I polacchi riscoprono il «loro» Papa di Marco Tosatti

I polacchi riscoprono il «loro» Papa IL SALUTO, AL SUO POPOLO: «VORREI POTER AGGIUNGERE,ARRIVEDERCIf MA QUESTO E Gì A TOTALMENTE NELLE MANI DI DIO» I polacchi riscoprono il «loro» Papa Malinconia e affetto dopo la freddezza delle ultime visite retroscena Marco Tosatti inviato a CRACOVIA UN amore ritrovato, intriso di melanconia e tenerezza quello che la Polonia riversa sul suo vecchio Papa. Nei primi viaggi, nel 1979, nel 1983, l'ansia di libertà riempiva le piazze e le strade; dopo la caduta del Muro il nuovo Mosè vide il suo gregge, giunto nella terra promessa, perdersi dietro i nuovi idoli. Non li ha certo abbandonati; ma i vitelli d'oro luccicano di meno, adesso, e molta gente qui si accorge che l'economia di mercato e il liberalismo possono rivelarsi severi maestri. Nello sfiorire di molte speranze, compresa quella di un'Europa più generosa e meno altera, il Papa ha ritrovato le parole che molti polacchi si attendevano. «Di fronte alle moderne forme di povertà, che come mi è noto non mancano nel nostro paese, è necessaria una fantasia della carità nello spirito di solidarietà verso il prossimo, così che l'aiuto sia ima testimo¬ nianza di fraterna condivisione... Non manchi questa questa fantasia agli abitanti di Cracovia e di tutta la nostra patria. Essa tracci il programma pastorale della Chiesa in Polonia». Ha fatto appello all'orgoglio nazionale: l'impegno che lui ebbe per la «difesa della libertà nazionale» è infatti «necessario anche oggi, quando diverse forze, spesso guidate da una falsa ideologia di libertà, cercano di appropriarsi di questo terreno. Quando una rumorósa propaganda di liberalismo, di libertà senza verità e responsabilità, si intensifica anche nel nostro paese, i pastori della chiesa non possono non annunciare l'unica e infallibile filosofia della libertà che è la verità della croce di Cristo. Tale filosofia di libertà è strutturalmente legata alla storia della nostra nazione». Nella sua più breve visita a casa, i polacchi l'hanno circondato di affetto e rispetto; chiedendo la sua jpresenza, il suo affacciarsi alla finestra dell'arcivescovado; ma senza esigerla, consci che il Karol Wojtyla del 2002 può dare tanto, e niente di più. Gli hanno ripetuto a ogni momento, per strada, all'aereoporto, alle cerimonie «Ti vogliamo bene!», «Sei a casal», «Resta a Casal». Wojtyla ha risposto con emozione. Alla fine della messa di ieri, ha improvvisato: «Vorrei poter aggiungere arrivederci, ma questo è già totalmente nelle mani di Dio». La folla lo ha interrotto: «Ci rivedremo! Wadowice (la sua città natale, n.d.r.) ti aspetta». Ha ripreso: «Lascio completamente questo desiderio alla misericordia divina». «Resta con noi!» gli gridavano i ragazzi. "Bene, bene - ha scherzato - mi esortano a disertare Roma!». Il suo popolo ritrovato è riuscito comunque nell'impresa di riempire il Parco di Blonia, a Cracovia, polverizzando tutti i precedenti record di folla del Papa viaggiatore, ad esclusione di Manila nel 1995. Nella notte la città era traversata da lunghe file silenziose di pellegrini, un fiume ininterrotto che le luci dell'alba hanno scoperto, trasformate in un mare colorato di bandiere e costumi tradizionali, davanti al palco. A Blonia, nel 1979, nel primo viaggio, quando ancora c'^ra il regime, erano parsi tantissimi; un milione e mezzo, forse. Ieri c'è chi ha calcolato tre milioni di persone; una stima attendibile parlava di oltre due milioni, nel palcoscenico privilegiato delle cerimonie di massa di Wojtyla. Non a caso, nel viaggio più «freddo», quello del 1991, non celebrò sul!' immensa spianata, ma in una piazza; per una folla relativamente piccola. L'«infedeltà» di allora è canceOata, adesso, nella commozione di un canto, «Pescatore di mari lontani», che è risuonato ieri. «Questo canto ha accompagnato la mia partenza dalla patria ventitre anni fa - ha improvvisato ieri -. L'avevo nelle orecchie quando ho sentito la "sfntenza" (o "condanna") del Conclave. E non ci siamo lasciati per tutti questi anni. Questo canto è un sospiro nascosto della patria. Grazie canto, grazie anche a te, Parco di Blonia, per la tua ospitalità, offerta varie volte.e anche per quella di oggi. Che Dio ti ripaghi». La Polonia ebbra di libertà occidentale scrollava da sé, infastidita, i rimproveri del profeta, ancora vigoroso, di dodici armi fa; una Polonia più delusa e più saggia coccola il lungo autunno del suo eroe, pieno di sofferenza. Migliaia di fedeli sul ponte Debnicki rientrano dal Parco Blonia a Cracovia

Persone citate: Di Dio, Karol Wojtyla, Wojtyla