Rai, a Santoro arriva lettera dì richiamo da Sacca di Maria Grazia Bruzzone

Rai, a Santoro arriva lettera dì richiamo da Sacca CONTESTAZIONE DISCIPLINARE PER LA FRASE DETTA CON COSTANZO: MEDI ASET E' PIÙ' LIBERA Rai, a Santoro arriva lettera dì richiamo da Sacca Baldassarre: non so nulla, il Cda lo voleva rimproverare. La Lega: cacciamolo Maria Grazia Bruzzone ROMA Pareva che la vicenda Michele Santoro si stesse avviando verso una soluzione accettabile, dopo la disponibilità offerta dal direttore di Rai Tre Paolo Ruffini ad accogliere sulla sua rete «Sciuscià» rifiutato da Rai Due o un altro programma analogo. Ruffini l'aveva messo per iscritto in ima lettera al direttore generale Sacca e aspettava ima risposta. «Non ho ancora saputo nulla, ormai sono tutti in ferie, se ne riparlerà a fine agosto», spiegava proprio ieri mattina. Nel pomeriggio una risposta del direttore generale è arrivata, ma direttamente a Santoro e sotto forma di richiamo disciplinare. Due i capi d'accusa. Il primo è la famosa puntata del 24 maggio in cui Santoro, già reo di aver ospitato Maurizio Costanzo nonostante il parere contrario dell'azienda, non gh aveva replicato quando lui aveva affermato che Mediaset è più libera della Rai. Ma nel mirino di Sacca è finita anche la recente inchiesta di lujlio sull'emei-genza idrica in Siciia che fece imbufalire il presidente della regione Totò Cuffaro. Qui l'imputazione è «incompletezza dell'informazione», per aver omesso le notizie sui provvedimenti adottati dalla Regione. Così la Santoro-story nel bel mezzo dell'agosto romano di colpo si rianima, ricompatta schieramenti, suscita dichiarazioni scandalizzate e battaghere. Anche perché non è chiarissimo come sia nata, proprio oggi, l'iniziativa della contestazione. Le versioni divergono. Il presidente della Rai Baldassarre dalla sua casa di vacanza prima spiega di non sapere nulla della lettera di Sacca. Poi precisa che «la questione Santoro era stata discussa nel penultimo cda» e che «il consigho aveva votato a maggioranza la richiesta al direttore generale di un minimo provvedimento». I consigheri di minoranza smentiscono: «Non c'è stata alcuna debberà». «L'iniziativa era partita da Sacca. Baldassarre, Albertoni e Staderini erano d'accordo, noi no», precisa Zanda. «Comunque doveva trattarsi di un richiamo blando, da fare dopo aver definito la collocazione di Sciuscià», sottolinea Donzelh. Come che sia, «quando un giomalista viene colpito da una sanzione disciplinare per aver fatto il proprio lavoro, la prima vittima non è lui ma l'azienda che lo punisce», osserva ancora Zanda, ricordando di essere riuscito a marzo a bloccare la proposta di Baldassarre di censura a Vespa per le puntate su Cogne. In campo scende pure l'Usigrai. Il segretario Roberto Natale nota che «il fatto più grave è che questo gruppo diligente si faccia garante del diritto di interferenza della pohtica, a livello nazionale come locale», e ricorda come Cuffaro si sia poi rifiutato di risponde¬ re a una «domanda alla Sciuscià» posta dal cronista palermitano Dario Miceh, appellandosi alle «garanzie avute da Sacca». Gh occhi sono puntati sul direttore generale. «Perché intentare un processo a Santoro oggi, a tre mesi di distanza dai richiami annunciati?», si chiede Enzo Carra della Margherita. E risponde che «quello di Sacca sembra solo l'ennesimo pretesto per dare attuazione all'ordine bulgaro di Berlusconi». «L'obiettivo è arrivare ad affrontare i temi caldi di settembre-ottobre con le trasmissioni sgradite chiuse o marginalizzate», incalza il ds Beppe Giulietti. In effetti, di voler toghere di mezzo Santoro non fa mistero il vicepresidente del Senato, nonché coordinatore leghista, Roberto Calderoli: «Va messo alla porta, così come tutti quelli che hanno scambiato la Rai per Telekabul». Anche se non tutti nella maggioranza sono di questo parere. Il segretario deU'Udc Marco Follini, per esempio, ribadisce il suo «no alle liste di proscrizione», convin¬ to che «è meglio una voce in più di una in meno». E adesso? Santoro, a norma di regolamento, ha cinque giomi per far avere alla Rai le sue giustificazioni. E ha trovato un alleato in Maurizio Costanzo. «Sono pronto a collaborare con Michele a stendere la memoria difensiva», fa sapere il conduttore-produttore dello Show. Il quale non fa certo marcia indietro dal suo giudizio sulla maggiore libertà di Mediaset. Anzi. «Posso dire - ribadisce - che né io, né Ricci, né Mentana e aggiungo la Gialappa's e le Iene, abbiamo mai ricevuto richiami». Infine una precisazione giunge dalla Rai in serata. La direzione generale fa sapere che la cosa si esaurirà in un richiamo formale, che non vi saranno né censure né sanzioni. Affermazioni che stupiscono l'Usigrai. «Come è possibile anticipare quale saranno le conclusioni? Un procedimento disciplinare, una volta avviato, ha un suo iter e può anche concludersi con un'assoluzione piena». Follini fuori dal coro «Meglio una voce in più di una in meno» In serata la direzione dell'azienda precisa «Ci sarà solo un richiamo formale» Michele Santoro, conduttore di «Sciuscià»

Luoghi citati: Cogne, Roma, Sacca