Giacarandà, una faida coniugale nella Sicilia del 700

Giacarandà, una faida coniugale nella Sicilia del 700 Giacarandà, una faida coniugale nella Sicilia del 700 DUE accenni di romanzo tra loro dissimili - compongono il tracciato narrativo del nuovo lavoro di Cacopardo. Lo scrittore-magistrato di Letojanni - ma nato ai bordi dell'Alpe in quel di Rivoli - ci aveva abituati, nelle vicende precedenti, a una personale rivisitazione del giallo, con enigmi latenti ma ben orchestrati, risolti sul versante più dell'effetto sociale che su quello facilone destinato ad acchiappare lettori. Autore elegante, fornito di un linguaggio ricercato, talvolta impervio nelle accelerazioni della trama, Cacopardo si è finora costruito una posizione a metà strada fra le ovvie - olimpizzate - sicilitudini alla Camilleri e il tentativo, neanche troppo mascherato, di ripercor- rere la rotta dell'impegno sociale di Sciascia. La Sicilia di Cacopardo è bozzettistica ma fotografata nelle sue più ironiche - perverse - idiosincrasie, con aspetti descrittivi destinati a infliggere stilettate d'accusa contro il malaffare endemico e contro una certa borghesia d'accatto ancora piuttosto lontana dalla globalizzazione dei comportamenti etici e morali. RECENSe Questo nuovo romanzo - veloce, leggero, dignitoso - sembra invece la sosta riflessiva di uno scrittore che si dà respiro prima di tornare alle battaghe consuete, quasi un divertissement particolare nell'ambito di ima narrativa comunque poco incline alla seriosità. Tra epopea storica e feuilleton, la vicenda di Giacarandà - con l'accento siculo sulla «a» - si svolge nel fiato di un anno remoto, tra l'estate del 1747 e quella successiva, in una Sicilia nobiliare dalla quale sembrano escluse le problematiche del popolo bue. Qui si discetta invece di contrasti nobiliari e più ancora religiosi, là dove il matrimonio SIONE io messo in cantiere dal quarantenne marchesino Giulio Lìmini con la diciannovenne Matilde Mondin va a cozzare con gli interessi e le ostilità di una guerra sotterranea tra gesuiti e domenicani. Gli uni e gli altri risultano spalleggiati da importanti figure nobiliaridella regione, e gli affari di cuore diventano motivo di lotta e di vendetta tra le opposte fazioni borghesi e religiose. Senza contare, inoltre, che la giovane Matilde disdegna lo sposo più vecchio e poco incline alle abluzioni corporali, oltretutto padre non riconosciuto di una bambina avuta dalla sua amante Agatina, a sua volta pronta a innescare una faida che scatenerà le offensive delle diverse forze clericali. Tra intrighi e «ammazzatine», la prima )arte del romanzo corre veloce ino al matrimonio - inevitabile tra Giulio e Matilde, che nel frattempo ha trovato il conforto ideale tra le braccia giovani di Nicola, fratello del suo sposo. Agatina è invece messa al bando in un casolare di campagna, ma Giulio si rende presto conto di amare lei più della sposa poco disponibile agh affetti e ai «doveri» coniugali. Risolti i contrasti nobijiarr'e' clericali con interventi altolocati, troviamo Giulio e Matilde impegnati - nella seconda parte - a dirimere una questione ormai privata di semplici ma appuntite corna reciproche. Lei rimane incinta, ma il figlio è di Nicola, lui corre spesso dalla dolce Agatina. Quando la situazione sembra precipitare, verrà tuttavia risolta con la destrezza e la disinvoltura sfacciata consentite da sempre agli agevolati del destino. Il romanzo, dunque, è una sorta di cronaca minima d'un fatto storicamente plausibile - Giulio risulterebbe il fondatore del paese di Letojanni - in cui la Chiesa e l'Inquisizione non guadagnano in belle figure, ma la leggerezza con la quale Cacopardo ha dissertato sulle numerose deviazioni della sua passeggiata ce lo fanno vedere come un tentativo curioso di dilettevole promemoria in funzione di futuri approfondimenti del genere. In questa veste di aneddoto romanzato la vicenda si scioglie in una sua frizzante leggerezza evocativa, anche se nella seconda parte il tono da commedia di costume attutisce vagamente la disinvolta ironia documentale dell'intreccio storico. DOMENICO CACOPARDO: UN MATRIMONIO TRA EPOPEA STORICA E FEUILLETON, CONTRASTI NOBILIARI E RELIGIOSI, INTRIGHI, «AMMAZZATINE», APPUNTITE CORNA RECIPROCHE RECENSIONE Sergio ^.dV Domenico Cacopardo Giacarandà Marsilio, pp. 200. «73,50 ROMANZO Domenico Cacopardo

Persone citate: Cacopardo, Camilleri, Domenico Cacopardo, Matilde Mondin, Sciascia

Luoghi citati: Letojanni, Rivoli, Sicilia