«A gennaio il ministro degli Esteri» di Ant. Rana.

«A gennaio il ministro degli Esteri» BUTTIGUONE INSISTE PER IL RIMPASTO: NON E CERTO LA FINE DEL MONDO «A gennaio il ministro degli Esteri» Il sottosegretario Mantica: Frattini? Non è il solo... ROMA Mentre infuriano le differenziazioni dentro la coalizione di centrodestra anche e soprattutto in materia di diritti televisivi per la trasmissione delle partite e per le nomine, in scadenza, al Coni, torna di scena il rimpasto di governo, con l'amvo dei ministri Sirchia, Buttigliene e Gasparri e del sottosegretario agli Esteri Mantica al Meeting di Rimini. «Rimpasto? Che brutta parola», toma a dire il finiaio Maurizio Gasparri. «Davvero bruttissima, decisamente rinpasto e verifica sono parole bruttissime, ma se cambiano Un paio di ministri non è la fine del mondo...» dice Rocco Bcttiglione aggiungendo che era tosi «anche se si diceva "ganbe" in epoca vittoriana»: il Ministro delle Politiche Comuni(arie ieri è tornato a Rimini tra ^li allori quando invece tutti sospettavano una «rottura» con i ciellini. «Io me ne vado, se me lo chiede Berlusconi, se il presidente del Consiglio dovesse essere insoddisfatto del mio lavoro» dice il ministro della Sanità Ginlamo Sirchia, intelligentemenf3 prevenendo l'atmosfera che lai Meeting, non gli è affatto favicrevole. Si sa che non è gradito, con Bossi e Lunardi, a Vittadini, il gran capo della Compagnia delle Opere. Soprattutto, il rimpasto è stato ventilato per primo, ormai un paio di settimane fa proprio da Buttigliene e dal suo capogruppo Luca Volente, e nel loro mirino ci sono anzitutti i ministri tecnici. Ma basta fare due passi oltre r«inesistente questione del rimpasto», ed ecco che il sottosegretario alla Farnesina con delega per il Medio Oriente, Alfredo Mantica che è dello stesso partito di Gasparri, annuncia di ritenere «ovvio che la nomina del nuovo ministro degli Esteri ir.iporrà una verifica all'interno della compagine di governo». E di «aver scommesso che ci sarà un nuovo ministro degli Esteri per il prossimo gennaio». Non prima: alla conclusione, il viceministro è arrivato interpretando l'agenda che il capo della diplomazia italiana si troverà di fronte nei prossimi mesi, e soprattutto considerando che nel secondo semestre del 2003 l'Italia assumerà la presidenza di turno dell'Unione europea, e ovviamente gli impegni preparatori iniziano ben prima. Quindi, Mantica s'è spinto a tracciare un interessante identikit politico del successore di Berlusconi: «Sarà un politico, un uomo di fiducia del presidente del Consiglio anche come area politica, capace di organizzare e gestire una macchina che funziona bene, ma che ha bisogno di una missione strategica più chiara, e di lanciare il sistemaItalia». Aggiungendo che «Franco Frattini ha molte caratteristiche dell'identikit, ma non è il solo: come lui ce ne sono altri». Dal podio di Rimini, anche Buttiglione si è spinto un po' più oltre del solito. «La situazione della finanzia pubblica ci impone di fare delle scelte», ha ammesso, e «per il rimpasto sarà determinante la ridefinizione dell'azione di governo». Per esempio? «Ci vogliono più soldi per la scuola e la famiglia». Ma non è chiaro se ce l'avesse con la Moratti che non fa abbastanza alla Pubblica Istruzione, o con Tremonti, che nega i fondi alla scuola. A quel punto, su tutti, è calata una dura reprimenda del portavoce di Forza Italia. «Il dibattito su verifiche o eventuali rimpasti di governo è qualcosa di cui non si comprende né l'utilità né il senso», ha fatto sapere Sandro Bondi. Come dire: «Non facciamoci del male da soli, e lasciamo che a dare spettacolo di divisioni interne e litigi sia la sinistra». [ant. rana.]

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