Truffa in nome di Padre Pio

Truffa in nome di Padre Pio L'INCHIESTA COINVOLGE 9 PERSONE: CHIEDEVANO SOLDI PER AIUTARE BAMBINI BISOGNOSI Truffa in nome di Padre Pio Arrestato padre Alfonso, il frate che cantò a Sanremo Mara Montanari ROMA L'idea a base della truffa era azzeccata. Di fronte al binomio Padre Pio e bambini bisognosi di aiuto, erano pochi quelli che si tiravano indietro. Almeno ottomila persone sono rimaste vittima di una banda che sfruttava il nome del santo di Pietralcina, per far soldi. Parecchi soldi: oltre 200mila euro, secondo quanto appurato dalla Guardia di Finanza. In nove sono finiti agli arresti con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Tra questi anche un frate, padre Alfonso Parente che due anni fa partecipò al Festival di Sanremo. La banda aveva creato a Lanuvio (Roma), la società «F2», dedita alla vendita per corrispondenza, per conto deir«Associazione Padre Pio con i bambini». Nella sede della «F2», i truffatori avevano organizzato un cali center. Le centraliniste chiamavano abbonati dell'elenco telefonico - soprattutto del Sud - e offrivano a 26 euro un plico contenente un libro e una videocassetta sul santo di Pietralcina. In più, veniva data la possibilità di fare del bene: i truf- fatori garantivano che parte del ricavato dall'acquisto dei gadget andava a finanziare 1'«Associazione Padre Pio con i bambini». Per aggirare la buona fede le centraliniste rimandavano per ogni informazione a un numero di San Giovanni in Rotondo. Ma quando i finanzieri hanno fatot im sopralluogo all'indirizzo corrispondente al numero di telefono, hanno trovato un appartamento vuoto, in cui c'era solo un telefono che trasferiva automaticamente le chiamate a Pescara, dove c'erano altri complici della banda. I truffatori erano all'opera dal settembre 2001 e a dare il via alle indagini - a marzo scorso- è stato un accertamento fiscale nella sede della «F2». Le Fiamme Gialle hanno intuito che la vendita per corrispondenza di materiale su padre Pio era in realtà ima copertura e così hanno fatto accertamenti sull'attività della società, fino ad arrivare all'arresto, ieri, di 9 persone. II capo dell'organizzazione, Massimiliano Michetti, non era un «novizio» nel campo. Nel febbraio 2000, partecipò alla trasmissione «Mi manda Rai 3». Si parlava di truffe e Michetti, che già allora gestiva una società che vendeva gadget del santo di Pietralcina, era stato interpellato perchè sospettato di truffare credenti. «Tutte congetture e falsità», dichiarò davanti alle telecamere. C'è poi un altro personaggio noto alle telespettatori. Padre Alfonso Parente, arrestato nella sua abitazione a San Donato Milanese. Il frate aveva il ruolo di presidente onorario dell'«Associazione Padre Pio con i bambini» e il suo nome veniva usato come ((timbro di garanzia» dell'operazione. Anche il frate non era nuovo a traffici sfruttando il nome del santo. Lo scorso anno Padre Alfonso Parente aveva reclamizzato un suo libro su Padre Pio attraverso una televendita in cui diceva che acquistando il volume si contribuiva alla costruzione di una nuova chiesa a San Giovanni Rotondo. L'Antitrust bocciò la televendita come «pubblicità ingannevole», poiché - si legge nella motivazione - «l'opera non contribuisce, contrariamente a quanto reclamizzato, alla costruzione di una nuova chiesa». Episodio che creò imbarazzo tra i frati di San Giovanni in Rotondo. E non per la prima volta. Quando partecipò a Sanremo come cantautore, Padre Alfonso mentì sulla sua età, abbassandola di qualche anno, per rientrare così nella categoria «nuove proposte». Una bugia che gli valse il «tapiro d'oro» di «Striscia la notizia». Il sindaco di San Giovanni in Rotondo, Antonio Squarcella ha fatto sapere che «in caso di rinvio a giudizio dei novi indagati per truffa» si costituirà parte civile. Padre Alfonso Parente

Luoghi citati: Lanuvio, Pescara, Roma, San Donato Milanese, Sanremo