«Colpa mia se mia madre è stata assassinata» di Aldo Baquis

«Colpa mia se mia madre è stata assassinata» IL RAGAZZO, 17 ANNI: MI HANNO TORTURATO, ALLA FINE HO DETTO QUELLO CHE VOLEVANO LORO «Colpa mia se mia madre è stata assassinata» Il figlio della palestinese giustiziata come collaborazionista dopo una confessione in video Aldo Baquis TEL AVIV Il giorno dopo l'uccisione a Tulkarem, in Cisgiordania, di una donna palestinese accusata di collaborazionismo con Israele, il figlio confessa di aver inventato le accuse contro di lei - dicendo ciò che i militanti di al-Fatah volevano che dicesse - perché sottoposto «a indicibili sevizie». «Mia madre era innocente», dice Bakir Khouli, 17 anni. Domenica le Brigate dei martiri di al Aqsa avevano diffuso una videocassetta in cui Iklas Khouli, 35 anni, madre di sette figli, confermava di fronte a una telecamera di aver inoltrato a Israele, il mese scorso, informazioni che avevano reso possibile l'uccisione di Ziad Daas, militante di al-Fatah. Poche ore dopo la registrazione, la donna è stata condotta in una casa deserta e crivellata di colpi. La spietata esecuzione ha destato orrore in alcune oi^anizzazioni umanitarie. «Il processo sommario di TuUcarem - ha osservato il gruppo israeliano Betzelem - rappresenta una chiara violazione dei diritti umani, equivale a un puro e semplice assassinio». «Era una traditrice e meritava la morte», hanno replicato le Brigate dei martiri di al Aqsa. Bakir Khouli ha detto di essere stato rapito venerdì da membri delle Brigate dei martiri di al Aqsa (un'emanazione di al-Fatah) e torturato a lungo: «Sono stato sottoposto a ripetute scosse elettriche». In particolare si voleva sapere da lui se la madre avesse assistito l'intelligence israeliano nell'uccisione di Daas e Raed Karmi, il comandante locale delle Brigate di al Aqsa ucciso nel dicembre scorso in un agguato. «Il dolore era terribile, ho dovuto inventare per mettere fine alle torture», ha aggiunto il ragazzo, che ha potuto intravedere la madre poco prima dell'esecuzione. Sono decine i palestinesi morti in odore di collaborazionismo dall'inizio dell'Intifada, spiega Bassem Id, un attivista palestinese dei diritti civili. Nei confronti delle loro famighe si crea un muro di ostracismo che rende la loro vita quasi impossibile. Inoltre, per ordine del Muftì di Gerusalemme, il cadavere di un ((traditore» non può essere sepolto in un cimitero musulmano, ma inumato in un campo, senza lapide. Sposarsi, poi, per i familiari di un collaborazionista, è quasi impossibili, secondo Id.1 Resta incerta quindi la sorte di Najlaa Khouli, 18 anni, figlia della donna uccisa: doveva sposarsi fra alcune settima¬ ne, adesso non sa se il fidanzato la vorrà ancora. Intanto prosegue la lotta fra i gruppi radicali palestinesi e i servizi di sicurezza israeliani, che ieri hanno conseguito importanti successi. Con la cattura a Jenin di uno sceicco di Hamas, Jamal abu al Hija, introvabile da mesi, nonstante avesse perso un braccio in battaglia nell'aprile scorso e il figlio quindicenne fosse tenuto in ostaggio dalle forze israeliane. Pur costretto a vivere alla macchia, Abu al Hija, secondo i servizi segreti israeliani, aveva organizzato vari attentati in Israele, tra iquali l'esplosione di un autobus carico di soldati nella zona di Safed, in Galilea. Per reahzzare quell'attentato, il suo emissario era riuscito a ottenere la collaborazione di alcuni arabi israeliani, residenti in un villaggio nella zona di Haifa, che adesso sono stati a loro volta scoperti e arrestati. La notte prima di partire per l'attacco suicida, afferma la polizia israeliana, il kamikaze palestinese era stato da loro nascosto in un asilo-nido in Galilea. La cellula israeliana di Hamas ha destato ieri grande apprensione nel govemo di Ariel Sharon, i cui ministri hanno invocato misure drastiche nei confronti della mino¬ ranza araba. Alcuni hanno chiesto di mettere fuori legge il Movimento islamico in Israele, che ha ox^anizzato nella spianata delle Moschee di Gerusalemme un grande raduno in cui è stato affermato che ((tutta la Palestina dev'essere islamica» e non ci può essere spazio per gh ebrei. Altri hanno suggerito di demolire le case dei membri della cellula israeliana di Hamas e espellere i loro congiunti. Bakir Khouli 17 anni figlio della donna giustiziata come «spia» di Israele dalle Brigate dei martiri di Al Aqsa dopo che la sua confessione era stata ripresa con una videocamera

Persone citate: Ariel Sharon, Bakir Khouli, Bassem Id, Daas, Iklas Khouli, Najlaa Khouli, Raed Karmi, Ziad Daas

Luoghi citati: Cisgiordania, Gerusalemme, Israele, Palestina, Tel Aviv