DOMANDO quindi PENSO

DOMANDO quindi PENSO DOMANDO quindi PENSO FILOSOFIA Achille Varzi LA filosofia appartiene alla cultura e come tale ha i suoi classici. Come tutti i rami del sapere (o del credere di sapere) la sua storia è costellata di studi e teorie che le pagine dei libri custodiscono con cura. Ma la filosofìa è anche una pratica, un atteggiamento, un esercizio del pensiero. È quell'esercizio che nasce col dubbio e con la meraviglia e che si manifesta ogni volta che contempliamo nuove possibilità; quell'atteggiamento che ci spinge a cercare dietro le cose quotidiane e a scavare sotto i sassi su cui camminano, a velocità diverse, il senso comune e la ricerca scientifica. Così intesa la filosofia non "appartiene" alla cultura. Colui che la studia per erudirsi è fuori strada. Colui che vi cerca conforto intellettuale non lo troverà. Eppure l'educazione filosofica delle nostre scuole tende a favorire proprio questa impostazione: pagine fìtte di compendi e riassunti, ricapitolazioni sommarie, sintesi astratte e spesso astrusa ÈTaro che i classici vengano letti davvero: al massimo qualche stralcio, da cui i più bravi stralceranno qualche dotta citazione. La filosofìa è la scienza delle domande ma i manuali sono pieni di risposte. E una risposta senza domanda non dice nulla. Si dirà che questo modo di procedere è parzialmente giustificato dall'oggettiva osticità di tante opere filosofiche. Ma nemmeno Dante è facile, nemmeno Leopardi. Proviamo allora a sederci e a prendere davvero in mano qualche testo filosofico, e proviamo a leggerlo come si legge un buon libro. Prendiamo ad esempio un dialogo di Platone, uno qualsiasi. Nello spirito, se non nella lettera, i Dialoghi mantengono inalterato tutto il loro potenziale critico. Insegnano a pensare e a ricercare la verità, e a vedere gh ostacoli che nella ricerca si annidano. Nel Menane, Socrate e il suo interlocutore si interrogano sulla natura della virtù. Non si può stabilire se la virtù sia insegnabile (la domanda da cui scaturisce il dialogo) prima di aver stabilito che cosa essa sia. Al tempo stesso, se non so che cos'è come faccio a cercarla? Se non conosco una cosa come faccio a riconoscerla quando la trovo? In questo paradosso si nascondono tutto il fascino e le difficoltà della pratica filosofica, e anche la frustrazione che spesso l'accompagna. "Infinite volte ho tenuto discorsi sulla virtù", confessa Menone. "Ora non riesco neanche a dire che cosa sia." Se Platone appassiona, Aristotele intimorisce. Tuttavia anche i testi aristotehci presentano una freschezza che bisogna toccare con mano. La Metafisica, per esempio. Il titolo non è di Aristotele: fu introdotto dai suoi editori del primo secolo a.C. semplicemente per indicare gli scritti che venivano dopo quelh sulla fisica, e in cui si trattano questioni molto generali concementi la natura delle cose. Col tempo il termine è venuto a designare questo genere di studi filosofici, ma ha anche acquisito connotazioni esoteriche e altisonanti piene di corsivi e lettere maiuscole. Rileggendo le pagine di Aristotele (possibilmente in un'edizione non troppo accademica) la metafìsica scende dal piedistallo, si riscopre parte integrante del complesso processo col quale cerchiamo di dare un ordine alla varietà del mondo. WTelle Meditazioni di Cartesio altro classico un po' scontato ma tutto da leggere - la metafìsica si fonde con l'epistemologia. Cartesio é il filosofo della razionalità. È colui che aspira a un fondamento certo della conoscenza e della coscienza sensibile e che per far questo comincia dal punto più difficile: la totale sospensione del giudizio. Come possiamo essere sicuri di non illuderà? Che cosa esclude l'ipotesi di un nume così potente da trarci sistematicamente in inganno? Le risposte di Cartesio non convincono, ma il loro studio apre orizzonti straordinari. E dopo Cartesio, Hume. Il Trattato sulla natura umana copre una ricchissima gamma di ai^omenti: la natura delle emoziom, il potere dell'immaginazione, l'identità personale, la natura della causalità, i fondamenti della morale e della giustizia. L'interesse storico dell'opera risiede nell' obiettivo dichiarato di estendere il metodo sperimentale di Newton alla conoscenza della nostra natura: se per Cartesio l'epistemologia si fonda sulle certezze metafisiche con Hume l'ordine si inverte. Ma il Trattato può essere letto indipendentemente dal programma empirista che rappresenta. Hume è il più lucido degh scettici, ma anche il più amico dei filosofi. Hume conosce la forza del dubbio e accetta di paganie le conseguenze, ma è anche il campione della concretezza, il filosofo coi piedi per terra. Il suo