Anche i «pesci piccoli» sottoposti al 41 bis di Francesco Grignetti

Anche i «pesci piccoli» sottoposti al 41 bis PER CONSENTIRE LA «SOCIALITA» Al BOSS. LIBRO BIANCO DEI RADICALI Anche i «pesci piccoli» sottoposti al 41 bis Francesco Grignetti ROMA Dici 41 bis, e nelle carceri sanno che è l'inferno sulla terra. I radicali hanno visitato le tredici sezioni speciali dove sono rinchiusi mafiosi e camomsti che subiscono le restrizioni più dure. Ne è uscito un dossier che hanno presentato ieri alla stampa (e prossimamente un libro bianco) per sollecitare una commissione d'inchiesta parlamentare. «Troppo grave è il problema, dice Damele Capezzone, segretario del partito - ma anche questi sono fratelli d'Italia». Ma il problema del sovraffollamento carcerario non si limita alle sezioni del 41 bis. Così proprio oggi diversi parlamentari della Margherita varcheranndi cancelli di molti penitenziari italiani. Incontreranno detenuti e agenti di custodia. Al termine, deputati e senatori della Margherita (ci sarà anche Pierluigi Castagnetti, presidente del gruppo alla Camera) fisseranno una radiografia di ogni istituto visitato e prepareranno poi una relazione complessiva. E il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli visiterà il carcere di Cagliari. «Ho visto cose che sono oltre il limite della decenza», racconta Ser¬ gio D'Elia, responsabile dell'associazione «Nessuno tocchi Caino» e curatore del dossier sul 41 bis. Intanto qualche dato: sono 13 le sezioni speciali, ma per motivi di riservatezza non esiste una mappa pubbUca. I radicali l'hanno ricostruita sommando le voci. Alla fine di luglio i detenuti sottoposti al trattamento di rigore erano 546 (di cui 3 donne); 421 condannati a pena definitiva, 79 in attesa del primo giudizio, 55 con ricorso in Cassazione, 81 in attesa di appello, 9 non classificati. Tra i tanti nomi noti del Gotha criminale - da Totò Riina a Leoluca Bagarella a Nitto Santapaola - ci sono autentici sconosciuti. I radicali hanno parlato ad esempio con un tal Salvatore Savarese, piccolo camorrista, che nel 1999 doveva scontare un fine pena e che a un certo punto, quando ormai gli mancava poco per uscire, è stato trasferito da Trani ad Ascoli. Era stato scelto per tenere compagnia a Riina, che ha diritto anche lui, per sentenza della magistratura, alla «socialità». Ma naturalmente non può mettersi a passeggiare con un altro mafioso. Così tocca, a turno, a pesci piccoli o piccolissimi. Savarese è dunque costretto alla detenzione dura. ((Anzi - commenta D'Elia - la più dura mai riservata a un detenuto italiano. Nel budello dell'aria non ci va quasi mai, come d'altra parte Riina. E nemmeno a fare socialità nella cella del boss. "Perché con tutte quelle telecamere è come andare nella casa del Grande Fratello", mi ha detto». Sono diversi i casi sollevati dai radicali. Giuseppe Chierchia, 36 anni, di Torre Annunziata, è stato assolto dall'accusa di associazione mafiosa, ma se lo sono dimenticato in ima sezione di 41 bis. Nel carcere dell'Aquila, i colloqui avvengono tra due cabine telefoniche sistemate in una stessa stanza. I regolamenti sui generi acquistati allo spaccio vengono interpretati in maniera difforme da carcere a carcere: a Spoleto sono considerati pericolosi i fagioli, a Parma le uova, a Temi i sigari. «Ma la situazione davvero drammatica è quella dei detenuti infermi». Leonardo Vitale, 47 anni, operato di tumore al cervello al San Camillo, dopo sette giorni era stato dimesso dall'ospedale e sistemato in una cella del carcere di Viterbo. Antonio Ceraci, 85 anni, quasi cieco, vegeta suunasediaa rotelle e da un anno non va all'ora d'aria. Luigi Giuliano, in attesa di un trapianto di fegato, nel '98 aveva ottenuto un regime attenuato, e nelgiugno scorso è ripiombato nel 41 bis. Il dramma di tutti questi detenuti è che il regolamento speciale vieta un compagno di cella, in gergo carcerario «il piantone», che li possa aiutare. Capita così che Marcello Gambuzza, in carcere da cinque anni, ornai paralizzato non viene aiutato da nessuno per salire sulla sedia a rotelle. L'hanno trovato su un letto lurido. Le lenzuola pulite ci sarebbero ed erano appoggiate nella cella. Ma siccome nessuno può entrare e magari rivolgergli la parola, erano abbandonate in terra. Racconta Maurizio Turco, presidente dei Radicali all'Europarlamento, un altro che ha fatto il giro delle carceri: «La sua situazione è lasciata al buon cuore degli agenti. Quando va a visitarlo l'avvocato, o quando lo mettono su ima sedia a rotelle per l'ora d'aria, mandano dentro un detenuto extracomunitario e quello gli cambia le lenzuola». Conclusione di Capezzone: «Noi chiediamo per questi detenuti, che pure si saranno macchiati dei peggiori delitti, il rispetto dei diritti umani fondamentali».

Luoghi citati: Aquila, Cagliari, Italia, Parma, Roma, Spoleto, Torino, Torre Annunziata, Trani, Viterbo