Giuffrè fa i nomi: vi porteranno da Provenzano
Giuffrè fa i nomi: vi porteranno da Provenzano «MANUZZA», NUMERO DUE DELLA CUPOLA, COLLABORA CON I PM DELLA DDA A PALERMO Giuffrè fa i nomi: vi porteranno da Provenzano «Due allevatori incensurati dell'Agrigentino coprono la latitanza del boss» Urlo Abbate corrispondente da PALERMO I nomi dei favoreggiatori del capo di Cosa Nostra, l'imprendibile Bernardo Provenzano, Nino Giuffrè, li ha fatti. Li ha comunicati agli inquirenti, ha indicato i posti in cui ha visto il numero uno delle cosche mafiose. Li ha detti ma probabilmente non hanno sortito il giusto successo. La caccia a Provenzano è comunque aperta. Il pentimento di Nino Giuffrè porterà, a sentire gli umori dei magistrati, novità eclatanti. Si spera presto. Il boss di Caccamo ha indicato in particolare due nomi, si tratta di due allevatori dell'Agrigentino senza precedenti per mafia. Giuffrè parla, i pm registrano e accumulano notizie, così come prevede la nuova normativa sui collaboratori. Con i nomi e le informazioni raccolte, fanno notare al palazzo di giustizia, ((non si può procedere nei confronti delle persone citate da Giuffrè solo perché le ha dette lui. Occorrono altre prove». Intanto le informazioni su Provenzano sono stato inoltrate dai magistrati agli investigatori del Kos, il raggruppamento operativo speciale aei carahinieri, che è impegnato nelle ricerche del latitante corleonese e non partecipa agh interrogatori del pentito. È possibile che fino ad ora, osservano,gh inquirenli, le informazioni fomite dal neo pentito non siano ancora sufficienti, ma di siano il cerchio attorno alla ((primula rossa» di Cosa Nostra si sta stringendo ancora. Del cesto i carabinieri hanno lavorato, all'inizio, senza conoscere la fonte dei magistrati che era Giufirè. Le prime deleghe di indagine sulle dichiarazioni rese dal collaboratore partiranno infatti lunedì dalla Procura di Palermo e verranno consegnate alla polizia giudiziaria. Saranno così ufficialmente avviati gli approfondimenti investigativi sulla lunga lista di nomi che è contenuta in una decina di pagine dei verbali dell'ex boss di Caccamo. I nomi, attualmente top secret, indicherebbero i nuovi organigrammi delle cosche mafiose di Caccamo, Termini Imerese, San Mauro Castelverde, «Palermo Centro», «Villagrazia» e gli «affiliati» di numerose città siciliane e piccoli centri dell'entroterra. L'ex numero due di Bernardo Provenzano sta tracciando la più aggiornata mappa di Cosa Nostra, fornendo agli inquirenti elementi del tutto inediti su equilibri e scenari intemi alle ((famiglie» e dicendo che la mafia era pronta ad altri attentati. «E solo l'inizio - sostengono negli ambienti giudiziari -, il terremoto deve ancora arrivare. Molte sorprese sono attese per i mesi che verranno». 'Nino Giuffrè parla a mota libera, in particolare sul mondo che mota attorno agli appalti pubbhci. Gh inquirenti osservano che il pentito appare disponibile a fornire spiegazioni e chiarimenti su tutte le questioni poste in sede di interrogatorio: a partire dal prezio-so contenuto dei «pizzini», i numerosi bigliettini con informazioni cifrate su appalti e affari, che «Manuzza» custodiva in un marsupio al momento del suo arresto. Da quei foglietti di carta, sostiene chi indaga, può scaturire ima miniera di preziose informazioni sulle collusioni tra Cosa Nostra e il mondo politico-imprenditoriale siciliano. Minuzioso nell'esposizione, Giuffrè appare disposto a decodificare con gh investigatori ciascun biglietto, ciascun messaggio in codice, ricostruendo la storia criminale di chi lo ha scritto e del modo con il quale gh è stato recapitato. I verbali di interrogatorio sono custoditi in un unico computer portatile, occupano una memoria molto ampia, e nessuna copia può essere ancora fatta. I pm Michele Prestipino e Lia Sava, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Lari, interrogano il collaboratore davanti al suo difensore di fiducia, l'avvocato Lucia Falzone. Ma le confessioni di «Manuzza» provocano anche perplessità: «Non credo a una parola di quello che leggo sulle deposizioni di re della mafia folgorati da Padre Pio», lo ha afferma il deputato delTUdc Gianfranco Rotondi manifestando solidarietà a Lumia. Per il procuratore generale di Torino, Giancarlo Caselli «è difficile capire esattamente cosa sia successo, cosa abbia fatto accantonare il progetto» di uccidere 1' ex presidente della Commissione Antimafia. Forse nei collegamenti tra Cosa nostra e 1' estemo si sono spinte e controspinte di diversa natura alle quali bisogna essere sempre attenti senza cedimenti di nessun genere». I « mammasantissima» preparavano altri agguati oltre quello contro Lumia poi stoppato Caselli: «E'diffide capire cosa abbia fatto accantonare il progetto di uccidere l'ex presidente dell'Antimafia» Indicati i nuovi organigrammi e gli «affiliati» di molte città siciliane L'ex capo sta tracciando la più aggiornata mappa di Cosa Nostra fornendo elementi inediti su equilibri e scenari delle cosche
Luoghi citati: Caccamo, Palermo, San Mauro Castelverde, Termini Imerese, Torino
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