Lapidazione per la coppia adultera

Lapidazione per la coppia adultera Lapidazione per la coppia adultera Nuova condanna in Nigeria, è la terza in un mese LAGOS Ancora una condanna a morte per lapidazione emessa da un tribunale islamico nigeriano, nonostante le pressioni internazionali contro l'applicazione della sharia e le polemiche all'interno dello stesso paese africano. Ma stavolta, dopo secolari discriminazioni a favore del «sesso forte», la condanna è toccata a una coppia colpevole di adulterio; un tribunale dello Stato settentrionale di Gawud - uno dei dodici in cui è stata introdotta la legge islamica ha emesso la sentenza dopo che Fatima Usman e Ahmadu Ibrahim, di 32 anni, hanno confessato una relazione extramatrimoniale in seguito alla quale Fatima è rimasta incinta. Ora hanno trenta giorni per presentare l'appello. Fatima Usman e Ahmadu Ibrahim sono gli ultimi nomi aggiunti alla lista dei nigeriani condannati alla lapidazione per adulterio. Due giorni fa è invece toccato a un uomo colpevole di avere stuprato una bambina di 9 anni. Le sentenze suonano come l'ennesimo rifiuto dei dirigenti dei musulmani del Nord ad accogliere le direttive del governo centrale, che ha dichiarato contraria alla Costituzione la legge islamica applicata in tali Stati. Safiya, una donna il cui caso fece scalpore in Occidente e soprattutto in Italia, nel gennaio scorso si salvò dalle pietre dopo che, incinta a causa di uno stupro da parte di un vicino, sostenne che la bambina appena partorita era figlia dell'ex marito, versione che non fu possibile confutare alla corte islamica di secondo grado, che la assolse. Per «insufficienza di prove» fu risparmiata anche Hafsatu, contro la quale non si trovarono i testimoni necessari a comprovare l'adulterio. Analoga la situazione di Amina: per lei però, condannata in primo grado a marzo, un tribunale islamico in seconda istanza ha confermato il 19 agosto la lapidazione. Che non sarà eseguita prima del gennaio del 2004, alla fine del periodo di allattamento della piccola Wasila. Per salvare Amina si è mosso anche il concorso di «Miss Mondo 2002», la cui finale è stata fissata per il 30 novembre nella capitale nigeriana Abuja, e dove nel 2001 aveva ricevuto la corona di «Miss» proprio la nigeriana Agbani Darego. Per Amina si è poi mobilitata la Turchia: il ministro della Giustizia turco Aysel Celikel ha chiesto al suo omologo nigeriano Musa Elayo di bloccare l'esecuzione: «E' disumana, crudele e umiliante. Anche se è stata condannata. Amina Lawal è prima di tutto una madre, e l'Islam glorifica le madri, per cui questa pena non deve essere eseguita». La Turchia è un Paese musulmano con una struttura istituzionale laica dove la pena capitale è stata abolita agli inizi di agosto nell'ambito di una serie di riforme finalizzate all'armonizzazione della legislazione con quella dell'Unione europea. [e. st.l Per il caso di Amina si mobilita anche la Turchia: «Esecuzione disumana e anti-islamica»

Persone citate: Agbani Darego, Ahmadu Ibrahim, Amina Lawal, Fatima Usman

Luoghi citati: Abuja, Italia, Nigeria, Turchia