«Questa catastrofe dimostrerà che l'Europa non è solo una sigla»

«Questa catastrofe dimostrerà che l'Europa non è solo una sigla» IL MINISTRO DEGLI ESTERI TEDESCO FISCHER «Questa catastrofe dimostrerà che l'Europa non è solo una sigla» intervista Ralf Beste, Konstantin von Hammerstein MINISTRO Fischer, quanta campagna elettorale si può fare davanti agli argini spezzati? «Ho cinquantaquattro anni e non riesco a ricordare una catastrofe simile. Sono morte in Europa almeno 80 persone, in Sassonia è stato distrutto il lavoro di ricostruzione di dieci anni. Non è ancora possibile fare una stima del disastro. L'unica cosa certa è che non si tratta dell'alluvione del secolo, ma del mihennio, e in un frangente del genere è naturale che il governo sia sul posto e prenda visione diretta di quanto è accaduto. La gente se lo aspetta, nessuno deve sentirsi abbandonato». E' per questo che il presidente del partito dei Verdi Fritz Kuhn ha definito Stoiber «un ignorante» in fatto di ecologia? «I presidente del partito ha un compito diverso dal mio, ma parliamoci chiaro: che cosa ha detto di tanto sbaghato? Basta guardare come si è comportata l'Unione cristiano-democratica negli ultimi quattro anni in tema di protezione dell'ambiente. Dei sedici provvedimenti che abbiamo approvato su questi temi nell'arco della legislatura, l'Unione ha votato contro per quattordici volte, e i liberali tutte e sedici. Si tratta di un dato abbastanza esplicito, e non tutti possono mandarlo giù tanto facilmente». La «Frankfurter Allgemeine Zeitung» ha scritto che i Verdi danno l'impressione di non aver desiderato altro che una «straordinaria catastrofe ambientale» dietro l'uscio di casa. «Tutti hanno potuto leggere e sentire come il tema dell'ambiente sia stato trattato, nel corso dei miei interventi in campagna elettorale, nel modo più contenuto e misurato possibile, anche dopo che sono state chiare le dimensioni della catastrofe. E comunque non mi sorprende che si dica quanto lei ha ricordato. L'opposizione teme che da questo momento il bilancio del governo possa essere visto sotto una luce diversa...» ... e i Verdi possano approfittarne. «Siamo abituati a queste speculazioni. Basta guardare la campagna elettorale. Da sinistra a destra, da destra a sinistra, si sente sempre la stessa frase: "A che servono i Verdi?". Quando il ministro dell'Ambiente Jùrgen Trittin richiamava pubblicamente l'attenzione sulla necessità di una protezione delle acque a lungo termine, nessuno ha voluto ascoltarlo. Adesso arriva una catastrofe, e noi Vérdi siamo di nuovo al centro dell'interesse generale, almeno finché i media e l'opinione pubbhca non ricadranno nel "grande oblio". Da quando mi occupo di pohtica ambientale è sempre stato così». Quante settimane durerà l'interesse per l'alluvione? Crede che la pohtica ambientale riuscirà a essere un tema elettorale fino alle elezioni del 22 settembre? «Se continuiamo a ricadere nel ciclo eccitazione-dimenticanza, allora no. Ma credo che molte persone adesso cominceranno a pensarla in modo diverso. Noi Verdi ci auguriamo soltanto che venga utilizzata la ragione. La tesi, ad esempio, che la tassa ecologica mette a rischio posti di lavoro, si è rivelata un autentico nonsenso». Se è così convinto della tassa ecologica, perché ha detto agli elettori che non devono aspettarsi necessariamente un aumento, così come previsto inizialmente? «Per due motivi. Primo: io non so come sarà la situazione economica generale nel 2003. Dipenderà anche dal prezzo del petrolio. Secondo: sulla tassa ecologica si è diretta la "rabbia fiscale" dei cittadini. E' legittimo da parte dell'opposizione utilizzare questo argomento - anche se la leader della Cdu, Angela Merkel, inizialmente era d'accordo - ma è anche vero che la tassa ecologica finora non è stata accolta per i principi ai quali si ispirava, ma soltanto come il prodotto ideologico dei rosso-verdi. Se si riesce a rendere accettabile un'imposta aggiuntiva, allora anche il dibattito sul fisco può essere condotto in modo più ragionevole». Governo e opposizione stanno facendo a gara a chi offre di più alle vittime dell'alluvione: la coalizione darà 400 milioni di euro, Stoìber ne promette ancora di più... «...e con questo non fa campagna elettorale, eh!». Il cancelliere vuole ridiscutere i margini di deficit dei singoli Lànder. E' una buona idea? «Sì, perché chiarisce l'ordine di grandezza delle spese. Noi dovremo affrontare una ricostruzione completa. Il governo federale non può abbandonare né le persone colpite né le regioni e i comuni. Occorrono mezzi, e noi h troveremo. Credo che dovremo fare un grosso sforzo di solidarietà». Questo vale anche per i Paesi vicini, come la repubbhca ceca? «E' chiaro che questo è un compi- to europeo. Anche se noi siamo stati pesantemente colpiti, non dobbiamo lasciare soh gh altri. Come europei e come vicini, ma anche come Unione europea». Questo significa che Bruxelles deve pagare? «Questa è anche una sfida europea. E se Bruxelles adesso agisce con risolutezza, questa catastrofe sarà anche un'opportunità perché gh uomini guardino l'Europa in modo diverso. Ora possiamo far vedere che questa Europa non è soltanto nella lontana Bruxelles, ma può aiutare e aiuta concretamente». Si tratti di ecotasse, di rinuncia al nucleare o di domanda di energia solare o eolica - finora lei ha un po' messo da parte la politica ambientalista. Gambiera, ora? «E' in gioco molto più di questo. Noi, il ricco Nord, dobbiamo capi¬ re che le conseguenze dei cambiamenti climatici non ci risparmia-, no. Già il summit di Johannesburg mostrerà se il messaggio è stato recepito. Gh spazi di frenata della natura sono lunghi. Occorre capire che i problemi ambientali sono problemi globali, che richiedono azioni a lungo termine...» ... un compito che verosimilmente toccherà a un altro governo. Oppure negli ultimi giorni le chances dei rosso-verdi sono migUorate? «L'ambiente, per me, è stato ed è una priorità - e non certo a causa di questa catastrofe. Ora il governo deve reagire, un'impresa di grande significato. La gente non è stupida, la gente riflette. E i partiti cercano di influenzare queste riflessioni. Quanto ci riescano, si vedrà il 22 settembre». Copyright Der Spiegai tife^ E' la peggiore "" alluvione non del secolo ma del millennio, nessuno deve sentirsi abbandonato. Se Bruxelles agisce con risolutezza i cittadini del continente guarderanno all'Unione in modo diverso. E non si dovrà A A dimenticare 77 I ministro Fischer con il presidente della Commissione Uè, Romano Prodi durante un sopralluogo dopo l'alluvione

Persone citate: Angela Merkel, Fischer, Fritz Kuhn, Konstantin Von Hammerstein, Ralf Beste, Romano Prodi, Stoiber, Trittin, Verdi

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Sassonia