Wall Street prova a credere a Bush di Paolo Mastrolilli

Wall Street prova a credere a Bush GIORNATA DIFFICILE PER LE BORSE EUROPEE. MOLTE AZIENDE AMERICANE IN RITARDO SUI GIURAMENTI DI BILANCIO CHIESTI DALLA SEC Wall Street prova a credere a Bush prezzi bassi e le nuove regole spingono il Do\A/^ 307o Paolo Mastrolilli NEW YORK Il presidente Bush ha interrotto ancora la sua vacanza texana, per portare il messaggio ottimistico cucinato nel forum economico di Waco al resto del paese, visitando Wisconsin, lowa e South Dakota. A giudicare dall'andamento di Wall Street, in grande ripresa, le sue parole hanno cominciato ad avere un effetto sugli investitori americani. Ma le borse europee sono andate in picchiata, in attesa di vedere quanti chief executive officer avevano il coraggio di certificare personalmente i bilanci delle loro aziende davanti alla Securities and Exchange Commission. Martedì il capo della Casa Bianca aveva detto che i fondamentali dell'economia Usa sono solidi e la ripresa continuerà. Nelle stesse ore, però, la Federai Reserve aveva lasciato intatti i tassi d'interesse, lanciando l'allarme per una possibile ricaduta nella recessione. Ieri gli investitori hanno ricevuto qualche altro elemento per riflettere, come il dato sugli inventari, cresciuti in giugno dello 0,2 per cento. E' il secondo mese consecutivo che gli ifl^entari aumentano, e questo dovrebbe segnalare un maggior ottimismo da parte delle aziende sulla tenuta della domanda. Si tratta di un fatto positivo, ma in mattinata Wall Street era ancora troppo scettica per credere alla versione ottimistica di Bush, rispetto a quella più preoccupata di Greenspan. Ai cattivi presagi, poi, si erano aggiunte le brutte notizie della Ibm, che ha confermato di aver eliminato circa 15.0Q0 posti di lavoro. Verso mezzogiorno, così, l'indice Dow Jones perdeva l'I,21 per cento, continuando il ribasso cominciato martedì. A quel punto però è iniziata l'inversione di tendenza, stimolata dai prezzi bassi, dagli ordini automatici via computer, e dalle certificazioni, e il Dow Jones ha chiuso guadagnando il 3,08 per cento e il Nasdaq il 5,12 per cento. Le borse europee, condizionate anche dalle nuove difficoltà finanziare di Vivendi, non hanno fatto in tempo a prendere questo treno. Così a Milano l'indice Mibtel ha perso il 2,57 per cento e il Mib30 il 3,13 per cento, mentre Francoforte ha bruciato il 3,34 per cento, Londra il 2,41 per cento, Parigi il 3,66 per cento, e Zurigo ri,46 per cento. La prudenza degli operatori era legata anche alla scadenza di ieri sera, per la certificazione dei bilanci da parte degli amministratori americani davanti alla SEC. La dichiarazione era stata imposta il 27 giugno scorso dal presidente dell'autorità di borsa, Harvey Pitt, per rispondere agli scandali contabili che negli ultimi mesi hanno colpito colossi come WorldCom, Enron e Halliburton, mettendo Wall Street in ginocchio. Le aziende che dovevano presentare la certificazione personale dei chief executive officer erano 947, e alla chiusura dei mercati oltre la metà aveva adempiuto alla richiesta, mentre alcune compagnie come Pantry, Household In¬ ternational e Interpublic Group hanno ammesso errori che richiederanno correzioni. I ritardatari possono ottenere un'estensione automatica della scadenza di cinque giorni, e alcuni hanno scelto questa opzione, piuttosto che correre il rischio di dichiarare il falso. Lontano da Wall Street, intanto, è proseguitoildibattito sul valore del vertice convocato dà Bush in Texas. I leader democratici come Tom Daschle e Hillary Clin¬ ton hanno continuato a criticarlo, giudicandolo un inuti- ' le show con cui il presidente ha cercato di rilanciare la propria immagine nel campo economico, senza toccare le politiche che finora non hanno funzionato. La discussione in realtà è concentrata sui tagli alle tasse varati dal capo della Casa Bianca, che secondo l'opposizione sono eccessivi e a questo punto andrebbero rivisti, dato che il surplus su cui erano basati durante la campagna elettorale del 2000 si è trasformato in deficit. La proposta più gettonata dei critici è quella di congelare i tagli, lasciando in vigore quelli già avvenuti ma cancellando quelli previsti nei prossimi dieci anni. Bush però non vuole mollare, per non cadere nella trappola del padre che violò l'impegno a non alzare la tasse, e neppure tutti i democratici sono convinti di premere in questa direzione. Così continua il braccio di ferro politico, che probabilmente deciderà le elezioni parlamentari di novembre. UN'ALTRA GIORNATA IN ROSSO BORSA VARIAZIONE 0/» , ■5;.-4.

Persone citate: Bush, Greenspan, Harvey Pitt, Hillary Clin, Tom Daschle

Luoghi citati: Francoforte, Londra, Milano, New York, Parigi, South Dakota, Texas, Usa, Wisconsin