Julia pronta a tutto per Soderbergh di Lorenzo Soria

Julia pronta a tutto per Soderbergh PER LAVORARE IN «FULL FRONTAL» LA ROBERTS HA ACCETTATO DI ESSERE PAGATA AL MINIMO SINDACALE Julia pronta a tutto per Soderbergh Sul set c'era anche il marito cameraman Lorenzo Soria LOS ANGELES E' stato girato in solo 18 giorni ed è costato due milioni di dollari, che per gli standard di Hollyoowd rappresentano una vera miseria: quello che una produzione tradizionale paga di solito per una trentina di secondi di effetti speciali o per un decimo del compenso della sua star principale. «Full Frontal» non ha nemmeno messo a disposizione dei suoi attori truccatori, parrucchieri e limousines. Ma a dirigerlo è stato Steven Soderbergh, l'ammiratissimo regista di «Traffic» e di «Erin Brockovich», cui era venuta la voglia di tornare alle origini e di fare un film come «Sex, Lies and Videoptape». Anche se ha offerto ai suoi attori solo il minimo sindacale, sono venuti tutti: Brad Pitt e Catherine Keener, David Duchovny e Blair Underwood. E lei, Julia Roberts, la più stella tra le stelle, che sull'onda dell'Oscar vinto interpretando appunto la parte di Erin Brokovich si era lasciata sfuggire che per Soderbergh avrebbe fatto qualunque cosa. Ed è stata di parola. «Full Frontal» è un film dentro un film, un viaggio tra le illusioni e anche la disperazione che circondano il business del cinema. Come «I protagonisti» di Robert Altman, ma Soderbergh cita liberamente da Fellini, da Godard, da Bunuel, E da Truffaut, con la Roberts che indossa un parrucca identica a quella di Jacqueline Bisset in «Effetto notte». Francesca, il suo personaggio, scriveperungiomaledi pettegolezzo ma è più viziata delle stelle dei suoi articoli: basta osservare la sua rabbia quando scopre che nella sua insalata di tonno c'è troppo poco sedano. E' stata invitata anche lei alla festa per i 40 anni di un celebre prduttore (Duchovny) e ne approfitta per mettersi alle calcagna di Underwood per scoprire che cosa angustia gli attori afro-americani. «Una bellissima esperienza, piena di risate e di gioia», sostiene la Roberts da dietro il suo famosissimo e contagioso sorriso. Un ritomo, anche per lei, a quella semplicità e anonimità che per l'attrice più pagata e ammirata degli ultimi anni è ormai quasi impossibile. E Soderbergh ha ricambiato il favore: tra i suoi cameraman ha voluto Danny Moder, l'uomo che la Roberts ha deciso di sposare il quattro di luglio nel suo ranch nel New Mexico. Un matrimonio a sorpresa, con un'ottantina di amici convinti di essere stati invitati ad un barbecue per celebrare la festa nazionale americana. E che, alla mezzanotte, si sono ritrovati ad essere testimoni di un matrimonio sotto un altare improvvisato in cui i due hanno inziato a sbaciucchiarsi prima ancora di essere stati dichiarati- marito e moglie. I giornali rosa hanno subito sentenziato che anche questo è un matrimonio destinato a durare poco. Sin da quando è esplosa come la «Pretty woman» nazionale, a soli 21 anni, la turbolenta vita sentimentale della Roberts ha dato occasione a tantissime storie di copertina. Il ma¬ trimonio con Kiefer Sutherland annullato poche ore prima della cerimonia. Quello con il cantante Lyle Lovett che una cerimonia l'ha avuta ma che è durato solo pochi giorni. I flirt con Jason Patrie, con Daniel Day-Lewis e con Matt Dillon, la lunga relazione con Benjamin Bratt. Adesso è appunto la volta di Danny. Si sono incontrati mentre lei girava «The Mexican» e lui era appunto nel set come cameraman. Era anche sposato e c'è chi ha accusato l'attrice da essere una sfascia-matrimoni. Ma la Roberts, che adesso si fa chiamare Mrs. Moder, non ha dubbi. «Danny è incredibile», sostiene. «E' formidabile, un uomo tra gli uomini, generoso, uno che non si tira indietro dalle scelte che ha fatto, che non pensa mai di dare la colpa a qualcun altro». Invece che una figura pubblica ormai trentaquattrenne, la RobertsModer appare come una tennager al suo primo amore. Ma poi si ricompone: «Non vogho dire altro», aggiunge. «E' impossibile descrivere con le parole». Sino alla fine dell'autunno, la Roberts resterà in vacanza. Poi si appresta ad affrontare «Shrinking Violet», una storia centrata attorno alla complessa relazione tra una paziente e il suo psicoanalista nella quale la Roberts lavorerà' anche come produttrice. Stesso trattamento per Brad Pitt e David Duchovny 18 i giorni di riprese Il film è una parabola sul cinema fra illusioni e disperazione; ma cita anche Fellini e Truffaut Julia Roberts è una giornalista viziata in «Full frontal»

Luoghi citati: Los Angeles, New Mexico