Crescita allo 0,2% L'economia è ferma

Crescita allo 0,2% L'economia è ferma PIÙ' LONTANI GLI OBIETTIVI DEL GOVERNO. ISAE: A FINE ANNO AVREMO LO 0,9oZo Crescita allo 0,2% L'economia è ferma L'espansione del pil inferiore al previsto. Produzione industriale -5;407o Marzano invita a modificare il Patto di Stabilità: le riforme costano e a livello europeo andrebbero contabilizzate con parametri diversi Emilio Pucci ROMA Dal fronte economico continuano ad arrivare notizie poco confortanti. Dopo l'allarme della Banca d'Italia su conti e fisco, ieri lìstat ha diffuso dati da brivido sul Pil e la produzione industriale. Il prodotto interno lordo nel secondo trimestre di quest'anno è aumentato di appena lo 0,207o, sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto al secondo trimestre del 2001. Ma c'è di più. Nei primi tre mesi del 2002 la stima preliminare che indicava una crescita dello 0,20Zo è stata abbassata dall'Istituto di statistica allo 0,1 sui tre mesi precedenti. Tutto ciò vuol dire che se nei prossimi due trimestri il Pil si fermerà allo stesso livello, vale a dire con variazioni congiunturali nulle, la crescita di quest'anno rimarrà tendenzialmente ferma allo 0,207o, contro la previsione del governo del Pil all' l,3Vo. I problemi non finiscono, rqui: sempre ieri, l'Istat haTCsp-noto'che nel giugno scorso la'prodùiapne italiana ha registrato una riuova brusca frenata, con una flessione del 5,40Zo rispetto allo stesso periodo del 2001. Nel periodo gennaio-giugno 2002 la riduzione è stata del 3,60Zo rispetto al corrispondente periodo delloo scorso anno. L'economia sembra dunque marciare a passo di lumaca,anche se la Confindustria, sia pure preoccupata, sostiene che non è ancora il caso di fasciarsi la testa. E autorevoli esponenti del governo, con Tremonti in testa, confidano in una ripresa e confermano la volontà di ridurre le tasse e mandare avanti le riforme. Una sfida che convolgerà anche l'Unione Europea, dal momento che il ministro delle attività produttive, Antonio Marzano, afferma che «le riforme costano e a livello europeo si dovrebbero utilizzare parametri diversi per la contabilizzazione di queste spese». Un invito, quello di Marzano, a modificare il patto di stabilità, «anche se occorrerebbe ima posizione di bibartizan all'interno del nostro Paese» Comunque sia, i più autorevoli studi economici e la Confindustria stessa si stanno affrettando ad abbassare drasticamente le previsioni di crescita. Il target dell' 1,30Zo, indicato nel documento di programmazione economica e finanziaria, è ormai considerato un obiettivo pressoché irragiungibile. L'autorevole Moody's, stando all'opinione di Sara Bertin-Levecq, capo analista per l'Italia, stima che il Pil del 2002 sarà «inferiore all'I percento, probabilmente compreso fra lo 0,7-0,90Zo». Come effetto di questa situazione, il nostro deficit, sempre secondo l'analista di Moody's, si porterà verso l'alto, «intomo al 2-2,20Zo». Apesare sulla cattiva performance del secondo trimestre, a detta dell'analista, sono stati lo sciopero generale, una domanda intema che resta piatta, l'andamento non molto Dositivo degli investimenti privati e 'apprezzamento dell'Euro che grava sulle esportazioni. A conforto del nostro governo, Moody's rileva comunque che «L'Italia non è l'unico Paese europeo in questa situazione». E per questo motivo la società non ha intenzione di rivedere il nuovo "rating" di Aa2 assegnato nel maggio scorso all'Italia rispetto al più basso Aa3. Anche l'istuto italiano Isae ha abbassato le sue previsioni di crescita del Pil. Se a luglio calcolava una variazione dell'1,2 per cento, ora l'Isae la riduce introno allo 0,9 per cento. Tra le variabili che hanno contribuito al rallentamento l'istituto segnala il clima di sfiducia delle famiglie e il livello degli ordini all'interno dei'beni di consumo. Sulla stessa linea 0 centro studi Prometeia che vede il Pil allo 0,90Zo. Il vice ministro dell'economia Baldassarri giudica invece queste stime un puro esercizio matematico e invita non a non anticipare il dato medio dell'anno sulla base degli andamenti finora registrati, «proprio perchè cambieranno». Dalle confederazioni sociali è scattato però l'allarme. La Confcommercio parla di «scivolo preoccupante». La Confesercenti teme che il Patto per l'Italia diventi caria straccia. E, ciliegina sulla torta, il futuro leader Cgil, Guglielmo Epifani, prevede seri problemi a imprese e occupazione, con conseguenti forti tensioni sociali. La svolta congiunturale serve all'esecutivo per fare le. riforme Ma le difficoltà sono continentali La Confcommercio: «Scivolone preoccupante» Epifani prevede tensioni sociali. Confesercenti: «A rischio tutte le intese» Fonte: Istat Il in IV 1999 IL PIL NEL 2002 previsioni) m 0 GOVERN© 1 ISAE f REF. IRS I PROMETEIA j CONFINDUSTRIA \ UE \ UNICREDIT a 1,3 ,0,8 ' 0,7 ! 0,9 1,2 j 1/4 ! -Otf, ■■

Persone citate: Antonio Marzano, Baldassarri, Emilio Pucci, Epifani, Guglielmo Epifani, Marzano, Sara Bertin, Tremonti

Luoghi citati: Italia, Marzano, Roma