Africa vetrina della natura

Africa vetrina della natura j KENYA j VIAGGIO IN UNA MODERNA ARCA DI NOE' Africa vetrina della natura I PARCHI DOVE LATUTELA AMBIENTALE VA D'ACCORDO CON L'ARCHITETTURA AL SERVIZIO DEI TURISTI Renato Scagliola AL centro di una vasta radura la carcassa sbranata di un bufalo, mezza mangiata e piena di mosche, a un centinaio di metri una leonessa con due cuccioli già grandi sonnecchia dietro i cespugli. Dalla parte opposta, su due alberi secchi, una dozzina di avvoltoi immobih, a loro volta in attesa del pasto. E' ciò che può capitare di vedere in Kenya, ai visitatori del Nakuru National Park, intomo al lago Naivasha, cento chilometri a Nord Ovest di Nairobi nella Rift Valley, a 1890 metri di quota. Un parco dove ci sono rinoceronti bianchi e gazzelle di Grant, antilopi d'acqua, facoceri, leopardi e babbuini, uccelli. Si gira solo su fuoristrada e pulmini col tetto aperto, ed è meglio non scendere. Prolificano anche le rare giraffe di RothschiId, che hanno la cattiva abitudine di mangiare corteccia di acacia, fino a fame morire le piante. La parte principale del lago (salato) Naivasha è di 130 chilometri quadrati, con una profondità media di otto metri, in alcune parti ridotta a un metro, e sulle rive starnazzano da 1,5 a 2 milioni di fenicotteri rosa - secondo le stime dei ranger - che si nutrono di microalghe salmastre e molluschi. La più alta concentrazione di tutta l'Africa e del mondo, spettacolo formidabile di vita selvatica, con frotte di pellicani che pescano, organizzati militarmente in piccole squadre, e che tuffano il becco simultaneamente appena intrappolati i pesci. Dagli immensi stormi rosati si leva un brusio intenso, con voli improvvisi, e un odore di pollaio, mentre volano anche cormorani e marabù. Dopo la schiusa delle uova, per i piccoli flamingo, che sembrano grosse galline, è il tempo del rischio, predati in picchiata dall'aquila urlatrice, e anche dai grandi marabù, che, sebbene mangino normalmente soprattutto carogne, quando c'è tanto bendiddio, arraffano pollastri senza pietà e senza fatica. Un luogo nato ufficialmente nel 1961 come «bird sanctuary», per la cui protezione si è battuto il Wwf già alla fine degh Anni 60, e che oggi dà lavoro a un centinaio di persone. I primi rinoceronti nen furono reintrodotti nel 1987, una dozzina di bianchi arrivarono nel '95. Insomma, oggi è un'arca di Noè, anche se meno famoso di altri siti kenioti come Masai Mara, Tsavo, Amboseli... Per i bracconieri nessuna pietà: i ranger hanno licenza di sparare a vista; e per chi si fa prendere c'è l'ergastolo. A 160 chilometri a sud ovest di Nairobi, c'è invece la riserva di protezione di Shompole in pieno territorio Masai, a due passi dal confine con la Tanzania; qui è Stato realizzato un coraggioso e inedito esperimento eco-socioeconomico: dopo due anni di laboriose trattative con i villaggi Masai dei dintorni, un anno ai lavoro e un milione di dollari d'investimento, è nato un Lodge di incredibile disegno Zen, un' utopia architettonica disegnata da Antony Russai, gemale keniota bianco di origine scozzese; una costruzione fatta unicamente con legno e pietre del luogo, su una piccola collina, con bungalow aperti sulla savana. Le costruzioni sono di legno, col tetto di foghe di palma intrecciate. Per limitare l'impatto ambientale quasi nessun albero è statò abbattuto, tanto che molti fanno parte dei vari locali, svettando oltre i tetti di paghe. Per l'acqua calda funzionano pannelli solari made in Israele, gh scarichi neri finiscono parte in fosse biologiche, parte funzionano senz'acqua, integrati con un compost di foglie snunuzzate che trasformano i liquami in fertilizzante. L'energia elettrica è fornita ancora da vin generatore perché l'im¬ piego di palmelli fotovoltaici