JOSCHKA rincorsa ai voti nella Germania profonda di Francesca Sforza

JOSCHKA rincorsa ai voti nella Germania profonda JOSCHKA rincorsa ai voti nella Germania profonda reportage Francesca Sforza inviata a FRIBURGO «E HI ragazzo, pensi di esseW E re tu il candidato Cancelliere? No, perché se è così ti sbagli. I candidati si chiamano Gerhard Schroeder e Edmund Stoiber». Tira fuori tutta la sua grinta-, Joschka Fischer, per rispondere ai soliti estremisti del popolo verde che ancora lo accusano di aver fatto partecipare la Germania aU'intervento militare contro l'Afghanistan. «Il mondo dopo 1' 11 settembre è cambiato, lo volete capire? E siamo cambiati anche noi», dice agitando le braccia dal palco allestito per lui al palazzo dei congressi di Friburgo, una delle tante tappe di questa difficile caccia al voto. «Fuori ministro degli Esteri, dentro Verde», recita lo slogan della sua campagna elettorale, che si snoda attraverso la Germania profonda: Reutlingen, Obemdorf, Rottweil, faccia a faccia con gli elettori, «perché questa volta ogni voto sarà fondamentale». Il bus lo aspetta fuori: ogni giorno, fino al 22 settembre, lo accompagna da un paese all'altro, da un podio all'altro - scuole, parchi giochi, vecchi cinema, circoli di partito. C'è posto anche per i giornalisti, che hanno la possibilità di fare con il ministro qualche tratto di strada, a seconda delle giornate, e della sua vogha di parlare. Subito dopo il discorso - quello in cui si è accalorato contro il ragazzo, per poi dover ammettere: «Ci tengo al tuo voto. Anch'io ero così» - il ministro scompare per un po' di minuti e ricompare in maglietta, pantaloncini e scarpe da ginnastica. Comincia U jogging con Joschka, l'ultima moda della battaglia elettorale 2002. Ci sono giovani militanti - e anche qualche giornalista - che si sono allenati tutto l'anno in vista dell'appuntamento. Una ventina di persone al massimo, destinazione segreta, «per motivi di sicurezza». Dieci chilometri in mezzo al bosco, ai confini con la foresta nera, con i fotografi all'inizio del percorso, e i curicsi assiepati che a fine corsa gridano entusiasti «Joschka! Joschka! Joschka!». «Correre è fondamentale per lo stress - dice il ministro asciugandosi il sudore prima di ripartire a bordo del pullmann -. Non so se riuscirei a sostenere i ritmi della campagna elettorale se non mi concedessi un po' d'esercizio». Il bus riparte, una doccia in un albergo poco lontano e si ricomincia, a piedi per la città, a incontrare le persone per strada. L'unico . punto su cui concordano i diversi istituti di sondaggio è che Joschka Fischer è'il.politico più amato dai tedeschi. E' così. «Ministro, ma che cosa succede a questo paese? I giovani non trovano lavoro, i pensionati si lamentano, i piccoli imprenditori dichiarano bancarotta ... ». Joschka Fischer strizza gji occhi, in una di quelle smorfie che lo rendono simpatico e lo fanno salire nei sondaggi. «Sa. cosa succede? - risponde mentre siamo seduti al caffè della piazza di Friburgo Succede che la festa è finita. La Germania non ha più un soldo. Edmund Stoiber parla di alleggerimenti fiscali e di incentivi, ma non sa quello che dice. Fa la stessa cosa che per anni hanno fatto Helmut Kohl e Theo Weigel, mettendo sul tavolo milioni e milioni di marchi fino a raschiare il fondo. Noi abbiamo cambiato il modo di fare politica in questo paese, abbiamo portato avanti un processo di consolidamento a cui nessuno aveva mai neanche pensato. Ma ci devono dare altri quattro anni, altrimenti andrà tutto sprecato». E' una giornata di sole, la piazza è piena di gente a passeggio. «La Germania è davvero bella - dice Fischer con un sorriso -. Questo viaggio attraverso i Laender mi ha fatto conoscere città che non avevo mai visto. Bamberg, ad esempio, è bellissima. Questo paese ha bisogno di nuovi impulsi, di iniezioni di entusiasmo. Gente come Stoiber, Schaeuble, Spaeth significano un ritorno al passato, la fine del nuovo cammino che il governo rosso verde ha inaugurato». Il giro continua, destinazione Europa Park, un centro di divertimenti ricalcato sul modello di Disneyworld e buttato nel cuore del Baden Wuerttenberg, dove i turisti possono arrivare soltanto per sbaglio. «Ministro Fischer, lo sa che il centrodestra europeo si sta organizzando per formulare i principi di una costituzione comune?». «Guardi, quello che fa il centrodestra in questo momento davvero non mi interessa». «Non le interessa neanche che la sua formazione venga scippata del tema Europa? Ma si ricorda quando ha fatto il discorso sull'Europa alla Humboldt Universitàt? Tutti parlavano di lei come l'uomo che avrebbe portato nuove energie nell'Unione. Come mai non ha più fatto niente da allora?». Storce il naso, un'altra