Frattini: al pubblico impiego neanche un soldo in più di Federico Monga

Frattini: al pubblico impiego neanche un soldo in più ATRE GIORNI DALL'INIZIO DELLE CONTRATTAZIÓNI PARTI MOLTO DISTANTI Frattini: al pubblico impiego neanche un soldo in più «Rinnovi con l'inflazione programmata all'I ,407o» Federico Monga ROMA A tre giorni dall'inizio della contrattazione per il rinnovò dei contratti del pubblico impiego (oltre tre milioni di dipendenti) le posizione sono davvero distanti. Il governo, per bocca di Franco Frattini ministro della Funzione pubblica: «Il parametro per l'adeguamento dei salari e e resterà l'I,40Zo». LaCisl, e con alcune sfumature anche la Uil, secondo il segretario confederale Pierpaolo Baratta: «Se una delle due parti ne fa solo ima questione di tassi, si va allo scontro e quest'anno ne abbiamo visto già imo con tutti gli annessi e connessi». Laimer Armuzzi, numero uno della Cgil per la funzione pubblica: «Se il governo ci dice che non si schioda dall'l,407o, la trattativa dura tre minuti e comincia un conflitto lungo fino allo sciopero generale. Perché questa trattativa farà da riferimento per le prossime che verranno a partire dai metalmeccanici». E quelle che .verranno fanno altri 3,5 milioni di lavoratori. Per gli statali si parte dall'accordo. T'ultimo firmato da tutti i sindacati, del 6 febbraio di quest'anno con la mediazione di Gianfranco Fini: -l-5,56,Ki tra nuovi stipendi 2002-2003 e adeBiiRTnentndel.hiennio.precedénter., Inrtotale dfecèva circa,3,9 miliardi di lire.: Faceva perché ora, con l'inflazione al 2,396 é tutta la polemica sul potere d'acquisto, Cgil, Cisl e Uil chiedono un ritocco per sanità, amministrazioni varie, enti locali e scuòla tra 1' 1,896 e il 296. Ovvero 600 milioni di euro in più. «Se si discute solo di tassi, non si arriva da nessuna parte», ragionava ieri Baretta. «Il governo sbaglia a chiudersi e se si continua così andiamo allo scontro nel pubblico e a catena anche nel privato». Che per l'altro segretario confederale della Cisl vuol dire «sciopero, qualora il governo non venga incontro alle nostre esigenze». Esigenze, interpretazioni e richieste però sono agli antipodi. L'apertura di Silvio Berlusconi, al Meeting dell'Amicizia («nei contratti terremo conto dell'inflazione reale») per ora e dopo il richiamo all'ordine di Confìndustria, non trova riscontri concreti. Frattini: «Noi applichiamo il Patto del lavoro del '93. Facciamo i contratti sull'inflazione programmata. Poi, a fine biennio, integriamo se ci sono stati degli scostamenti con la reale. Se adesso non ci riferiamo all'1,496, salta tutto. Saltano 10 anni di contrattazione». Baret-" ta: «Ma quell'accordo riguardava solo l'inflazione importata. Il fenomeno di questi ultimi mesi è tutto intemo. Non si può dare la colpa all'euro. Il vizio è di chi ha approfittato della moneta unica. E poi quel dato dell'inflazione programmata all'1,4% è fuori dal mondo. Lo è sempre stato e né Cisl né Uil lo hanno mai accettato, neanche nel Patto per l'Italia. Il governo ha sbagliato i conti, nella scorsa Finanziaria e nel Dpef di luglio». Tocca ad Armuzzi presentare il quadro di 'riferimento: «Quest'anno i prezzi viaggiano oltre il 294 e non si sa dove finiremo. Il governo aveva previsto 1'1,796. Per il 2003 tutto il mondo intero, tranne il Governo e Confìndustria, giudica Ti,496 una presa in giro». O, per dirla con il numero due della Uil, Adriano Musi, «un dato economicamente non attendibile». Con queste premesse, la Cgil martedì andrà all'incontro più che mai battaghera e pronta ritirarsi quasi subito mentre la Cisl farà il tentativo di spostare la trattativa su un piano più allargato e che garantisca il recupero del potere d'acquisto. Ancora Baretta: «La sospensione delle tariffe è utile ma insufficiente perché, a causa del limite temporale troppo ristretto, potrebbe favorire un'impennata fra tre mesi. Occorre invece mettersi attorno ad un tavolo e convincere gli enti locali a calmierare le tariffe di loro competenza. Stesso discorso per le associazioni dei commercianti. Importante è infine discutere con le authority del loro compito, Non possono continuare a fare adeguamenti automatici. Dovrebbero avere un ruolo preventivo sui prezzi». Cisl e Uil lasciano uno spiraglio in una trattativa già quasi rotta prima ancora di iniziare. Una strategia, ovvero la concertazione, per da affrontare e i nodi reali: la crescita, l'inflazione e il debito. Ma se ci si va ad infilare nell'imbuto dell'1,496 contro il 296, anche le confederazioni di Pezzetta e Angeletti sono pronte, per usare una definizione in sindacalese, a «un autunno caldo di scontri salarialisti». La Cisl: «Se il governo ragiona solo sui tassi andiamo allo scontro» La Cgil: «Così la trattativa durerà tre minuti. Poi sarà scioperò generale» Il ministro della Funzione pubblica Franco Frattini

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