«Vestiva come un ragazzo e aveva un sogno: partire»

«Vestiva come un ragazzo e aveva un sogno: partire» PARENTI E AMICI RACCONTANO LA VITTIMA «Vestiva come un ragazzo e aveva un sogno: partire» «Aveva scelto come pseudonimo "Yu-Yu", il nome della cantante sexy francese. Non si lamentava mai, però sperava in un lavóro più gratificante» il ritratto TORINO SI vestiva come un maschiaccio . - sempre in jeans più larghi di una taglia, mai-la minigonna né i tacchi alti -, ma il suo nickname per chattare in Internet era «Yu-Yu», il nome della cantante francese più sexy del momento, quella che con voce roca quasi miagola «mon petit gargon» dalle ramo di mezza Europa. Aveva studiato da maestra elementare all'istituto magistrale «Domenico Berti», ma dei bambini non le era mai importato un granché. Era timida e di poche parole, ma per allietare i pomeriggi delle due nonne - entrambe molto anziane - si metteva a cantare per loro i successi degli Anni 60. Qualche volta, come capita a tutti i ragazzi della sua età, litigava con i genitori - i vicini l'avevano vista urlare nel cortile o davanti al portone -; ma poi li coccolava con piccoli regalini ed evitava di farsi vedere sulla moto del fidanzato perché non voleva farli stare in pensiero. A 20 anni, Nadia Meneghini non era più una ragazzina ma non era ancora una donna. In quell'età dalle mille contraddizioni. Una ragazza «semplice», «acqua e sapone, appena un filo di trucco giusto per non apparire troppo piccola», «sohtaria», «no era vivace, soprattutto negli incontri sulle chat line di Internet»., «una tipa nonnaie, quasi anonima», «macché anonima, aveva un caratterino che manco t'immagini», «molto sensìbile, quando due anni fa aveva letto sul giornale che, in via Malta, a qualche isolato da casa nostra avevano tenuto segregata Laura Spadafora, la ragazza di Moncalieri sequestrata, era scoppiata a piangere». Gli amici, gli ex compagni di scuola, i parenti: ognuno di loro racconta un pezzo, una delle tante verità m questa ragazza che sorrideva poco - «ha sempre avuto un'aria triste, anche quand'era bambina» dice la vicina dì casa Laura Pagani -, amava.la musica leggera - «soprattutto quella italiana» aggiunge la compagna d'infanzia Sara - la disco music e, nell'ultimo anno, gli incontri virtuali su Internet, «ma con qualche ragazzo s'era poi incontrata per davvero» ricorda l'amico Igor. Amava anche il suo ragazzo, Tony? «Mia nipote era ancora una bambina - dice la nonna patema, Luigia - amava come sì può farlo a quella età». E la zìa Maria, sorella della mamma: «Noi Tony nemmeno lo conoscevamo, capirà era ima storia tra ragazzi: tutti e due cosi giovani». Chissà se Tony sì sentiva amato, ultimamente era diventato più geloso, le faceva un mucchio di scenate «perché non gli andava giù che passasse tutto quel tempo davanti al computer». Eppure Nadia non era solo questo, aveva un senso del dovere e della dignità del lavoro da fare invidia a una qualsiasi donna matura. Era diplomata, eppure non aveva assolutamente storto il naso di fronte a quel lavoro da operaia nel guantificio Intratex che la obbligava ad orari non certo adatti alla spensieratezza dei vent'anni. Ogni mattina in piedi alle 4 mentre i suoi genitori erano in vacanza, la svegliava la nonna Luigia con una telefonata -, una doccia veloce e poi con il pullman fino in corso Grosseto, dall'altra parte della città. Sei ora di fila nella stessa fabbrica dove lavora anche Tony. «L'avevano trovato insieme questo posto, tramite un'agenzia interinale - spiega un'amica -. Avevano voglia di guadagnare un po' dì soldi, certo Nadia sognava qualcosa di meglio, dì più gratificante. Ma comunque non sì lamentava quasi mai. Le sarebbe piaciuto fare un viaggio in un paese orientale, ma costava troppo e per ora non poteva permetterselo». E allora non restava altro che accontentarsi anche quest'anno delle ferie a Diano Marina, insieme a mamma e papà. «Anche se certo, si era un po' stufata tant'è che quest'anno ha anticipato un po' il rientro...». Chissà dove sarebbe voluta andare veramente Nadia. Finora non si era spinta molto oltre il suo quartiere. Borgo San Paolo, un mix di palazzi eleganti e popolari a ridosso della più chic zona Crocetta. I vicini se la rivedono bambina, quando andava alla scuola elementare Salgari, a due passi da casa, e la bidella della scuola media Pezzani, Angelina Rigato, 68 anni non ha scordato «quella ragazzina tìmida timida, molto educata, sempre lì a salutarmi con gentilezza ma mai una parola di più». Le scuole medie, una vita fa. Non come il «Berti» dove s'era diplomata da poco, un istituto che non si dimentica tanto è severo e d'impronta tradizionale. «Nadia pativa un po' tutto dì quello stile forse troppo rigido racconta Anna, una sua ex compagna di scuola -, perché se d'aspetto poteva sembrare una tipa indifferente e quasi apatica, era invece una gran sognatrice». Per alimentare ì suoi sogni Nadia non si nutriva dì storie lette nei libri o viste al cinema. Al cine ci andava pochissimo e di libri nel soggiorno dì casa che era la sua camera - dormiva su un divano letto - se ne vedono pochi. Ascoltava la musica e accendeva il computer. Lì sciogheva la sua timidezza e diventava Yu-Yu. Nadia Meneghini (20 anni)

Persone citate: Angelina Rigato, Domenico Berti, Laura Pagani, Laura Spadafora, Nadia Meneghini, Pezzani, Salgari

Luoghi citati: Diano Marina, Europa, Moncalieri, Torino