Al funerale esplode la rabbia

Al funerale esplode la rabbia FORTI TENSIONI ALL'ULTIMO SALUTO AL DISOCCUPATO SUICIDA Al funerale esplode la rabbia Il sindaco di Cercola aggredito e insultato NAPOLI Il dolore è diventato rabbia, è sfociato nella violenza contro chi è stato visto come il simbolo delle istituzioni, il sindaco del paese in cui Bernardo Romano ha scelto di togliersi la vita. Ai funerali dell'operaio «Isa» che lunedì si e dato fuoco nel cortile del municiaio, un gruppo di disoccupati la aggredito il primo cittadino di Cercola, costretto a rifugiarsi nel palazzo comunale per sottrarsi ai pugni, ai calci, alle grida risuonate con odio nella piazza: «Assassini». Una reazione cieca, dalla quale si sono dissociati altri senza lavoro, proprio quelli del piccolo centro vesuviano che a Giuseppe Gallo riconoscono di essere alla guida del comune «da soli due mesi». L'aggressione al sindaco è arrivata al termine di una giornata difficile, segnata dalla sofferenza dei familiari riuniti nella chiesa dell'Immacolata, proprio di fronte al Municipio: la moglie. Patrizia - che ha chiesto aiuto e alla quale ieri il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha manifestato la sua solidarietà - i suoi sei figli. Al dolore, al silenzio, si è però sovrapposta la tensione, alimentata dalla presenza di centinaia di disoccupati, arrivati a Cercola da tutta la provincia. Un folto gruppo, tra le oltre mille persone venute a dare l'ultimo saluto a Bernardo Romano, dal quale si è levato il grido contro amministratori e rappresentanti delle istituzioni: «Assassini, assassini». Ai termine del rito funebre, una ventina di senza lavoro appartenenti all'ala dura del movimento si è scagliato contro il sindaco che si tratteneva sul sagrato. A mala pena difeso dai vigili urbani e da qualche consigliere comunale, Gallo ha attraversato di corsa la piazza, inseguito da uomini esagitati che sono riusciti a colpirlo più volte con calci e pugni. Il sindaco si è rifugiato nel municipio, mentre ancora la bara di Romano non aveva lasciato la piazza. Poco prima, durante l'omelia, era ri¬ suonata l'anatema del parroco decano del vicino comune di Volla, don Vittorio, che con il sacerdote dell'Immacolata, Antonio Scarpato, ha celebrato la messa. «I politici devono chiedere perdono per la situazione che si è creata con gli Isu (ndr, lavoratori socialmente utili) - ha tuonato - Ma devono chiedere perdono anche i giornalisti, che si ricordano soltanto in queste circostanze tragiche della nostra realtà, e tutte le persone che cercano una casa pur non avendone bisogno a svantaggio di casi come quello della famiglia Romano. Perdono, infine, lo devono chiedere tutti, perchè non si fa nulla o poco per cambiare le cose». Ad ascoltarlo, numerosi rappresentanti delle istituzioni contestate dai disoccupati: con il sindaco, il prefetto di Napoli, Carlo Ferrigno, l'assessore regionale al Turismo, Teresa Armato, il vice sindaco di Napoli, parlamentari. E quando il funerale è terminato e nella piazza è arrivato l'eco della disperazione della moglie di Bernardo, è scoppiata la bagarre. Il sindaco è uscito e un gruppo di disoccupati gli è piombato addosso. «Non sono loro la vera Cercola - ha detto poi Gallo - non rappresentano il mio paese», [m. e] Gruppo di lavoratori insulta i rappresentanti delle istituzioni: «Assassini, assassini» li sindaco di Cercola, Giuseppe Gaio, fugge dalla folla inferocita che tenta di aggredirlo al termine dei funerali

Persone citate: Antonio Scarpato, Bernardo Romano, Carlo Azeglio Ciampi, Carlo Ferrigno, Gallo, Giuseppe Gaio, Giuseppe Gallo, Teresa Armato

Luoghi citati: Cercola, Napoli, Volla