «Dio, che era alle prime armi, non aveva ancora esperienza come oggi e... era considerato uno qualunque, uno sfaccendato che perdeva il tempo a pensare, che pativa la fame e la sete come tutti gli altri uomini senza lamentarsi però (doveva dare l'esempio)...» all'invenzione della bomba atomica che «... un giorno qualsiasi, ... esplose da sola cadendo dall'albero come una mela troppo matura: evidentemente era giunta la sua ora, l'appuntamento con il destino era stato completato». E' il mondo raccontato da un bambino (il libretto è pubblicato nella collana Zeta ragazzi dell'editore Campanotto) che ha appena appreso i rudimenti della logica e con questi ragiona. Ma si sa che la logica riconosce le cose ma non ne coglie il senso e riduce il mondo a una presenza meccanica e povera. Ma è proprio così o non è forse più giusto pensare che il senso (il famoso senso) è più che altro una superfetazione degli uomini con cui questi danno voce alla loro interessata insipienza e sfogo alla loro natura di bugiardi? A dar retta alla logica (che non perdona) sarebbe proprio così. Infatti dopo aver inventato il fuoco gli uomini cosa fanno? Disboscano «ampi tratti di meravigliose conifere sempreverdi per impedire in modo definitivo RECEAGu NSIONE gelo ielmi (così si disse) la propagazione di eventuali incendi... Bloccare sul nascere gli incendi, si diceva con un po' di enfasi, è sempre meglio che assistere inermi alla distruzione di tutto ciò che il fuoco trova sulla sua strada». E cosa fanno dopo aver scoperto l'acqua? «... scoprono con grande soddisfazione e infinito orgoglio l'acqua calda (però qualcuno furbescamente non lo dice, non vuole fare la figura del fesso), dopo di che pontificano, salgono in cattedra, fanno grandi discorsi accademici, disquisiscono, discettano, elaborano teorie... sicché a sentirli ti viene il mal di testa...». E quando scoprono che la pioggia bagna e li costringe tanto spesso a «rimanere in casa tutto il giorno... e poi il giorno seguente... oppure ritornare a letto, sotto le coperte di bisonte ancora calde... per rimediare a tante disgrazie... convocarono... i mighori e più celebrati cervelli disponibili sul mercato della scienza, tutti rigorosamente formatisi al mitico Mit di Boston, i quali, raccolta sportivamente la sfida con animo generoso,... decisero di mettersi subito all'opera, individuando tra i tanti possibUi, l'antidoto più efficace e credibile contro la pioggia: l'asciutto. Grande applauso». E ancora quando nei secoli bui si rendono conto che tutte «le cure contro il cancro sono risibili...» si ritrovano a pensare di curarlo «... nientemeno... che con la morte dell'ammalato; si pensava... che quella fosse la cura più efficace, soprattutto una cura definitiva, cioè stroncava sul nascere il risorgere del male, inoltre non illudeva famigliari e parenti, e anche la vittima del male moriva finalmente serena, pacificata con sé e forse con il mondo circostante...». Come si vede Klobas è un uomo (uno scrittore) giocoso che si diverte a scoprire che i dati della vita sono sempre fuori posto e sostituisce (si accompagna?) il dispetto e il dispetto fa la punta alle parole che allora scivolando sulle cose lasciano (vi incidono) un graffio che se apparentemente non si vede pur le marca per sempre. Questa è la virtù di Klobas: di essere silenziosamente un urlatore e lietamente un feroce guastatore. RECENSIONE Angelo Guglielmi Lucio Klobas Luoghi comuni Campanotto, pp. 86, 6 8,26 RACCONTO

Persone citate: Angelo Guglielmi, Klobas, Lucio Klobas

Luoghi citati: Boston