deUe sue smorfie: «Siamo in campagna elettorale, non so come spiegarlo, ma per me è come un tunnel. Bisogna vincere le elezioni - e le. elezioni non si i vincono parlando dell'Europa -. Quando avremo vinto òtìritihueremo a fàiRS&èJ come abbiamo sempre fatto. Adesso dobbiamo pensare soltanto a vincere». Giusto, e allora parliamo di questo. Quali sono i fattori* su cui puntate per vincere queste elezioni? «Dopo l'alluvione il governo si è rafforzato, e questo è utì primo vantaggio. Poi la questione dell'Iraq è un altro tema su cui il governo si è mosso bene. Non è stato facile per la Germania partecipare alle azioni militari in Afghanistan, ma in quel caso era necessario, e credo che tutto il paese si sia sentito chiamato alla solidarietà con l'America. Adesso è diverso, non ci sono i presupposti per una nuova guerra». Eppure Bush sembra convinto del contrario. «Non siamo i soli a essere contrari all'intervento. Anche negli Usa si levano voci discordanti». AU'Europa Park è tutto pronto. Gli abitanti delle frazioni intomo a Rust sono arrivati in tanti per sentire il discorso di Joschka. «Mi piace perché è uno coraggioso - dice Linda, una signora anziana che crede nell'uscita dal nucleare e nella protezione dell'ambiente -. Spero che i verdi vincano, e che Stoiber resti in Baviera». Si emoziona Fischer, davanti a tutta quella piccola gente che lo applaude quando parla. «Bisogna venire qui per capire che l'atmosfera di Berlino è diventata irrespirabile - ci dice al termine del discorso -. I corridoi della poUtica sono artificiali, non si parla altro che di sondaggi, di previsioni, di strategie, ma basta spostarsi dagli studi dei talk show e venire fra la gente per capire che il paese non si trova scritto sui giornali, e che la gente ha problemi diversi da quelli che si leggono suUo "Spiegel"». La gente di Rust toma a casa, sono contenti. Alcuni ragazzi gli chiedono l'autogra- fo. «Mi piaci perché sei stato un militante, e adesso sei un ministro», gli dice un biondino con i capelli corti e l'orecchino. Fischer gli sorride con quella sua smorfia malinconica. Il bus riparte verso Rottweil, perché domani si ricomincia da lìti Seduto sui divanetti all'interno, il ministro mangia un po' d'uva, un chicco dopo l'altro senza pensare. Ultimamente è un po' ingrassato, ma chi ha visto le foto della sua vita sa che può succedere. Da giovane era molto grasso, poi è dimagrito, poi ingrassato di nuovo e così via. «Vi è piaciuto il giro?», chiede. In realtà parla piano, quasi fra sé. E' una fatica parlare per tutte queste ore senza cedere un momento alla stanchezza. E pure con il jogging di mezzo. «Non so se gli italiani o i francesi lo possono capire - dice Fischer riprendendo entusiasmo -. Noi non siamo un paese aUegro, gioioso, vitale. Qui ci sono stati i nazionalsocialisti, che hanno distrutto tutto. E i nazionalsocialisti eravamo noi. Non si guarisce presto da una cosa così. Io guardo con grande speranza alla nuova generazione. Dopo i nonni, che hanno fatto la guerra, e noi, che per reazione ne abbiamo fatta un'altra, forse i ragazzi di adesso potranno finalmente guardare avanti senza sentirsi schiacciati dal senso di colpa. Sì, credo molto in questa terza generazione di tedeschi». Se solo si riuscissero a vincere queste elezioni, si potrebbero fare un sacco di cose. «Si potrebbe pensare al futuro delle giovani generazioni con nuovo impegno, con nuove idee. Basta con le vecchie ricette che hanno ammalato il paese. Ci vuole un governo rosso verde almeno per altri quattro anni. Chissà, magari si potrebbe anche pensare a ricostruire la sinistra europea». Il bus è arrivato, si scende, ci si vede domani. «Dopo r'alluvione ii governo si è rafforzato e questo è il primo vantaggio. Poi sull'Iraq si è mosso bene. Non è stato facile per noi partecipare alle azioni militari in Afghanistan, ma in quel caso era necessario. Per la nuova guerra è diverso» «L'atmosfera di Berlino è diventata irrespirabile r corridoi della politica sono artificiali: non si parla che di sondaggi, previsioni, strategie Basta spostarsi evenire fra la gente per capire che i suoi problemi sono diversi da quelli di cui parla lo Spiegel» «Fuori ministro degli Esteri, dentro Verde» recita il suo slogan E' il politico più amato dai tedeschi, che lo seguono nel jogging fra un comizio e l'altro «'La festa è finita, la Germania non ha più un soldo», afferma . l'alleato del Cancelliere «Lo sfidante parla di alleggerimenti fiscali ma non sa che cosa dice» Joschka Fischer in un momento della sua vigorosa campagna elettorale. Ha scelto di evitare le grandi città e affrontare invece l'elettorato della Germania profonda Fischer fa il jogging nelle vie di Bamberg, in un momento di pausa fra i suoi comizi