L'ultimo mistero del KURSK di Anna Zafesova

L'ultimo mistero del KURSK OSCO iL CADAVERE MUTILATO E SRGURATOI UCO CHE HA LAVORATO AL RECUPERO DEL SOMMERG8BILE L'ultimo mistero del KURSK la storia Anna Zafesova MOSCA SERGEJ Bakhvalov, il fisico russo che la polizia di tutto il paese stava cercando da dieci giorni, è stato ritrovato ieri mattina vicino al villaggio di Udachnij, che in russo significa «fortunato». Ma la fortuna ha voltato per sempre le sue spalle al cinquantenne scienziato. Il suo corpo è stato rinvenuto in condizioni talmente orribili che per l'identificazione non l'hanno mostrato ai parenti: «per non traumatizzarli», ha spiegato un funzionario della polizia di Krasnojarsk. Il cadavere è smembrato in diversi pezzi, le braccia e le gambe staccate dal tronco. Il viso è stato reso irriconoscibile dai cani randagi, numerosi alla periferia della città siberiana. Per giunta il corpo è stato ormai intaccato dalla decomposizione, dopo essere stato abbandonato per diversi giorni nel boschetto di Udachnij. Per il momento gh inquirenti non sono riusciti a stabilire nemmeno con certezza le cause della morte, indubbiamente violenta. Il giallo sembra non avere per ora soluzioni: non è nemmeno sicuro che si tratti proprio di Bakhvalov. La polizia, come si è detto, non ha avuto il coraggio di mostrare i resti trovati nel bosco alla famiglia del fisico. I vestiti trovati addosso al cadavere sono stati riconosciuti, con qualche dubbio, dalla moghe, ma per avere maggiori certezze bisognerà aspettare il risultato degh esami specialistici. Un collega del definito però è convinto di aver riconosciuto il suo amico: «Sarebbe difficile scambiarlo per qualcun altro». Bakhvalov era un uomo alto, bello, con una grande massa di capelli chiarissimi, quasi bianchi, inconfondibili. Probabilmente, il docente è morto quella stessa domenica 18 agosto quando è uscito di casa con in tasca solo 100 rubli (tre euro) e il telefonino. Ha detto alla moghe e al figlio che sarebbe tornato dopo cinque minuti ed è scomparso per sempre. Pochi minuti prima alla porta di casa Bakhvalov, in un quartiere dormitorio di Krasnojarsk, aveva bussato un sconosciuto. Aveva chiesto di Sergej, si erano scambiati due parole sulla soglia, poi lo scienziato l'aveva seguito fuori di casa. Dopo qualche ora, preoccupati, i familiari hanno cominciato a comporre il numero del cellulare di Bakhvalov, che però suonava a vuoto. Il giorno dopo la famiglia ha dato l'allarme e si è rivolta alla pohzia. La denuncia è stata subito presa sul serio: Bakhvalov era un personaggio noto e stimato in città. Docente di di fisica chimica all'università locale, era conosciuto come uno dei migliori professionisti nel suo campo e uomo perbene, buon marito e quasi astemio. Unica traccia in mano all'indagine, l'identikit dello sconosciuto che aveva portato via lo scienziato, apparentemente con il suo consenso. Nessuna richiesta di riscatto, nessuna minaccia ai familiari. Il professore è scomparso nel nulla per dieci giorni. Lo cercava ormai tutta la pohzia russa, ma è stato ritrovato a pochi chilometri da casa, per caso: i poliziotti di Udachnij stavano cercando un altro uomo, anche lui scomparso qualche giorno prima nella zona, e si sono imbattuti nel cadavere. Un dehtto inspiegabile: chi potrebbe aver ucciso con tanta ferocia un professore Universitario? Ma Bakhvalov non si limitava all'insegnamento e alla ricerca: come tanti suoi coUeghi caduti in miseria, con il tracollo del socialismo era stato costretto a cercare soldi altrove. Da 15 anni guidava il centro «KristaU», specializzato nella riutilizzazione dei rifiuti industriali; inclusi quelh nucleari e chimici. Il genio del professore gh aveva portato successo dove molti suoi compagni di sventura sono falliti. Mentre enormi centri di ricerca costruiti dal governo sovietico sènza badare a spese sono costretti ad affittare i loro uffici a grossisti di cosmetici e alimentari occidentali, mighaia di ricercatori sono stati costretti a cambiare mestiere, riciclandosi senza troppo successo come venditori ambulanti o' tassisti. Negli istituti sopravvissuti i dipendenti spesso non ricevono per mesi nemmeno il misero stipendio che lo Stato gli ha assegnato, mentre - come nei laboratori batteriologici - in frigoriferi antidiluviani vengono conservate, senza alcuna misura di sicurezza, virus letali. I professori universitari si so- no ridotti a vendere gh esami di . ammissione, e a scrivere tesi di laurea a pagamento: i loro studenti spesso sono più ricchi di loro. Ma Bakhvalov, uomo intelligente ed energico, era riuscito a fare soldi. Il suo centro riciclava scorie nucleari per conto del governo, riutUizzava metalli preziosi ricavati dalle apparecchiature rottamate con una tecnologia brevettata dal professore. Un anno fa «KristaU» ha vinto un appalto per la riutilizzazione del relitto del «Kursk»: lavoro di tale segretezza che perfino davanti agh inquirenti i collaboratori di Bakhvalov hanno rifiutato di rivelame i dettagli, specificando soltanto che si tratta di riciclaggio di materiali chimici. Naturalmente, il rapimento di un «portatore di segreti», come viene definito ufficialmente il professore di Krasnojarsk, ha suscitato inquietudine, facendo nascere ipotesi da spy story. Ma l'Fsb (l'ex Kgb) ha comunicato ieri di non aver partecipato all'indagine: secondo il controspionaggio, Bakhvalov non poteva rappresentare interesse per i servizi segreti, né per gruppi estremisti. Per la polizia, le cause della morte del professore vanno ricercate nella sua attività imprenditoriale: pochi giorni fa il direttore di «KristaU» aveva messo la sua firma sotto un contratto per la fornitura di grosse quantità di metalli non ferrosi per ben 400 mUa dollari. Non sarebbe il primo caso di un scienziato russo che, lanciatosi in affari, finisce vittima del «business» criminale postcomunista: solo quest'anno a Mosca ne sono stati uccisi due, vittime di un mondo del quale, vissuti per decenni nella torre d'avorio costruita dal comunismo per gh scienziati, non conoscevano le regole. Il commercio e U riutihzzo dei metaUi è uno dei settori economici più ambiti daUa criminalità russa. Ma tutto questo non spiega né l'orrenda mutilazione del corpo, né le altre particolarità del caso. E ieri sera U giaUo ha avuto un colpo di scena: U figlio di Bakhvalov, Timofej, ha rifiutato di riconoscere il padre nel cadavere ritrovato. «Lui è vivo, lo so», ha detto U ragazzo. Sergej Bakhvalov era uscito di casa con uno sconosciuto il 18 agosto dicendo ai suoi «Torno fra 5 minuti» I rottami del sottomarino nucleare Un'immagine del recupero del Kursk il sommergibile russo affondato due anni fa: lo scienziato assassinato aveva lavorato al riciclaggio dei materiali del relitto

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