buon senso ci insegna a non arrenderci e a guardare avanti. Bisognerebbe anche provare a leggere Kant: la Critica della ragion pura è forse il testo più importante della modernità. Purtroppo é anche un testo molto impegnativo e sarebbe presuntuoso includerlo nelle letture di base. Prendiamo allora uno scritto minore. E tra i tanti io scelgo la Dissertazione del 1770 su La/orma e i principi del mondo sensibile e del mondo intelligibile: un problema piccolo piccolo (che differenza c'è tra la mano destra e la sinistra?) diviene il punto di partenza per l'ambiziosa teoria kantiana dello spazio come "ordine dell'ordine", se non addirittura della dottrina dell'idealismo trascendentale. È un bellissimo esempio di come l'occhio del filosofo sappia scovare prospettive inedite frugando nell'ordinario. Kant è un filosofo dai grandi affreschi, ma è capace di pennellate sferzanti. L'ultimo classico che consiglio è Wittgenstein, il filosofo per ecceUenza pel suo ruolo contraddittorio di outsider intellettuale e interprete profondo del proprio tempo. In questo caso la scelta è particolarmente difficile. Per molti la lettura obbligata è il Tractatus logico-philosophicus, tanto enigmatico e incompreso dai contemporanei quanto rappresentativo della fase di profonda trasformazione che ha contraddistinto l'inizio del Novecento. (Si associa spesso il Tractatus ai manifesti del neopositivismo, ma bisognerebbe invece leggerlo assieme a L'ultima lettera di Lord Chandos di Hoffmansthal, o ascoltando Mahler). Io però raccomando le Ricerche filosofiche, pubblicate postume nel 1953. Leggendole ci si addentra per sempre nella filosofia intesa come "pratica". Ogni pagina reca il marchio del pensiero. Ogni esempio nasce daha voglia di capire. E il filo conduttore è l'analisi deUe domande più che la formulazione delle risposte. "Non vorrei risparmiare ad altri la fatica di pensare. Ma, se fosse possibile, stimolare qualcuno a pensare da sé." Ho citato sei testi classici. Concludo con qualche opera contemporanea: non perché la con- temporaneità abbia già i suoi classici ma perché lo spirito dei classici sopravvive nella contemporaneità. Cominciamo conlndividui, del filosofo inglese Peter Strawson. È il libro in cui si riprende a parlare di metafisica dopo gli anni critici della prima metà del secolo, affiancandola all'analisi linguistica e concettuale. Poi passiamo a Parola e oggetto di W.V.O. Quine, o a Nome e Necessità di Saul Kripke : due testi chiave (dopo i lavori pionieristici di Peirce, Frege e Russell) per comprendere la filosofia del linguaggio odierna e le sue ampie ramificazioni. Terzo: Una teoria della giustizia di John Rawls, magnifico esempio di come gh strumenti di analisi filosofica possano porsi al servizio del dibattito politico e sociale, oltre che etico in senso stretto. Infine un libro che in italiano non è disponibile, forse anche perché da noi la filosofìa è ancora troppo un affare per soli uomini. Intention, di Elisabeth Anscombe, brilla per profondità e lucidità espositiva. Generazioni di filosofi hanno trovato nelle sue pagine la chiave per accostarsi agh spinosi temi della filosofia dell'azione (che cosa significa avere l'intenzione di fare qualcosa?) e alla complessità chea cela dietro un semplice gesto. E veramente un piccolo gioiello. E se da noi non- è disponibile vuol dire che lo tradurremo. Mi accorgo di non aver incluso alcun testo di autori italiani. Non è casuale, ma nemmeno voluto: ci avrei messo il Dialogo di Galilei o I discorsi di Machiavelli, e entrambi figurano già neUe liste che mi hanno preceduto. SI DISCUTE LA RIFORMA DELLA SCUOLA, SI RISCRIVONO I PROGRAMMI. QUALI SONO LE LETTURE FONDAMENTALI NELLA FORMAZIONE DI UN GIOVANE STUDENTE? ABBIAMO CHIESTO Al NOSTRI COLLABORATORI DI INDICARE «DIECI TITOLI BASE» PER OGNI DISCIPLINA NONA PUNTATA DELLA «BIBLIOTECA DAUTORE»: DAI DIALOGHI DI PIATONE ALLE RICERCHE DI WITTGENSTEIN DA CARTESIO A QUINE 0 KRIPKE, LA FILOSOFIA E' UN ESERCIZIO CHE NASCE CON IL DUBBIO E CON LA MERAVIGLIA QUANDO CONTEMPLIAMO NUOVE POSSIBILITÀ - 1 MAGNIFICI DIECI DIALOGHI di Platone (uno a scelta, ma anche tutti) Laterza METAFISICA di Aristotele Laterza LE MEDITAZIONI METAFISICHE di René Descartes Laterza TRATTATO SULLA NATURA UMANA di David Hume Laterza LA FORMA EI PRINCÌPI DEL MONDO SENSIBILE E DEL MONDO INTELLIGIBILE di Immanuel Kant Rusconi RICERCHE FILOSOFICHE di Ludwig Wittgenstein Einaudi INDIVIDUI di Peter Strawson (Feltrinelli/Bocca) PAROLA E OGGETTO diW.V.Quine Il Saggiatore oppure: NOME E NECESSITA di Saul Kripke Borìnghìerì UNA TEORIA DELLA GIUSTIZIA di John Rawls Feltrinelli INTENTION di Elisabeth Anscombe Harvard University Press