Berlusconi: la guerra è possibile ma non prima dell'anno nuovo

Berlusconi: la guerra è possibile ma non prima dell'anno nuovo VEÙfipmBUTni:* 'LSt bèli :.i... ..'lUjw.Mari'i»*W|WMuWf V' A CAMP DAVID PALL'«AMI^O GEfttKp»Ì MI HAJtfeGALATO UI^0ÌÙBBOTTO DA AVIATORE Berlusconi: la guerra è possibile ma non prima dell'anno nuovo «Spero ancora che non si arrivi a tanto. Il dittatore è un uomo pragmatico e di fronte alla fermezza americana non rischierà» reportage Augusto Minzolini inviato a CAMP DAVID SILVIO Berlusconi può essere contento. Questa volta è stato davvero ricevuto in pompa magna dal suo amico George. Il presidente Usa gh ha aperto le porte della sua residenza dì campagna a Camp David. Ha annunciato dì buon mattino la sua vìsita agh americani nel suo dìscorso settimanale alla radio. Lo ha inserito insieme a Blair, ad Aznar e al polacco Kwasniewski tra gh amici su cui gh Usa possono contare in Europa nella sua lotta a Saddam. Lo ha accolto con bandiere e un battaghone di marines in alta uniforme e lo ha portato personalmente alla residenza guidando lui stesso la golf-cart. Inoltre gh ha preparato un'atmosfera famigliare: ì due leader vestiti in maniera informale (Bush in maniche di camìcia e Berlusconi in maglione) si sono seduti attorno ad una tavola bandita con la first lady. Laura, il fratello Jeb e la sorella Dorothy, oltre al consighere più ascoltato del presidente, Condoleezza Rice. E quando il Cavaliere ha azzardato davanti alle telecamere una frase in inglese, l'amico George lo ha affettuosamente chiosato: «Englìsh very good». Insomma, per dimostrare attenzione verso «il buon amico e leader forte» Silvio Berlusconi, George W. Bush non avrebbe potuto fare di più. Ma tanto calore e tanti apprezzamenti nella liturgia diplomatica precedono una richiesta: (jli Usa vogliono mi aiuto dall'Italia per spìngere l'Onu a promuovere un intervento armato contro Saddam e, se ciò non sarà possibile, vogliono che il nostro paese appoggi un possibile intervento anglo-americano contro il regime di Baghdad. Una sollecitazione che già nelle scorse settimane era arrivata al nostro Premier attraverso i soliti canali diplomatici, ma che ieri Bush ha posto con estrema chiarezza nell'incontro che ha avuto con i giornalisti insieme al premier italiano. «Saddam Hussein " ha detto - ha sfidato l'Onu 16 volte. Non una volta, non due, ma 16. Dopo la guerra del Golfo l'Onu aveva fatto le sue richiesta all'Iraq, ma Saddam lo ha sfidato e non ha fatto niente. Quindi le Nazioni Unite debbono agire, altrimenti diventeranno un'organizzazione irrilevante. Lo scopriremo tra poco. Questo è il momento in cui l'Onu deve affrontare questi problemi». E ancora: «Un' altra chance non la deve avere Saddam ma le Nazioni Unite, per provare la propria autorevolezza. Siamo entrati in un nuovo mondo. Le guerre del futuro non saranno come le guerre del passato. Noi diamo la caccia a dei terroristi che si nascondono nelle grotte e mandano i loro giovani alla morte. Hanno colpito l'America ma potrebbero colpire anche l'Italia. La comunità intemazionale deve dare prova in questo momento, l'Onu deve dimostrare dì avere spina dorsale di fronte a questa situazione per sradicare il problema. Ma non equivocate, se dobbiamo far fronte a questo problema noi lo faremo». Così in due ore e mezza di colazione Bush ha tentato dì capire se davvero l'Itaha dì Berlusconi è diventata un partner ideale o no. Il riostro, in termini logici, ha accettato la dottrina di Washington su Saddam. Anche per Berlusconi l'uomo di Baghdad è perico- loso. «Noi e gli alleati - ha raccontato il premier italiano - abbiamo avuto daU'Amministrazione americana prove fotografiche che il regime iracheno sta tentando di dotarsi di missili a lunga gittata e dì centrifughe nucleari». Nei colloqui il premier italiano non ha contestato la tesi americana che lega per alcuni aspetti terrorismo fondamentalista al regime iracheno. «Non ci sono prove dirette ha detto Berlusconi - ma molte situazioni fanno pensare a connivenze e accordi tra le parti». Di più. La posizione italiana, aldilà della pradenza d'obbhgo, è sintonizzata con la strategia deh' Amministrazione di Washington su molti punti. Berlusconi è d'accordo con Bush sul fatto che l'Onu non può accettare che Sad¬ dam se ne infischi dì un'altra risoluzione del Consiglio di Sicurezza. «L'Onu deve farsi rispettare, se non vuole perdere credibilità». Inoltre in fondo in fondo - e questo è il punto vero - Berlusconi accetta a logica dell'intervento americano anche Se per opportunità politica oggi non lo dichiara apertamente. «Sono convinto ha spiegato - che Saddam Hussein alla fine accetterà la risoluzione dell'Onu. Il mio è un ragionamento, parto dal presupposto che il dittatore è un uomo pragmatico e dì fronte alla fermezza Usa non rischierà. La guerra del Golfo scoppiò per qualcosa dì concreto, per il controllo dei pozzi dì petroho, non per altro». Quella di Berlusconi, però, è solo una speranza. Nei fatti il Cavaliere mette già nel conto un possibile conflitto. «Se dovessi essere smentito - ha osservato dopo il colloquio con Bush credo che l'attacco americano all'Iraq avverrà non prima di gennaio o febbraio. Bush non vuole aspettare mesi per la risoluzione del Consiglio di Sicurezza, al massimo settimane. E comunque sarebbe inutile una seconda risoluzione del Consiglio dì Sicurezza, come chiede la Francia dì Chirac. Sarebbe un non senso. Saddam nell'attesa non se ne starebbe sicuramente con le mani in mano». Poche parole che dimostrano come il nostro premier continui a preferire la politica dell'asse Washington-Londra alle prudenze di Parigi o di Berlino. Del resto. una cambio di rotta ora significherebbe un capovolgimento della sua linea di politica estera che ha individuato sempre in Bush, Blair e Aznar, oltreché in Putin, gh interlocutori privilegiati. Eppoi perché dovrebbe cambiare ora che è entrato nel cuore di Bush. «Oggi Bush mi ha fatto anche un regalo - ha raccontato un giubbotto da aviatore con la scritta Premier Italiano. Io capisco lui come tutti gh americani. Vedete, il terrorismo è un pericolo per tutte le democrazie. Ma gh americani sono stati colpiti al cuore. Hanno una diversa sensibilità. Come chi è stato colpito da un cancro, lo ha provato su di sé ed è disposto più degh altri a finanziare la ricerca contro il cancro». ^|jl II Presidente "" mi ha detto che come il terrorismo ha colpito gli Stati Uniti così potrebbe colpire anche il nostro AA paese 77 ^^ Una seconda ™" Risoluzione del Consiglio di Sicurezza come chiede la Francia è inutile. Saddam non se ne starebbe con le mani in mano 99 Silvio Berlusconi accolto a Camp David dal presidente Bush e da un drappello di marines e marinai con le due bandiere nazionali