Allarma la Curia l'abbraccio Cofferati-Papa boys

Allarma la Curia l'abbraccio Cofferati-Papa boys : : : : : :— -.——— ' rr-—: : ' — — : —— ' — r —— : DALLA MARCIA DI PERUGIA ALLA COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DI BOLOGNA: L'EVENTUALE ALLEANZA PREOCCUPA LE GERARCHIE Allarma la Curia l'abbraccio Cofferati-Papa boys Ma i cattolici «di base», da Assisi a Camaldoli, vanno verso igirotondini retroscena Giacomo Galeazzi CIUA-DEL VATICANO COFFERATI ha lanciato un'opa sul volontariato cattolico?». Dalla marcia della pace Perugia-Assisi alla commemorazione delle vittime di Bologna la domanda-provocazione ricorre nelle sempre più frequenti manifestazioni congiunte e nelle mille occasioni di incontro fra il "popolo rosso" e vasti settori del no profit ecclesiale. «Molti valori sono in comune - spiegano gli ammiratori cattolici del Cinese - come si fa a difendere la famiglia se si lascia campo libero al precariato e all'instabilità sociale?». Però l'alleanza con Cofferati, ossia la preferenza accordata da ampi settori del mondo cattolico ad un'impostazione di sinistra «massimalista», preoccupa la Curia. Dietro il Portone di Bronzo non gradiscono la vicinanza tra Papa-boys e girotondini. Meglio non schierarsi e mantenere al primo punto la salvaguardia della propria identità di credenti: difesa della vita, famiglia, bioetica. E l'apprensione cresce man mano che si moltiplicano i segnali dell'ingresso degli eredi di Dossetti nella galassia Cofferati. A Camaldoli la «benedizione» impartita dal cardinale Martini ai vertici della sinistra cattolica riuniti attomo a Romano Prodi, a Milano la presa di posizione delle Adi a difesa dell'articolo 18, a Bologna i fischi degli scout al ministro Buttiglione, in tutta Italia l'intenso dibattito nelle associazioni ecclesiali sul nuovo Ulivo. La base della sinistra cattolica e settori della gerarchia seguono con grande interesse infatti u progettato rilancio ulivista. Tanto, osservano Oltretevere, che il leader Cgil può perfino rinunciare al ticket di candidati, uno di sinistra e uno moderato, ritenendo che le due tradizioni siano sempre più vicine. Il fermento nel mondo ecclesiale attomo ai temi della politica è testimoniato proprio dalle accuse formulate a Milano dalle Adi alla politica economica del govemo. Nel mirino dei lavoratori cattolid c'è, soprattutto, il Patto per l'Italia, ossia l'impianto ispiratore dell'accordo sottoscritto da Cisl e da Uil e bocdato dalla Cgil. Una raffica di accuse alla maggioranza, che sovverte «gli equilibri sodali», e al neoliberismo, che «allarga l'area del precariato». Sul banco degli imputati d sono anche i progetti dell'esecutivo su scuola, sanità e previdenza. La sinistra cattolica, inoltre, si ricompatta contro la delega che prevede la riduzione dei contributi per i neoassunti e «com- promette la tenuta del sistema previdenziale pubblico». Al sindacato confederale, quindi, tocca «riscoprire il valore dell'unità come un fattore essenziale per consolidare la rappresentanza generale del lavoro e arginare la frammentazione sociale e le spinte particolaristiche». Il più criticato è il sindacato tradizionalmente più vicino, la Cisl, rimproverato dai cattolici di sinistra di aver venduto per un piatto, anzi per un «patto» di lenticchie (come recita uno slogan), diritti che, per loro natura, non andrebbero mai contrattati. Un attacco frontale, a partire dalla constatazione che (da forte attenuazione del prindpio di progressività del prehevo e la tendenza alla riduzione della pressione fiscale e dei contributi sociali avranno come conseguenza l'indebolimento della funzione redistributiva dello Stato e il ridimensionamento del sistema di protezione sodale pubblico». L'ultima edizione del meeting di Camaldoli, poi, ha accresduto la vivadtà del confronto. «I prodiani confermano la matrice montiniana in contrasta con la linea wojtyliana», sintetizzano i cristiani di base di Adista «sale Amato, scende Rutelli (ormai alleato con l'anti-Prodi. Franco Marini), apprezzamento per Cofferati, alleato meno insidioso di D'Alema e Fassino». Gli esponenti ecclesiali, culturali e politici vicini a Romano Prodi tengono viva la sua fiamma in vista del ritomo in Italia a fine 2004, quando cesserà il mandato europeo. «E' netta la cesura tra i prodiani di matrice montiniana e gli esponenti ruinian-wqjtyliani - sottolineano ad Adista - i primi hanno ribadito sulla scia del Concilio che la democrazia non è una delle tante scelte possibili nel mercato delle forme pofìtiche ma è quella più compatibile e apprezzabile». Per Carlo Maria Martini la centralità della Parola di Dio, per il futuro dell'Europa, più che nella nostalgia della cristianità passata (che svalutava la Bibbia e si armava di catechismi) deve fondarsi sull'accesso diretto alla Bibbia da parte dei fedeli, così da consentire un dialogo fruttuoso con le altre religioni e le altre culture. Non è un caso che a Camaldoli Giovarmi Bachelet abbia letto il brano della «Gaùdium et Spes» dove la Chiesa si dice disponibile a rinundare a privilegi per contribuire al bene comune, chiedendo di proseguire il cammino indicato da Giovanni XXIII. Poi Celestino Migliore, sottosegretario vaticano per i rapporti con gli Stati ha messo in guardia dalla ((laicizzazione dell'assetto sodale». Nelle associazioni ecclesiali di tutta Italia ferve il dibattito sul nuovo Ulivo: su tanti punti le posizioni sono convergenti Un dubbio Oltretevere: il leader Cgil potrebbe rinunciare al ticket di candidati, ritenendo sempre più vicini sinistra e popolo dei fedeli Un'immagine dell'ultima Marcia della pace Perugia-Assisi