«Raccogliamo i dati con Internet per riportare l'Istat alla realtà» di Federico Monga

«Raccogliamo i dati con Internet per riportare l'Istat alla realtà» GLI ESPERTI: PANIERI ARRETRATI, CAMBIARE I PESI E AGGIUNGERE BENI «Raccogliamo i dati con Internet per riportare l'Istat alla realtà» proposte Federico Monga Lf ARTICOLO numero uno della nuova legge sul calcolo dell'inflazione dovrebbe contenere un vincolo inolto semplice : «rilevare i prezzi effettivamente pagati dai consumatori». L'autore dì questo pensiero non è il presidente di un'agguerrita associazione dei consumatori, né il segretario di un sindacato che vuole spuntare un aumento di salario maggiore al prossimo tavolo di trattativa. E' un professore di Statistica della Cattolica di Milano, Luigi Campiglio. «Sono sempre più convinto dice - che gran parte dei calcoli dell'Istat siano fuori dal tempo». Che in Italia le regole di misurazione dell'inflazione siano vecchie non ci piove. L'impianto legislativo di riferimento, modificato fin che si vuole (più volte e fondo) nel corso del tempo, risale ancora al 1926. Prima della grande depressione, del new deal, delle teorie di Keynes. Allora il marketing era una tecnica sconosciuta. Milioni di anni luce dalla globalizzazione dei mercati, da Internet e dalle attuali regole di funzionamento dell'economia e del commercio. E secondo i grandi accusatori, l'Istat è rimasta indietro, non vuole ammetterlo e per difendersi nasconde le carte. Almeno per sgombrare il campo dall'accusa di scarsa trasparenza l'Istituto di statistica potrebbe prendere spunto dal «collega» americano. Direttamente dalla prima pagina del sito del Bureau of Labor Statistic chiunque può sapere quali beni vengono rilevati, avere notizie sui prezzi alla produzione e al dettaglio, sui valori dei beni importati ed esportati. Addirittura si può calcolare l'inflazione su misura dei propri gusti e costruire un paniere personalizzato dal 1980 ad oggi. Sull home page dell'Istat il nome inflazione compare un volta sola. Cliccandoci sopra c'è il comunicato ufficiale (10 righe) sui prezzi dell'ultimo mese. Ancora dagli Usa. La commissione che oggi molti, in Italia, esigono per risolvere la diatriba sui prezzi reali ha già concluso i lavori da un anno. E' stata presieduta da Michael Boskin, economista dell'Università di Standford, I suoi principali suggerimenti, poi accolti dal Bis, sono stati: la rilevazione dei prezzi deve seguire sempre di più l'evolu¬ zione dell'economia e deve considerare, nelle sue misurazioni, il contributo determinante che dà la qualità dei prodotti. In questo senso i «vizi .di calcolo» dell'Istat sono soprattutto di metodo: «Troppo spesso - spiega Campiglio - sono ancorati a leggi statistiche, burocratiche, e non a regole di mercato. I prezzi, andando a spulciare nel paniere, appaiono costanti, mentre così non è. Il prezzo è tutto meno che costante. Prendiamo il caso dell'auto: nei mesi passati ci sono stati sconti, promozioni, finanziamenti agevolati che l'Istat non ha rilevato». Cosa fare allora? «Occorre ricostruire il sistema di misurazione, tenendo conto della diversità dei consumi, per gruppi sociali e di' reddito. In una parola riconoscere la varietà che permetterebbe di' fotografare gli aumenti reali». Per stare dietro alla corsa dei prezzi allora, Marco Martini membro del consiglio dell'Istat e preside della facoltà di Statistica alla Statale di Milano suggerisce di utilizzare un collegamento diretto tra l'Istat e i registratori di cassa. I dati degli scontrini grazie alla rete telematica, potrebbero finire nei cervelloni dell'ufficio statistico senza dover attendere le migliaia di missioni degli addetti comunali che ancora oggi vanno ad annotare sul posto i prezzi. «Un'ottima soluzione - commenta Campiglio - in questo modo la diversità di prodotti viene fotografata. Non si rileva più un solo tipo di pesce ma centinaia di tipi di pesce. Servono però fondi per adeguare i sistemi informatici dell'Istat». A Milano 13 ipermercati e 5 supermercati inviano già i dati. Il governo sta testando il progetto e-Shop. Sempre attraverso Internet. Diversità di beni ma anche diversità di gusti e di possibilità di spesa. Le associazioni di consumatori e la Confartigianato rifiutano allora l'idea dell'indice unico. Meglio individuare tanti panieri a seconda delle classi sociali, di reddito e di consumo. Ma anche indici territoriali, regione per regione. C'è poi il nodo dei pesi. Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes, che a settembre presenterà il suo paniere, fa notare un caso emblematico: «Secondo l'Istat una famiglia con 4 milioni di reddito spende 360 mila lire per la casa. Sfido a trovarne una. Oppure le assicurazioni incidono per ri0Zo e non per pochi millesimi». Come è possibile? «Alcuni prezzi, almeno il 500Zo di quelli calcolati dall'Istat, sono rilevati in base a leggi o a tariffe degli ordini professionali e non seguendo le regole del libero mercato. In questo modo il costo della vita nel 2002 non si può calcolare».

Persone citate: Gian Maria Fara, Keynes, Luigi Campiglio, Marco Martini, Michael Boskin

Luoghi citati: Campiglio, Italia, Milano, Usa