Summit sull'economia Usay la Fed alla prova dei tassì di Maurizio Molinari

Summit sull'economia Usay la Fed alla prova dei tassì GLI ANALISTI AUSPICANO UN TAGLIO DEL COSTO DEL DENARO, MA DOMANI GREENSPAN POTREBBE TENER DURO Summit sull'economia Usay la Fed alla prova dei tassì Bush a Waco per confrontarsi con esperti ed accademici Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Wall Street ha gli occhi puntati sui due summit economici dai quali attende risposte all'attuale fase di incertezza: domani a Washington si riunisce la Federai Reserve per decidere sui tassi di interesse e contemporaneamente a Waco, in Texas, il presidente americano Bush parteciperà ad un forum con 240 accademici ed esperti di tutto il Paese. Il forum che si svolgerà all'Università di Baylor a Waco, poco distante dal ranch presidenziale di Crawford, è stato pensato e voluto dalla Casa Bianca per rassicurare gli americani sulla determinazione dell'amministrazione ad affrontare la fase di difficoltà. «E' un forum con chiari intenti politici ma il livello dei presenti sarà molto alto» dice James Glassman, analista economico dell'American Enterprise Institute. La necessità politica di affrontare i problemi della crescita è confermata da un documento preparato dal comitato elettorale repubblicano che, in vista delle votazioni di novembre per il rinnovo parziale del Congresso, che suggerisce ad candidati di puntare sui risultati dell'amministrazione su economia, istruzione e sanità, non sulla guerra al terrorismo. Il pubblico americano in questa fase è più sensibile alle difficoltà di Wall Street che non alla caccia a Osama Bin Laden o ai piani di guerra sull'Iraq. «Il forum di Waco potrebbe però trasformarsi in im boomerang per il presidente Bush - osserva Jitendra Inamdar, broker di Investec - se alcuni dei suoi consiglieri economici come Lawrence Lindsey o Robert Zoellick dovessero essere bersagliati dalle critiche». Comunque andrà, il messaggio finale del forum di Waco arriverà nelle case degli americani assieme alla decisione della Federai Reserve di Alan Greenspan sui tagli di interessi. Gli analisti di Wall Street concordano sulla necessità di un taglio sarebbe il dodicesimo - per incentivare gli investimenti e stimolare la crescita ma non sul «quando» farlo: Lehman Brothers, Goldman Sachs ritengono che avverrà solo a fine anno e sarà di tre quarti di punto. «La Fed in questo momento non ha alcun bisogno di abbassare i tassi perché darebbe l'impressione ai mercati di temere per le sorti dell'economia nazionale, trasmetterebbe incertezza» ha osservato Byron Wien, guru finanziario di Morgan Stanley. A sostegno di questa tesi vi sono le previsioni sui dati settimanali attesi dal Dipartimento del Commercio, che dovrebbero affermare martedì im aumento contenuto della spesa dei consumatori sarebbe il terzo in quattro mesi e venerdì un lieve mighoramento nella costruzione di nuove case. Se queste attese fossero rispettate si tratterebbe per la Federai Reserve di dati sufficienti per ritenere che la ripresa americana, seppur a rilento, procede e che quindi non è ancora giunto il momento per intervenire sui tassi di interesse, oggi scesi fino a quota 1,75, il minimo degli ultimi 41 anni. «Tutto ciò che vediamo sotto i nostri occhi dice che la ripresa c'è e continua - assicura William Fole, presidente della Fed di St Louis - e la possibilità che si tomi in recessione sono davvero molto, molto basse». A sostenere invece che la Federai Reserve sbagherebbe ad attendere a taghare sono quegli analisti - per ora ima minoranza - secondo cui la debole crescita del pil nel secondo trimestre - su base annuale pari l'I;! rispetto al 5 dei primi tre mesi dell'anno è un campaneDo d'allarme che non può rimanere inascoltato, tanto più che il livello basso dell'inflazione facilita la decisione su una nuova riduzione. «Se non faranno nulla penseremo che la Fed non vede quello che vediamo noi e l'effetto sarà negativo» dice Charles Payne, analista di Wall Street Strategies. C'è inoltre il rischio che se la Federai Reserve deciderà di lasciare tutto invariato a risentirne potrebbe essere il dollaro, il cui recupero, nelle ultime due settimane, dell'I per cento rispetto all'euro ed allo yen è stato dovuto anche all'attesa di un taglio dei tassi. «Esiste la possibilità di un riflesso della decisione della Fed sui cambi» assicura pruden-

Luoghi citati: Iraq, New York, Texas, Waco, Washington