Rìecco Hillary, ma stavolta studia da Presidente di Paolo Mastrolilli

Rìecco Hillary, ma stavolta studia da Presidente IL MARITO BILL CLINTON SI E' LASCIATO SFUGGIRE CHE L'INTERROGATIVO NON E SE LEI SI CANDIDERÀ, MA QUANDO LO FARA' Rìecco Hillary, ma stavolta studia da Presidente Avrebbe già cominciato a preparare la sua campagna per la Casa Bianca Paolo Mastrolilli NEW YORK Hillary, ancora lei. Pensavamo di essercene liberati quando la sociologa femminista Camille Paglia, già creatrice del mito di Madonna, aveva dichiarato conclusa l'epopea dell'ex signorina Rodham, piegata dall'acritica accondiscendenza alle malefatte del marito adultero, in nome della reciproca convenienza economica e politica. Avevamo sbaghato, naturalmente, perché la fenice dell'Illinois era rinata dalle sue ceneri, seppellendo il bamboccetto RiCk Lazio sotto una valanga di voti, nelle elezioni senatoriali di New York. Ma quello era solo l'inizio di una nuova storia, perché adesso gh osservatori politici di Washington giurano che Hillary ha cominciato a preparare la sua campagna presidenziale. Una dichiarazione formale di guerra non c'è, e non ci sarà per parecchio tempo/ perché nessun pohtico ama suicidarsi, scendendo in campo quando non sono arrivati neppure gli spettatori. Ma l'ex marito Bill, anzi no, l'ex presidente Bill, rimasto sposo e partner in affari della moglie, ha giurato che l'interrogativo non è se lei si candiderà alla Casa Bianca, ma quando. La confessione gh è sfuggita durante un discorso a Perth, in Australia, ossia mezzo mondo distante dalla consorte. «Si presenterà?», gh ha chiesto un fan indiscreto. «Non nel 2004», ha risposto Clinton, lasciando intendere che l'opera- zione è in corso, anche se i tempi restano incerti. In teoria, la prima occasione disponibile sarebbe tra due anni, ma ci sono almeno tre fattori che sconsigli ano di affrettare la sfida. Il primo è che oggi Bush ha un gradimento popolare superiore al 700/*!, e se continua così, senza sconfìtte clamorose nella guerra al terrorismo e senza nuovi coUassi economici, sarà un «incumbent» piuttosto difficile da battere. Il secondo è che Hillary ha promesso di completare il suo mandato senatoriale, che dura sei anni, e quindi non sarà libera di cercare un nuovo lavoro fino al 2006. Il terzo è che il campo dei candidati democratici alle presidenziah del 2004 è ancora incerto, ma ci stanno pensando Gore, Lieberman, il leader del Senato Dasch- le, il capo della minoranza aUa Camera Gephardt, e il senatore della North Carolina Edwards, che passa per il nuovo Kennedy: scontrarsi con ima folla simile sarebbe pericoloso per un «junior senator», cioè un parlamentare esordiente, a meno che il partito non decida di incoronarla. La pohtica è una scienza inesatta, dove di certo non c'è neppure quello che è successo ieri, e quindi la situazione potrebbe cambiare. Al momento, però, i guru elettorah vedono meglio Hillary nel 2008, perché se Bush vincerà nel 2004 sfoltirà il campo democratico, e poi nqn ci sarà un presidente forte in carica da abbattere. Il lavoro per preparare il terreno, comunque, è già cominciato. L'ex first lady, come tutti i parlamentari, ha un politicai action conunittee (Pac), che ha lo scopo principale di recuperare finanziamenti. Hillary sarà pure un «junior senator», ma intanto guida la classifica di partito nella raccolta dei fondi, e soprattutto si è dimostrata molto utile ai candidati che avevano bisogno di quattrini per le elezioni mid- term di novembre. In tutto ha racimolato 600.000 dollari per 73 candidati democratici, tra cui spiccano il governatore dell' lowa Tom Vilsack e l'ex governatrice del New Hampshire Jeanne Shaheen, guarda caso i due Stati dove si tengono le primarie iniziali e decisive per la corsa alla Casa Bianca. I politologi conservatori, come il reverendo Richard John Neuhaus che ha fatto da consighere per Bush, si fregano le mani al pensiero di una candidatura Clinton bis: è così liberal dicono loro - che riuscirà a prendere solo i voti della base democratica tradizionale, consegnando il «centro vitale» teorizzato da Arthur Schlesinger all'avversario repubblicano. Ma Hillary sa che le pesano sulle spalle la fahita nforma sanitaria, e tanti atteggiamenti troppo sinistrorsi, oltre ad alcuni peccati come l'affitto della stanza da letto di Lincoln ai finanziatori pohtici, anche se adesso si è scoperto che Bush ha fatto lo stesso. Quindi si è già piegata alla volontà del Democratic Leadership Council, la corrente di centro già guidata da suo marito, tenendo discorsi supermoderati davanti all'assemblea del Partito. In più, visto che Gore aveva preso le distanze dai 20 milioni di posti di lavoro creati dall'amministrazione Clinton, è diventata la custode dei successi economici del marito, da sbattere come un martelìo sulla recessione di Bush. Non è una strategia da Casa Bianca? I guru elettorali la vedono in corsa per il 2008, intanto lei guida la classifica di partito per la raccolta dei fondi Hillary Clinton: il suo mandato senatoriale durerà fino al 2006

Luoghi citati: Australia, Illinois, Lincoln, New Hampshire, New York, North Carolina, Perth, Washington