sarebbe stato troppo invadente. Tutte le lampade sono a basso consumo (ma funzionano anche lanterne a petrolio e candele) e l'illuminazione è tenuta volutamente bassa per limitare l'impatto con l'ambiente. L'acqua è pompata da una sorgente alla base della collina e alimenta anche una piscina dalle forme sinuose. Il parco di Meni a nord di Nairobi, a cavallo dell'equatore, all'ombra del monte Kenya, lontano appena 80 chilometri in linea d'aria, è rinato negli ultimi dieci anni dopo essere stato quasi distrutto dai bracconieri e dalle bande di shifta provenienti dall' Etiopia. Le razzie sono continuate, sporadiche, fino al 1989, mentre il parco era ancora chiuso agli estranei. Per i pochi ranger il servizio era diventato un incubo, contro bracconieri meglio equipaggiati e decisi a tutto pur di razziare avorio e comi di rinoceronte, lasciando a iene e avvoltoi le carcasse sanguinolente. Alcune cifre sono impressio¬ nanti: prima del 1970 gh elefanti erano tremila, ridotti a 300 nel '90, dei 20 mila rinoceronti presenti in tutto il paese, ne erano rimasti 350. Ora sono ricomparsi tutti i big five: ippopotami, elefanti, leoni, leopardi, bufali, in un temtorio di pianure, colline, (fino a 1500 metri), paludi, di 870 chilometri quadrati, che diventano 5.300 con le riserve confinanti di Bisanadi and Mwingi e Racle. Per fare un paragone, il più grande dei parchi italiani, lo Stelvio, è di 134 chilometri quadrati. Dal 1999 sono state aperte 17 piste di atterraggio per piccoli aerei e 1200 chilometri di carrozzabili per fuoristrada che consentono visite e sorveglianza totale. Un rigoglio di specie equatoriali, col baobab, dal nome aristocratico di Adansonia digitata, l'Acacia xanthophloea, battezzata albero della febbre dai primi esploratori perché i suoi fiori attuano le zanzare, la commifora dal tronco giallo brillante e lunghe spine, le ordinate geometrie della palma dum col tronco a ipsilon, che si spartisce in altri rami della stessa forma, e centinaia di varietà botaniche, habitat di 400 varietà di uccelh. Foresta rada e savana verde perché è piovuto miracolosamente da poco, di solito l'ambiente è arido e brullo. Si va a spasso per il parco, appollaiati su una Land Rover scoperta, ci accompagna James Mungai, 29 anni, kikuyu, diplomato dopo un armo di corso dalla Kenya Professional Safari Guide Association. Appassionato di bestie e animali, efficiente, gentile, è un perfetto prototipo del futuro eco-manager. S'incontra una mandria di una dozzina di elefanti,piccoli compresi, in lenta transumanza verso l'acqua. Ci si ferma forse troppo vicini e un maschio si agita con barriti e borborigmi impressionanti, agita le orecchie, solleva una zampa, minaccia con la proboscide. Poi ristabilita la distanza di sicurezza toma a pascolare come se niente fosse. Sulle piste piccoli branchi di babbuini, frotte di Francolini dal collo giallo corrono un po' stolidamente davanti alle Land Rover, insieme a faraone, grasse pernici e nugoli di passeracei. Uno dei punti di partenza per . girare il parco, è la collina rocciosa dove nel 1980 i bracconieri uccisero George Adamson, strenuo difensore, con la moglie Joy, della wildlife della regione; la storia della leonessa Elsa adottata dagli Adamson, diventò un libro e. anche il celebre film «Nata libera». Qui tre anni fa è nato il lodge Elsa's Copje (dal nome della leonessa), altro esempio perfetto (ancora progettato da Russai) di inserimento antropico intelligente e non invasivo: silenzio, isolamento, solo materiali locali, e architettura che ricorda quella dei villaggi. DUE MILIONI DI FENICOTTERI ROSA SULLE RIVE DEL LAGO SALATO NAIVASHA. LA RISERVA Di SHOMPOLE A160 CHILOMETRI DA NAIROBI DOVE SORGE UN INCREDIBILE LODGE IN STILE ZEN DAL MINIMO IMPATTO AMBIENTALE tV^vV-'^ ,