Giustizia, Ds e D'Ambrosio attaccano il Polo

Giustizia, Ds e D'Ambrosio attaccano il Polo DOPO LA VICENDA GIRAMI UN'ANTICA PROPOSTA DI LEGGE DI PITTELLI RIACCENDE GLI ANIMI Giustizia, Ds e D'Ambrosio attaccano il Polo E' scontro su un ddl che prevede l'immediata notifica degli avvisi di garanzia ROMA «Vogliono tagliare le mani ai pm», spiega battaghero il procuratore di Milano Gerardo D'Ambrosio. Di più. «Vogliano delegittimare la magistratura», sostiene Carlo Fucd, segretario dell'Associazione nazionale magistrati. «E' una provocazione dissennata», riflette Guido Calvi, capogruppo ds in commissione giustizia del Senato. «Un regalo a corrotti e mafiosi», esagera il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio. «Meglio cambiare mestiere», conclude da Palermo il magistrato antimafia Anna Maria Palma. Suscita un'alzata di scudi generale, tra le toghe di tutte le correnti e i parlamentari dell'opposizione, la proposta di legge di modifica della procedura penale presentata in commissione Giustizia della Camera dall'avvocato e onorevole di Forza Italia Giancarlo Pittelli. Proposta che fra uno scontro sulla giustizia appena concluso e uno in arrivo a settembre - riaccende gli animi, nonostante nella sostanza sia vecchia di qualche mese. In quei quarantacinque articoli, infatti, i punti controversi sono più d'uno. Il primo è quello che prevede la possibilità per l'imputato di impugnare di fronte alla Cassazione gli atti del Tribunale fin dall'inizio, dall'ordinanza sull'ammissione delle prove. L'impugnazione sospenderebbe automaticamente il processo (ma anche i termini della prescrizione del reato) per un periodo fino a sei mesi. Il che comporterebbe un'ulteriore allungamento dei tempi, già biblici, della giustizia, obiettano i magistrati. fl secondo articolo contestato è quello che moltiplica i motivi per i quali un imputato può ricusare il giudice, cioè può chiedere a un altro magistrato di disporre la sua sostituzione. Secondo la proposta di legge Pittelli sarà sufficiente che il giudice abbia detto come la pensa sul processo che lo vede impegnato, per chiederne la sostituzione. Una norma che riflette il principio, fondamentale, per il quale il magistrato non deve essere solo indipendente ed equanime, ma deve anche apparire tale. E della quale però, ribatte il centrosinistra, potrebbero avvalersi Cesare Previti e il presidente del Consiglio, imputati a Milano per i processi Imi-Sir e Sme. Tuttavia il tema che solleva più reazioni, comprese quelle riportate all'inizio, riguarda i tempi entro i quali deve essere notificato a un indagato l'avviso di garanzia, cioè l'informazione del fatto che si sta conducendo un'inchiesta su di lui. Il codice per ora prevede che il procuratore debba avvertire l'indagato soltanto quando emette un atto che prevede la presenza di un avvocato difensore. Pittelli, invece, chiede che la notifica avvenga non appena il magistrato avvia l'inchiesta, con le sole eccezioni di reati gravissimi come quelli di droga, mafia e terrorismo. Il che significherebbe, sostengono i giudici, rende- re inutili strumenti fondamentali di indagine come i pedinamenti e le intercettazioni. Perché è ovvio che un'indagato consapevole di esserlo, eviterebbe di usare il telefono per conversazioni compromettenti e di fare incontri pericolosi. Obiezione tanto fonda¬ ta che la proposta di Pittelli genera dubbi anche in esponenti vicini alla maggioranza come il «laico» del Consiglio superiore della magistratura Giuseppe Di Federico; e che il responsabile Giustizia di Forza Italia Giuseppe Garcani e l'avvocato "azzurro" Michele Saponara si dicono disponibili a trovare un compromesso tra l'esigenza di tutelare le indagini e quella di assicurare all'imputato la possibilità di organizzare senza ritardi una efficace difesa. Compromesso da cercare sia lavorando sui tempi dell'invio dell'avviso di garanzia, sia allargando il ventaglio dei reati che fanno eccezione alla regola. Più in generale, molti esponenti della maggioranza gettano acqua sul fuoco della polemica. Sarà perché l'autunno, tra conti pubblici, scuola, giustizia, si annuncia già sufficientemente caldo, ma tanto Gargani, quanto il sottosegretario del Guardasigilli, Michele Vietti, insistono sul fatto che la proposta Pittelli è soltanto una bozza che in commissione potrà subire tutte le modifiche necessarie. «La polemica serve alla sinistra per tenere alta la tensione su questi temi in vista della ripresa», butta lì lo stesso presentatore della proposta di legge. Sarà. Però, nonostante le buone intenzioni dei mediatori, il capogruppo ds in commissione Giustizia della Camera Francesco Bonito annuncia che l'opposizione è disposta a discutere soltanto di quattro articoli su quarantacinque e che degli altri non vuole neanche sentire parlare. Ed è probabile che, a meno di miracoli, sul pacchetto Pittelli assisteremo all'ennesima battaglia. [u. I. r.J II procuratore di Milano «Vogliono tagliare le mani ai pm» Il testo prevede anche la possibilità di ricorrere in Cassazione dall'inizio Il procuratore di Milano Gerardo D'Ambrosio

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