Giappone e Nord-Corea più vicini Kim ammette: siamo stati terroristi

Giappone e Nord-Corea più vicini Kim ammette: siamo stati terroristi IL PRIMO INCONTRO DEL DOPOGUERRA TRA I DUE PAESI A PYONGYANG Giappone e Nord-Corea più vicini Kim ammette: siamo stati terroristi A sbloccare la situazione sono state le scuse del padrone di casa per il rapimento di undici giapponesi negli Anni 70 e 80, protagonisti i servizi. Finora gli episodi erano stati negati Francesco Sisci PECHINO Il primo ministro giapponese Junichiro Koizumi ha portato ieri a casa un successo al di là delle previsioni nel suo incontro a Pyongyang con il leader nordcoreano Kim Jong-il. In una conferenza stampa Koizumi ha annunciato che Kim ha chiesto scusa al Giappone per il rapimento in circostanze misteriose, negli anni '70 e '80, di undici cittadini giapponesi. Finora Pyongyang aveva completamente negato l'accaduto. «Kim si rammarica del fatto e si scusa sinceramente», ha riferito un funzionario giapponese. Kim ha anche detto di aver già punito i colpevoli. Degh undici, però, oggi soltanto quattro sono ancora vivi, sei altri sono morti, uno è disperso e secondo rivelazioni nordcoreane sarebbero morti anche altri due (che porterebbero così il totale a tredici) non nella lista ufficiale giapponese. «Il mio cuore è pieno di dolore», ha detto Koizumi rivolto ai famigliari delle vittime degli scomparsi. Koizumi aveva precisato prima del vertice che una risposta chiara sui rapiti era la precondizione per la normalizzazione dei rapporti, per la quale è ora prevista a ottobre una ripresa del negoziato. Quei rapimenti sono una ferita ancora aperta a Tokyo, anche perché non è chiaro che cosa facesse il Nord Corea di quelle persone. La tesi più accettata e che una volta a Pyongyang i rapiti addestrassero spie nordcoreane da infiltrare all'estero in lingua, usi e costumi recenti del Giappone. Kim ha anche promesso di estendere la moratoria sullo sviluppo delle armi nucleari oltre l'attuale termine del gennaio 2003, cui Pyongyang si era impegnata nel 1994. Otto anni fa la Corea del Nord si era anche impegnata a consentire l'accesso ai suoi reattori da parte di ispettori dell'ente internazionale per l'energia atomica, ma di fatto quella era stata lettera morta. Sono proprio le armi nucleari la preoccupazione maggiore di Washington che, pur avendo dato via libera a nuovi contatti con Pyongyang a luglio, restava scettica sul viaggio di Koizumi. Al di là dei sorrisi, delle strette di mano ufficiali, degli inchini di ieri non si conosce con certezza l'atteggiamento di lungo periodo dei dirigenti nordcoreani, che hanno abituato il mondo a repentine sterzate diplomatiche da una parte o dall'altra. Il prossimo banco di prova della sincerità di Kim Jong-il è la spinosa questione della riunificazione della linea stradale e ferroviaria tra Nord e Sud Corea. Questa strada potrebbe portare le merci di Seoul e Tokyo in Europa via terra con la metà del costo e del tempo del trasporto marittimo. Sul tema c'è un accordo di principio fra le parti ma non c'è ancora accordo sul percorso. La ferrovia dovrebbe eventualmente ricongiungersi alla Transiberiana russa, ma non è ancora chiaro dove. Sud Corea e Cina vorrebbero che il treno uscisse dal Nord Corea e andasse a Ovest nel Nord-Est cinese e in Mongolia. Nord Corea e Russia invece vorrebbero che la linea evitasse completamente la Cina e si dirigesse a nord verso Vladivostok e la zona economica speciale nordcoreana di Tumen. La rotta Nord è più lunga, ma darebbe un nuovo ruolo a Vladivostok, che oggi con i suoi due milioni di abitanti è una piccola enclave europea circondata dagli oltre cento milioni di cinesi del Nord-Est. La rotta Ovest invece isolerebbe ulteriormente Vladivostok, ma creerebbe un circolo virtuoso di traffici tra Giappone, Sud Corea e Cina settentrionale, l'area di sviluppo industriale nel continente che già i giapponesi avevano creato negli anni '30. Questa ferrovia, per la prima volta da oltre mezzo secolo, aggancerebbe stabilmente il Giappone al continente asiatico e potrebbe essere l'iniezione di fiducia di cui Tokyo ha bisogno per iniziare a uscire dalla sua crisi economica e politica decennale. Quasi a sottolineare questo tentativo Koizumi ha offerto le sue scuse alla Nord Corea per la passata occupazione coloniale, ma ha respinto la richiesta del pagamento di un compenso. Le parti si sono poi accordate per discutere in una prossima occasione l'entità di aiuti che il Giappone è pronto a offrire alla Nord Corea. L'Incontro a Pyongyang tra il presidente nordcoreano Kim Jong-il (a sinistra) e II premier giapponese Junichiro Koizumi